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martedì 3 ottobre 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #49




# 49 Padrona del suo Destino



Questa settimana OG vi porta a Venezia anzi nella Repubblica di Venezia per conoscere una delle più grandi poetesse e donne colte dell'epoca. In verità poco nota da questo punto di vista ma più per la sua professione lasciva che però le diede proprio l'occasione per istruirsi e come poche altre donne del suo mestiere e del suo tempo scoprire abilità letterarie che la fecero apprezzare dai più noti e acclamati letterati cinqueceneteschi.

La trama del film infatti si basa sulla vita di Veronica Franco, liberamente ispirata dal libro "The Honest Courtesan. Veronica Franco, citizen and writer in sixteenth century Venice" di Margaret Rosentahal.

Bellissima la cornice veneziana e i costumi del premio Oscar Gabriella Pescucci.




Trama:

Nel 1583 Venezia è uno degli Stati più importanti e potenti del mondo allora conosciuto e vive di commercio, politica, arte e cultura e questo grazie anche alle sue cortigiane. Sì perchè le cortigiane veneziane non sono tutte uguali, quelle più colte e preparate sono le uniche che si rivolgono ai grandi e potenti signori aristocratici della Serenissima.

Veronica è una giovane innamorata di Marco, un ragazzo aristocratico, ma il loro amore è contrastato per le umilissime origini della ragazza la cui madre è ritenuta donna molto colta ma dedita alla prostituzione e che vista l'impossibilità di questo amore la avvia al 'mestiere'...Veronica legge e studia molto e diventa apprezzata nel suo mestiere tanto per la sua bellezza quanto per le sue capacità letterarie e la sua intelligenza nel riuscire a parlare di "cose da uomini" con discrezione e mai con saccenza. 



Diventa amica e conosce le maggiori personalità di Venezia mentre Marco è costretto a prender moglie secondo la volontà della sua nobile famiglia ma la serenità della Repubblica viene presto interrotta dalla minaccia turca...gli uomini sono impegnati in guerra e le loro mogli sono costrette addirittura a rivolgersi alla stessa Veronica per sapere le sorti dei loro mariti. Veronica viene inoltre pregata di farsi ambasciatrice presso il Re di Francia per riuscire a farlo interessare alla causa veneziana e durante una visita nella Repubblica, riuscirà effettivamente a farsi apprezzare perfino dall'incontentabile e capriccioso Re Enrico III che acconsentirà a finanziare la guerra veneziana contro i turchi.

Ma per Veronica gli impegni non sono passati infatti la Santa Inquisizione si concentra su di lei e la processa per stregoneria ma al suo fianco però si ritroverà tutti i più importanti esponenti del governo veneziano, e anche il suo Marco che non lesinerà di dimostrarle il suo amore. Di fronte alle marcate allusioni dei potenti veneziani perfino la Santa Inquisizione riterrà opportuno fare un passo indietro...


Scelto perchè:


La vita e le opere di Veronica Franco sono ancora poco conosciute e meriterebbero di essere note tanto quanto la sua biografia che ci rende appieno la realtà di un periodo storico affascinante quanto la sua stessa vita.


Titolo: Padrona del suo destino
Titolo originale: Dangerous Beauty
Anno: 1998
Durata: 110min.
Nazionalità: USA
Regia: Marshall Herskovitz
Costumi: Gabriella Pescucci
Cast: Catherine McCormackJacqueline BissetRufus Sewell




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giovedì 1 giugno 2017

Il film di una donna a settimana per un anno? #31





#31 Sylvia

 


Og questa settimana vi propone un film che non è mai uscito nelle sale cinematografiche italiane ma ben sei anni dopo in dvd direttamente. E' un film poetico e drammatico perchè parla della vita, almeno da un certo punto in poi, di una poetessa molto nota e amata...Sylvia Plath, interpretata da Gwyneth Paltrow.


Trama:

Siamo nel 1956 e Sylvia frequenta l'università di Cambridge quando incontra un poeta affascinante e carismatico di cui già apprezza i suoi scritti: Ted Hughes. I due si innamorano e si sposano ma la loro relazione viene presto condizionata dalle insicurezze emotive di Sylvia che vive un arresto creativo e dall'altra parte non si sente sicura neanche del marito a cui attribuisce parecchie infedeltà. Il loro rapporto comincia a entrare in crisi anche se non mancheranno tentativi per recuperare la serenità che però mancherà di tornare tanto che nel 1963 la nota e amata poetessa si suicida avendo però lasciato ai posteri il suo tormento trasposto in memorabili poesie anche oggi amate da molti in tutto il mondo.

Scelto perché: Sylvia Plath è considerata la maggiore poetessa statunitense del dopoguerra che ha però scritto anche racconti, saggi, articoli e il romanzo “La campana di vetro”ma non sempre si sa che ha anche scritto storie per bambini come “ 3 storie per bambini” in realtà pensati per i suoi due figli, di cui ho riportato alcuni stralci qui sotto, in particolare del racconto A letto, bambini! . Figura emblematica e drammatica della scena intellettuale femminile della sua epoca ha attraversato generazioni di donne ed è ancora amata e compianta per la profondità dei suoi versi.

The Bed Book                                              A letto, bambini!

BEDS come in all sizes-                            A letto?
Single or double,                                        In quale letto?
Cot-size or cradle,                                      Di letti, ben si sa,
King-size or trundle.                                 Ne possiamo trovare di molte qualità.

Most Beds are Beds                                   Ma tutti questi letti, a ben considerare,
For sleeping or resting,                             servono solamente per dormire e sognare.
But the best Beds are much                     Sono letti noiosi, sono letti banali.
More interesting!                                       Ci sono invece Letti Veramente Speciali!
The right sort of Bed                                  Letto-Sottomarino:
(If you see what I mean)                            chi può desiderare
Is a Bed that might                                     di meglio, per andarsene
Be a Submarine                                           a spasso in fondo al mare?

Nosing through water                                Si fa strada tra i pesci
Clear and green,                                          nell'acqua trasparente, limpida
Silver and glittery                                       e cristallina. Argenteo e luccicante,
As a sardine                                                  somiglia a una sardina.
…                                                                          ...
Another Bed                                                Ed ecco un altro letto
That fills the bill                                         davvero indispensabile,
Is the sort of Bed                                        Signori, vi presento
That is Spottable-                                       il Letto- Macchiabile!

…                                                                          ...
These are the Beds                                    Letti per tutti i gusti,
For me and for you!                                  Per tutte le occasioni!
These are the Beds                                    Letti per gente sveglia
To climb into:                                             e non per dormiglioni:

…                                                                         ...
Special and queer                                      Puoi scegliere tra i modelli
And full of surprises-                                e le forme più strane
Beds of amazing                                         enormi, piccolissimi, pratici, strabilianti.
Shapes and sizes,                                       Dentro questo catalogo li trovi tutti quanti.

NOT just a white little                               Non solo il morbido, bianco lettino
Tucked-in-tight little                                 pulito, in ordine, ben rincalzato
Nighty-night little                                      con il lenzuolo inamidato
Turn-out-the- light- little                         e il lume acceso
Bed! 1                                                                        sul comodino!



Titolo: Sylvia 
Nazionalità: UK
Anno: 2003
Durata: 110 min.
Regia: Christine Jeff
Cast: Gwyneth Paltrow, Daniel Craig, Lucy Davenport










1Sylvia Plath, “ 3 Storie per bambini”, a cura di Bianca Pitzorno, introduzione di Frieda Hughes, illustrazioni di Claudio Munoz, Milano, ed. Mondadori, 2003.



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mercoledì 24 maggio 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #30








#30 A Quiet Passion



In questo mese nel 1886 Emily Dickinson si spegneva nella casa dove per molti anni aveva scelto di passare la sua vita, una vita sempre più preclusa al mondo e sempre più dedicata alla poesia...in silenzio, senza che nessuno scoprisse più di tanto le delicate ma tenaci sensazioni che animavano il suo intelletto e la sua anima.

OG ha scelto quindi questa settimana un film dedicato alla vita della più grande poetessa americana tra le poetesse e scrittrici di sempre: “A Quiet Passion”.


Trama: Emily è una promettente studentessa quando decide di abbandonare la scuola e dedicarsi allo studio da casa per evitare l'ambiente sempre più coercitivo dell'istituto da lei frequentato.

Emily che è uno spirito molto sensibile e indipendente taglia ogni legame con la realtà scolastica , preferendo quella della sua dimora e scegliendo la cosa che più la gratificava, la scrittura.

Senza rendersene conto a mano a mano esclude dai suoi contatti tutte le persone non legate alla sua famiglia e si ritrova in una sorta di clausura volontaria in cui lei però si trova bene perchè sceglie di non avere vincoli che possano condizionarla, andando però così contro il padre, il fratello e la sorella, rigettando tutti i clichés riservati alle donne, dal matrimonio ai voti religiosi. Solo l'arte è il suo rifugio e al contempo la sua esistenza.

Scelto perché: Emily Dickinson è una poetessa straordinaria che è sopravvissuta nella sua essenza, quella dei suoi scritti, oltre ogni spazio e tempo...è la incarnazione di un'arte superiore che non ha avuto bisogno del mondo esterno ma anzi ha trovato la sua libertà lontana dai condizionamenti che inevitabilmente erano costantemente e pesantemente presenti alla sua epoca soprattutto per le donne, forse per questa sua ricerca di indipendenza e allo stesso tempo di realizzazione personale dobbiamo il fascino ancora intatto che esercita in un mondo che si è notevolmente complicato, che se ha guadagnato alcune libertà ne ha perse altre a cui forse sarebbe d'esempio Emily nel ricercare una propria dimensione che travalichi le aspettative e la frenesia quotidiana per lasciare più spazio alle nostre sensazioni, ai nostri più profondi pensieri e sentimenti a cui grazie soprattutto alle sue poesie Emily riesce ancora a dar voce.


Titolo: A Quiet Passion
Anno: 2016
Nazionalità: UK, USA, Belgio
Durata: 125v min.
Regia: Terence Davies
Sceneggiatura: Terence Davies
Cast: Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Duncan Duff, Keith Carradine, Jodhi May





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mercoledì 3 maggio 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #27







#27 Il resto di niente



Eleonora de Fonseca Pimentel fu una scrittrice, poetessa, intellettuale e politica del XVIII secolo di origine portoghese, nata a Roma e vissuta poi a Napoli dove le sue origini aristocratiche non le impedirono di prendere parte più che attivamente alla nascita della Repubblica Napoletana nel 1799 insieme a illustre figure dell'intellighenzia partenopea infatti fu tra le fondatrici dell'esperienza repubblicana. Il film di questa settimana, basato sul libro di Enzo Striano, parla proprio della sua biografia ripercorsa nel film del 2004.

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nello stesso anno, il film vince il Davide di Donatello per i costumi e viene nominato per l'interpretazione femminile e miglior sceneggiatura.

Trama: Il film si basa sulla vita di Eleonora de Fonseca Pimentel che rivive la sua straordinaria vita giacobina affianco dei più importanti personaggi intellettuali della città partenopea, come il Conte Francesco Pignatelli, Domenico Cirillo, Mario Pagano, con cui darà inizio all'esperienza Repubblicana che però ha vita breve, in pochi mesi si restaura la monarchia che comincerà a darle la caccia insieme a tutti i suoi compagni e sostenitori.
Eleonora ripercorrerà così la sua esistenza e il suo personale percorso di donna colta in una Napoli di fine Settecento che non ha capito fino in fondo l'opportunità di libertà che lei e i suoi alleati erano riusciti a creare e offrire al popolo napoletano.

La cittadina Eleonora Fonseca Pimentel, che rinuncia alla sua aristocraticità in favore di un bene più grande, il bene comune che solo la Repubblica può garantire, alla fine della sua vita accetterà con dignità e coraggio, meritandosi il rispetto del suo stesso boia, la conseguenza che la libertà repubblicana garantisce al suo popolo: l' auto-determinazione dei popoli che porterà però a restaurare la monarchia, la dittatura contro cui Eleonora non ha paura di perdere la vita, senza libertà, senza Repubblica cosa altro resta? Nulla...anzi “come dicono a Napoli, il resto di niente”.


Scelto perché: In questo film si rivivono le stagioni che hanno portato un Regno alla prima esperienza moderna di Repubblica, una vicenda essenziale della Storia italiana a cui ha preso parte a pieno titolo e in prima persona una donna colta, intellettuale, fiera e decisa che fino alla fine ha portato avanti le proprie idee dando una precisa impronta all'esperienza repubblicana napoletana insieme a tutti gli altri intellettuali partenopei e che merita di essere conosciuta e ricordata nei libri di Storia e nelle pagine di cronaca repubblicana affinché si avveri quello che essa stessa sul punto di morte, salita sul patibolo pochi attimi prima di morire pronunciò in latino, sommessamente quasi come una prieghiera: Forsan et haec olim meminisse iuvabit- Forse un giorno gioverà ricordare queste cose”.


Titolo: Il resto di niente
Anno: 2004
Durata: 103 min.
Nazionalità: ITA
Regia: Antonella De Lillo
Sceneggiatura: Antonietta De Lillo, Giuseppe Rocca
Produzione: Mariella Li Sacchi, Amedeo Letizia
Costumi: Daniela Cancio
Cast: Maria de Medeiros, Rosario Sparno, Imma Villa






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mercoledì 5 aprile 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #23


Christine de Pizan , 1407

Credits: Wikicommons



# 23 Christine Cristina


OG ha scelto questa settimana il film che vede il debutto alla regia di un’attrice italiana tra le più amate anche all’estero, Stefania Sandrelli che sceglie una storia poco nota e importante da rappresentare anche se non particolarmente apprezzata al suo esordio nel 2010. La protagonista del film, Cristina visse realmente per lo più in Francia da qui il suo nome francesizzato in Christine ma suo padre era veneziano, chiamato con la sua famiglia in Francia alla corte di re Carlo V  dove Cristina crescerà, in un ambiente stimolante e colto da cui trarrà tutta la conoscenza che le servirà per imporsi in un’ era buia per antonomasia, il Medioevo: fu un raggio di luce che introdusse alla rinascita prossima dell’Umanesimo.


Trama
: Il film ripercorre la vita di Christine che alla morte di suo padre, astronomo alla corte francese di Carlo V, si ritrova senza appoggi e in quanto già anche vedova si vede costretta a ridimensionare le sue aspettative di vita in un’epoca già molto difficile come poteva essere quella medioevale. Trovatasi senza aiuto e nel pieno dei conflitti per la successione, Christine è quindi costretta a lasciare la vita fino ad allora vissuta a corte e trova rifugio, insieme ai suoi figli, in periferia nella umile casa di una lavandaia e di un menestrello grazie al quale scopre mano a mano la sua vocazione letteraria. Le sue rime ricercate e fini suscitano l’interesse di alcuni letterati e intellettuali che venuti a conoscenza dell’origine di tali componimenti, apprezzando la cultura e le capacità di Cristina, la incoraggiano e aiutano, permettendo a lei e alla sua famiglia di mantenersi grazie ai suoi componimenti.


Scelto perché: Christine de Pisan è una figura eccezionale, in un’era buia che non lascia libertà alle velleità neanche a quelle dominanti, maschili Christine riesce a imporsi e a farsi apprezzare come artista e letterata diventando la prima scrittrice di professione che la Storia possa annoverare e in un’epoca come la nostra in cui le donne faticano ancora a trovare una strada equa che dia loro le giuste opportunità lavorative in grado di rispettare le loro necessità e di far esprimere i loro talenti, Christine è per noi donne un monito a non desistere e a combattere per il cambiamento, è un esempio, un grande incoraggiamento.

Titolo: Christine Cristina
Nazione: ITA
Durata: 96 min.
Anno: 2010
Regia: Stefania Sandrelli
Sceneggiatura: Giacomo Scarpelli, Furio Scarpelli, Amanda Sandrelli, Mario Tiberi
Cast: Amanda Sandrelli, Alessio Boni, Alessandro Haber, Paola Tiziana Cruciani, Blas Roca-Roy.




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mercoledì 4 giugno 2014

La "Chiara" arte della Guerra

Almanacco del 04 Giugno:

Giovanna d'Arco bacia la spada della Libertà, Dante Gabriel Rossetti,1863. 

Nasceva oggi nel 1515, il 4 Giugno a Lucca, Chiara Matraini,  da Benedetto Matraini e da Agata Serantoni.
Emblema di raffinata poetessa ma anche sorprendente esperta dell'arte marziale, fine osservatrice della realtà e delle necessità sociali adatte a far riuscire nella vita, concilierà le spinte di realizzazione personale con una visione imperniata dalla religione, come tipico dell’epoca.

Di famiglia piccolo borghese, erano commercianti di seta originari di una delle quaranta frazioni di Capannori, in provincia di Lucca, Matraia appunto da cui deriva il nome familiare. Facenti parti dei piccoli commercianti di Lucca, i suoi parenti furono interpreti della “rivolta degli straccioni” con cui i piccoli e medi commercianti, nel 1531, chiedevano al governo cittadino più rappresentanza e quindi più potere commerciale nell’ambito degli scambi soprattutto della seta, materia di scambio importante per Lucca, per contrastare il potere ascendente dei grandi commercianti lucchesi nel settore. Questa rivolta tuttavia non portò ai risultati sperati e anzi i congiuranti furono messi a morte o esiliati, tra questi i fratelli di Chiara, Ludovico, condannato a morte e Louiso che imprigionato, morì in carcere mentre lo zio paterno Rodolfo, con cui Chiara era cresciuta in quanto orfana paterna, decise opportunamente di ritirarsi dalla vita pubblica per sottrarsi a situazioni di pericolo per se’ e per la sua famiglia.
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Chiara nel frattempo si era sposata proprio nel 1531 con un rappresentante di un’altra importante famiglia lucchese di commercianti di seta i Cantarini, da Vincenzo ebbe poi un figlio, Federigo nel 1533. Nel 1542 rimase vedova e si legò dapprima ad un giovane che fu poi trovato assassinato, Graziani, e dal 1560 a Cesare Coccapani, nobile di Carpi.


Frontespizio dell'Opera di Chiara Matraini del 1595.
La sua fama di poetessa era nota in città già dopo il suo matrimonio col Cantarini come apprendiamo da quello che scrive Vincenzo Tagliuoli: “Chiara, luce e splendor del secolo nostro, che al ciel alzate il bel tosco idioma,[...],non vengo là dove il desio mi scorge, alto a cantare i vostri eterni honori. Maraviglia non fia,.., che vostra fama tanto in alto sorge, che trapassa del Serchio i grandi allori[1] tuttavia i suoi componimenti troveranno pubblicazione molti anni dopo solo negli anni ’50 del 1500.  Le sue prime opere poetiche pubblicate risalgono infatti al 1555 con le sue Rime dove troviamo accenni della sua storia d’amore con Bartolomeo Graziani e l’anno seguente tradurrà dal latino al volgare “Orazione d'Isocrate a Demonico figliuolo d'Ipponico” sui costumi che si addicono ai giovani nobili mentre a Venezia vengono rieditate le Rime pubblicate a Lucca l’anno prima. Le sue ultime opere  invece si ravvisano in un arco di tempo di trent’anni infatti solo nel 1581 escono le sue Meditazioni sprituali e qualche anno più tardi le “Considerazioni sopra i sette salmi penitenziali del Gran Re e profeta David” del 1586 e quattro anni dopo “Breve discorso sopra la vita e laude della Beatissima Vergine e Madre del Figliuol di Dio  ed infine nel 1602 la sua ultima opera edita “Dialoghi spirituali con una notabile narrazione alla grande Academia de' Curiosi e alcune sue rime e sermoni”. Mentre le sue prime opere, le Rime, verranno ripubblicate ancora una volta nel 1595 con una parte inedita di poesie ed epistolari.

Nei periodi in cui non era impegnata nello scrivere o pubblicare le sue opere era presa da avvenimenti familiari come la disputa per questioni economiche con il figlio Federigo che la farà risiedere per un breve periodo a Genova oppure era alle prese con sue esigenze pratiche e religiose allo stesso tempo, quando si fece costruire nella Chiesa di Santa Maria Forisportam una cappella la cui decorazione fu affidata all’opera di Alessandro Ardenti prima e di Francesco Cellini poi, il quale terminò il quadro dell’ Augusto e la Sibilla in cui le sembianze di quest’ultima erano proprio, si dice, quelle di Chiara Matraini, la committente.

"Hip, hip, hurra!", Peder Severin, 1888.
La sua fama di poetessa interessò la città di Lucca ma fu nota e apprezzata anche nella vicina città di Pisa, e i suoi incontri e antesignani “salotti” che Chiara organizzava ora in questa ora in quella città e che le valsero una fama notoria di poetessa in entrambe le località, precedendola nella pubblicazione delle sue opere, le portarono però anche uno scandalo nel 1547 quando prese l’abitudine di organizzare incontri, anche con gente pisana, che in realtà non erano che momenti di condivisione letteraria o di onesta ricreazione come racconta nella lettera alla Signora Batina Centuriona: “racconterò ancora io a lei alcuni onesti piaceri avuti in una lieta brigata di giovani donne, insieme ai loro mariti in una vicina villa di una di queste.[2]Onde levatoci in piedi e lavateci le mani, ponemmoci a mangiare (in giardino) al canto di vari uccelli, [...], e poiché tra così nobile e virtuosa compagnia si ritrovavano alcuni eccellenti Musici, essi con dolcissime voci, e concordevoli suoni, la sottoscritta canzonetta lietamente cantarono, [...]. finito il madrigale ci ponemmo a fare alcuni sonetti, e dilettuosi giochi[...][3].
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Chiara Matraini si rivelò sì una apprezzata poetessa e delicata rimatrice ma dal suo epistolario si evince anche una stratega militare e prima che l’opera di Sun Tzu dell’arte della Guerra potesse arrivare alla conoscenza degli uomini e donne del 1500. 
Raro per una donna, Chiara si esprime sulle caratteristiche necessarie al valoroso guerriero parlando e portando ad esempio Giulio Cesare, Annibale, Marco Aurelio, Alessandro Magno: “Bisogna adunque, a voler essere ottimo guerriero, havere intelligenza dell’arte militare, e saper ben conoscere le qualità de’ tempi, le nature dei luoghi, e le condizioni dei nemici, e saper, con astuzia attraversar le strade, dei loro disegni [...][4] ma non di meno, e non potrebbe essere altrimenti, è importante l’intelletto e la cultura che affiancata al coraggio e all’intelligenza rende la valenza militare elemento essenziale alla difesa della civiltà, della patria e della politica: “non si può già negare, che l’armi non apportino grandissimo giovamento alla vita civile, se in beneficio della patria e in conservazione della politica si vengono ad esercitare.[5] Ma sono le scienze lo strumento con cui guidare le armi: “Le buone scienze sono quelle, che mostrano altrui in qual modo si debba servar la giustizia, così nelle private, come nelle pubbliche cose, dando sempre a ciascuno, quello che debitamente gli si conviene[6] e a suo figlio infatti tra le cose che raccomanda come si conviene ad una madre attenta e premurosa nonchè colta e sensibile, ricorda e raccomanda che subito dopo seguire i precetti del Signore, sono le scienze gli strumenti più adatti a concretizzare le cose importanti della vita e per questo: “Sempre che sarai libero dai tuoi importanti negozi, attentamente attendi all’onorato studio delle migliori scienze: perché il frutto, che da esse si raccoglie, è molto più prezioso che qual si voglia tesoro che si possa nel mondo acquistare. Né ti debba parer mai grave l’andar lontano per poter alcuna cosa buona e onorata imparare[7].

Chiara Matraini invece non avrà bisogno di andar lontano per conoscere nè per farsi apprezzare e resterà a Lucca dove morirà nel 1604, l’ 8 novembre, venendo tumulata nella cappella che lei stessa aveva fatto costruire nella chiesa di Santa Maria, fuori le mura medievali di Lucca, ora nel pieno centro della città.

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 Biografie ( recenti):

MARCHESCHI Daniela, "Chiara Matraini. Poetessa lucchese e la letteratura delle donne nei nuovi fermenti letterari  del'500", Ed. Pacino Fazio, 2008.




[1]Lettere della Signora Chiara Matriani, gentildonna luchese,  con la prima, e seconda parte delle sue Rime”, Ed. Vincenti e Bufdraghi, 1595, pag. 64.
[2]  Ivi, pag. 37.
[3] Ivi, pag. 38.
[4]  Ivi,“Lettere della Signora Chiara Matriani, gentildonna luchese, ...”, Op. Cit., pag. 3.
[5] Ivi, pag. 4
[6] Ibidem
[7] Ivi, pag. 29.

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martedì 18 marzo 2014

La Pistoiese che sfidò Petrarca

Almanacco del 17 Marzo:
poesia poetesse erudite Arcadia
Corilla Olimpica cinta d'Alloro


Colei che rimando, le “cantò” ai poeti più famosi, incoronata d’alloro suscitò invidie e maldicenze che ne condizionarono la vita più di quello che poterono i suoi talenti.

Maria Maddalena Morelli, nacque a Pistoia il 17 Marzo 1727 dal musicista, violinista Jacopo e da Maria Caterina Buonamici. Ebbe un’educazione sufficiente a far emergere fin da giovane età il suo talento d’improvvisatrice letteraria nel collegio salesiano di Pistoia . Conobbe la Principessa Vittoria Rospigliosi Pallavicini a Firenze dove si era trasferita nel 1746 per dar lustro ai suoi talenti, che la vorrà con se’ a Roma dove la sua fama raggiunse i massimi livelli vedendola iscritta all’Accademia dell’Arcadia con il nome di Corilla Olimpica nel 1771.
Ma Maria Maddalena volle portare le sue rime e i suoi talenti alla conoscenza dei molti così si trasferì a Napoli e lì rimase per circa dieci anni. Qui la Principessa di Colobrano, Faustina Pignatelli, la prese a ben volere e ne incoraggiò le attività culturali. Maria Maddalena prese allora coraggio e sfidò addirittura il Metastasio in una gara di improvvisazione, il quale comunque declinò l’invito ma rimase colpito e ammirato dalla poetessa Maria Maddalena che gli scrisse “Dalle felici gloriose sponde” nel 1751 quando entrò anche all’Accademia degli Agiati di Rovereto come Madonna Damerille.
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 Il suo soggiorno partenopeo le valse le ammirazioni dei letterati più importanti e conosciuti come Zanotti e Passeri con i quali ingaggiava “duelli” a distanza ma le valse anche un marito, il Segretario di Guerra spagnolo Ferdinando Fernandez con il quale si sposò ed ebbe un figlio, Angelo che però lasciò a Napoli per far ritorno a Roma nel 1760, presso la Principessa Rospigliosi Pallavicini, per ampliare la sua fama di poetessa improvvisatrice.
Di lì a poco tuttavia si trasferì nuovamente prima a Pisa, dove incontrò il famoso tombeur de femmes, Giacomo Casanova, poi  a Siena dove fondò  una sua Accademia, l’Ordine dei Cavalieri Olimpici nel 1761, poi ancora a Parma e a Bologna, a Venezia e di nuovo a Bologna fino ad Innsbruck, Inspruch, invitata da Francesco I alla corte austriaca, la Corte Imperiale, nel 1765 in qualità di Poetessa Laureata in occasione del matrimonio del Gran Duca Leopoldo di Toscana con l’Infante Maria Luisa di Spagna.


L’anno seguente riceve un’altra nomina, a membro dell’Accademia Clementina nel 1766. Trasferitasi permanentemente a Firenze su invito personale del Granduca Leopoldo, creò presso la sua abitazione un salotto frequentato dai più importanti letterati ed artisti internazionali, come anche il giovanissimo Mozart portato in giro per l’Italia dal padre Leopold per il “Grand Tour” come era di moda all’epoca.

Nel 1771 fu ammessa all’Arcadia come Corilla Olimpica e solo pochi anni più tardi fu nominata per ricevere la “Coronazione”, che fino ad allora era stata concessa solo a Petrarca, al Tasso e al Perfetti.  
Lo stesso Papa Pio VI, acconsentì alla sua nomina prima di Nobile Romana e poi alla Coronazione d’alloro in Campidoglio ma: “[...] Vuole però, che a tal Funzione precedano quegli esperimenti, che furono praticati nella Coronazione dell’inclito nostro Compositore ALARO EUROTEO; [...]  Gli esperimenti si riducano a dodici temi da proporsi alla Poetessa da dodici Pastori Arcadi, che dovranno da voi deputarsi”.[1] Così Corilla Olimpica fu sottoposta, dopo proposta di Coronazione, all’esame di dodici Pastori su altrettante materie in tre sezioni diverse: “Il Custode propose la lista di trenta Arcadi, tra i quali  si poteano scegliere i Dodici Esaminatori, che in tre sezioni separate dovessero dare a Corilla un argomento sopra la Scienza o Arte, che sarebbe stata loro assegnata secondo l’ordine, che si vedrà [...][2]; quindi: “Quindi si corse il bussolo, ed eletti che furono per partito segreto gli Esamonatori, vennero loro assegnate le rispettive materie [...][3].
Tuttavia la sua nomina, non fu accolta solo da clamore e curiosità ma ebbe tanti detrattori, primo fra tutti il famigerato Pasquino ma anche i gesuiti, fieri oppositori del neo eletto Papa Pio VI. 

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Nonostante il suo esame si volse alla presenza di tantissima gente accorsa ad ammirare la celebrata capacità poetica di Corilla e alla presenza di persone importanti ma anche qualificate: “Non solo la consueta sala preparata per la Funzione, ma anche le camere contigue si riempirono di Letteratura e di Nobiltà, oltre diciotto Dame, ed alcune Principesse[4], la sua Coronazione destò malcontenti, calunnie e addirittura molti suoi sostenitori ritennero più saggio toglierle la loro protezione e amicizia, tanto che Maria Maddalena si rifugiò di nuovo a Firenze.
Solo l’anno dopo, anche con la pubblicazione degli “Atti della Coronazione di Corilla” il malcontento si placò ma rimase molta amarezza in Maria Maddalena soprattutto per il comportamento poco leale di alcuni suoi sostenitori. 



Dedica dell'opera che il Miollis volle per la morte di Corilla.
L’incoronazione comunque fu spettacolare ed avvenne in Campidoglio dopo che: “Noi infrascritti Pastori Arcadi Deputati dal seggio Collegio d’Arcadia sotto il 26 Luglio 1776 a fare l’Esperimento del poetico valore dell’inclita ed erudita Pastorella Corilla Olimpica signora Donna Maria Maddalena Morelli Fernandez Pistojese, in preliminare della solenne Coronazione in Campidoglio [...] attestiamo di averla interrogata ciascuno di noi sopra una delle infrascritte materie scientifiche e letterarie, e di aver ascoltato le di lei risposte dateci estemporaneamente in vari metri toscani, con solo con  mirabile poetico entusiasmo, ma ancora con pienezza di erudizione, con eleganza e purità di lingua, e con sorprendente felicità di stile, dimodoche di comun sentimento giudichiamo l’incomparabile Poetessa superiore al sesso, eccellente nel canto Estemporaneo, e dotata di ingegno così straordinario e sublime, che ben si rende degna del cospicuo onore della Laurea Capitolina accordatele dalla Sovrana Autorità a maggior incremento delle buone Lettere Italiane,, e a perpetua gloria dell’Arcadia e di Roma[5]
In Campidoglio, verso sera, Maria Maddalena Morelli Fernandez, Corilla Olimpica: “ [...] indi inginocchiatasi innanzi ai signori Conservatori,..., ricevé sul capo dalle mani del primo di essi la Corona d’alloro [...][6] e “ricevuta che ebbe la Laurea, Corilla, levassi, in piedi, e si portò a sedere nella sedia a lei preparata sul piano del trono istesso[7].
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Così però dopo gli allori, Maria Maddalena dovette quasi fuggire da Roma, per le grandi proteste e rimostranze dei suoi detrattori e si rifugiò nella sua città, Firenze, dove vi restò per il resto della sua vita, e dove continuò a coltivare uno dei suoi talenti più spiccati, oltre la musica, appunto l’arte dell’improvvisazione poetica che le valse tanta fama e riconoscimenti come quello di Caterina II di Russia che la invitò presso la sua corte ma che non ebbe seguito per motivi di salute, infatti Maria Maddalena ormai era debilitata e messa a dura prova anche da disgrazie finanziarie, tanto che nel 1782 la stessa Imperatrice Caterina II le riconoscerà una pensione; si mosse solo per passare l’inverno a Napoli nel 1785 invitata dai regnanti Ferdinando IV e Carolina delle Due Sicilie per i quali aveva scritto un componimento per la loro visita a Firenze.

Continuò tuttavia, nonostante i problemi di salute, a comporre per i sovrani e per celebrare gli avvenimenti più importanti della vita pubblica e della sua vita privata e nel 1793 fu mecenate di un’altra poetessa Teresa Bandinetti Landucci, la Pastorella Amarilli Etrusca, in cui rivedeva doti da incoraggiare e promuovere e per la quale scrisse il sonetto Anglico e piccol dono nel 1793.
Di  lì a poco fu colpita da apoplessia e tre anni dopo morirà a Firenze nel 1800, l’8 Novembre, lasciando alla Chiesa della Madonna dell’Umiltà di Pistoia la sua Corona d’alloro. Sarà seppellita nell’oratorio di San Francesco di Paola.

Madame de Staël, si ispirerà a lei e alla sua figura per scrivere “Corinne o  l’Italie”, romanzo del 1807, considerato il primo romanzo della letteratura femminile dell’Ottocento, che vede come protagonista proprio una poetessa che incontra un ragazzo inglese.  Corinna, la protagonista diventa l’emblema dell’emancipazione femminile nella cultura europea, quando Napoleone ormai da anni con il suo nuovo codice l’ha invece nuovamente rilegata a figura sociale e familiare di secondo piano.
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Maria Maddalena Morelli, Fernandez, Corilla Olimpica dedicò la sua vita alla sua Arte, fu figura dirompente, sposata, lasciò marito e figlio pur di realizzare la sua vocazione di poetessa, arrivando ai più alti livelli, e forse per questo non fu perdonata ma che tuttavia comunque fu protagonista:  “[...] d’un meraviglioso fenomeno accaduto ai nostri giorni, cioè, che una Gentildonna Poetessa abbia potuto farsi rivale del Petrarca, e del Tasso col meritare la Corona Capitolina, [...][8] , “[...] dalla pubblica autorità per mano del Senato Romano l’onorificenza perenne dell’ Alloro Capitolino, di quell’ Alloro, che Roma sola dispensa al vero Merito e alla Virtù, che passa nome di chi lo porta alla più tarda posterità, e di cui niuna Donna finora giunse su questo luogo a porersene le chiome fregiare”.

E così celebriamo ed onoriamo colei che per tutte noi è arrivata al massimo riconoscimento, con uno dei componimenti che per lei scrissero i più importanti membri dell’Arcadia e non, chiamati a festeggiare e celebrare la sua Coronazione; questi sono i versi che la Contessa Massimilla Paradisi, membro degl’ Ipocondriaci di Reggio con il nome di AGLAURO scrisse per commemorarla, e anche noi tramite lei:

 Sonetto

“ Del Sesso nostro i vanti Invidia vede,
E bieca gli dissimula, e gl’invola:
Tace le illustri nell’Aonia scola,
Tace le chiare in armi, o in regia sede;

Ma tu non tacerà, cui Febo diede
L’arti, onde a chiare eternità si vola,
Dama immortal, che a render basti sola
Del femmineo valor splendida fede.

Ecco festivo il Campidoglio attende
Il trionfal tuo Cocchio; e il sacro Alloro
Sovra le bionde chiome ecco ti splende.

De’ Vati assorge a te lo stuol canoro;
e Febo te, cui divo onor si rende,
Decima aggiunge delle Muse al Coro.”





[1]Atti della Coronazione di Corilla”,Parma, Stamperia reale di Parma, anno MDCCLXXIX, Pag. 36.
[2] Ivi, pag. 38.
[3] Ibidem.
[4] Ivi, pag. 45.
[5] Ivi, pag. 49.
[6] Ivi, pag. 58.
[7] Ivi, pag. 59.
[8] Ivi, pag. 21.

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