Visualizzazione post con etichetta empowerment. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta empowerment. Mostra tutti i post

giovedì 18 novembre 2021

RECOVI-EW Roma

Locandina di RECOVI-EW Roma


RECOVI-EW Roma- La situazione economica e lavorativa delle donne in Italia non è mai stata particolarmente semplice né favorevole. Come sappiamo le cariche pubbliche non erano accessibili fino al 1963 quando con Legge n.63 si sancì l'ammissione della donna ai pubblici uffici e alle libere professioni dopo che Rosanna Oliva de Conciliis  fece ricorso quando scoprì, dopo la laurea in giurisprudenza, che non avrebbe potuto fare il concorso in magistratura in quanto donna.
Ed é solo di qualche settimana fa l'approvazione in Parlamento della legge per equiparare gli stipendi delle donne a quelli degli uomini come già succede in altri paesi da anni per colmare il gender pay gap, anche se dovrebbe essere la normalità.
Una disparità economica che ha una pesante ripercussione sulle vite quotidiane delle donne e della collettività e un riflesso inevitabile sulle retribuzioni pensionistiche.
Questa situazione già complicata é stata aggravata dall'avvento pandemico che a livello lavorativo ha colpito soprattutto le donne le quali sono state le prime a pagare la crisi dovuta al Covid-19.
Sono state infatti le donne a perdere per prime il lavoro quando hanno dovuto seguire le proprie figlie e i propri figli in dad a casa, quando i datori e datrici di lavoro hanno dovuto ridimensionare il personale in mancanza di richiesta. Questa è la situazione che i dati da più parti ci dicono. La crisi dovuta al Covid-19 è gravata in modo preponderante soprattutto sulle donne.
Eppure "l'economia delle donne" é una risorsa ed é per questo che RECOVI-EW (Restarting the Economy after Covid-19 throught the Empowerment of Women) vuole "valorizzare il contributo imprescindibile alla ripresa delle donne e delle ragazze", proprio loro saranno il motore per ripartire dopo la crisi portata dal Covid-19. Quattro Hackathon in quattro città diverse, l'ultima venerdì 20 novembre a Roma. Tanti le e gli ospiti che animeranno con i loro interventi questa tappa che si basa su quattro pilastri dell'incontro di Roma alla Fondazione De Gasperi ( e online): Giovani, STEM, Sicurezza, Giustizia.
Modererà l'incontro il giornalista della Rai-Tg 1 Paolo di Giannantonio, interverranno:
Monica Lucarelli- Assessora Pari Opportunità del Comune di Roma,
Cristiana Carletti -Università Roma Tre;
Irma Conti- Donne Giuriste Italiane;
Veronique Sainte-Luce - WFP;
Consuelo Lollobrigida- University of Arkansas Rome Program;
Maria Giovanna De Vivo- Inps;
Maria Grazia Ponunzi- Aidos;
Irene Fellin- Wiis Italia;
Rappresentante USA in Italia.

Special Guess: Michela Murgia.

Con il patrocinio della missione USA in Italia  e il W20- Italia.
Comitato organizzatore:
Pierfrancesco Torrisi
Raffaella Patino
Martina Improta 

Il programma completo su:
www.recoview.it/programma-roma-19-novembre-2021/

Ci si può registrare e seguire l'evento al link:
http://docs.google.com/forms/d/1uHz6cXBPe9alQyQThzt4H1TWZRs3PrQx7kuSDcxiRLs/viewform?edit_requested=true







COPYRIGHT dei contenuti dove non diversamente specificato

mercoledì 2 novembre 2016

Un film di una donna a settimana per un anno?







La  WIF Women in Film incoraggia i progetti creativi delle donne, cercando di migliorare e ampliare ritratti di donne in ogni forma dei media per garantire una piena rappresentatività femminile dietro e sullo schermo. Fondata nel 1973, l'organizzazione non profit ha proposto la campagna 52 film di una donna, uno a settimana per un anno con l'hastag #52FilmsByWomen a cui già più di 9000 persone hanno aderito. E' partita ad ottobre dello scorso anno ma ha raccolto comunque l'entusiasmo anche di questo blog, e non poteva essere altrimenti, e così anche Opportunità di Genere OG ha deciso di aderire e di rispondere di Sì alla domanda di WIF: "Vedrai un film a settimana di o su una donna per un anno?"...Sì lo faremo, e speriamo anche voi con noi.

Iniziamo con un  film uscito lo scorso anno e di cui avevamo già scritto e recensito SUFFRAGETTE, è un film infatti non solo basato sulla storia di un gruppo di donne che hanno fatto la storia inglese e quella di intere generazioni nel mondo ma ha anche una regia affidata ad una donna, Sarah Gavron che per questo movie é stata nominata come miglior regista dalla Alliance of Women Film Journalists nel 2016. La Produttrice è un nome ormai noto ed ammirato nel mondo del cinema Abi Morgan infatti è la stessa produttrice e sceneggiatrice di "The Iron Lady" e di "Shame" ed è stata premiata questo anno proprio per questa sceneggiatura ai Satellite Awards. Il cast è stellare e ne avevamo già parlato per questo vi rimando direttamente al post dedicato ma in più c'è da segnalare le numerose nominations e premi che nel frattempo le attrici si sono guadagnate in numerosi festival minori e non, tra i quali al British Indipendent Film Award il premio come Miglior attrice Protagonista a Carey Mulligan nel 2015 e le nomination come Migliori Attrici non protagoniste alle altre interpreti quali Anne -Marie Duff e Helena Bonham Carter. 








Ho scelto questo film  per iniziare perchè ha il merito di aver catturato di recente l'attenzione e aver, di conseguenza, rilanciato in modo attuale la discussione  sul tema dei diritti femminili da un punto di vista strettamente politico, il film è stato usato anche nelle scuole per parlare di diritto al voto, ma non solo é servito infatti anche a livello sociale, più strettamente legato ai fenomeni che colpiscono le nostre moderne società come la violenza sulle donne. Molti gruppi di attiviste infatti hanno approfittato delle numerose occasioni create dal film, soprattutto alle prime o in occasione di premi, per dimostrare in favore delle vittime di violenza e per  denunciare la necessità di non abbassare l' attenzione sui diritti delle donne, perchè la lotta delle Suffragette è ancora in atto.

Titolo: Suffragette
Anno: 2015
Nazione: UK
Durata: 106 min.
Regista: Sarah Gavron
Produzione: Abi Morgan
Sceneggiatura: Abi Morgan
Cast: Carrey Mulligan  Annie Marie Duff, Helena Bonham Carter, Romola Garay, Meryl Streep 




Si parte…buona visione


TUTTI I CONTENUTI DEI POST SONO SOTTO COPYRIGHT





giovedì 4 settembre 2014

Le tre "L" per la crescita di potere delle donne secondo Christine Lagarde


Lo scorso mese  Christine Lagarde ha scritto e pubblicato sul sito dedicato dalle Nazioni Unite alla Piattaforma di Beijin un articolo sulle difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro e nel loro apporto concreto all'economia; dalla sua analisi ricava tre punti fondamentali per incrementare lo sviluppo dell' autorevolezza delle donne in campo economico: l'istruzione, il lavoro e la leadership, quelle che lei chiama "le tre L".

OG ha tradotto per voi questo articolo:



                       "Le tre L dell'autodeterminazione femminile"    di Christine Lagarde


Lagarde è stata prima donna ministra di un paese del G8 e ora capo del FMI

Una ex ministra francese con portfolio su varie materie economiche – incluse la finanza e l’occupazione, l’agricoltura, la pesca, e il commercio- Christine Lagarde è stata la prima donna a diventare ministra delle finanze di un’economia dei paesi del G8 ed è la prima donna a capo del Fondo Monetario Internazionale (IMF). Si appella in favore delle donne per l’educazione, il lavoro e la leadership nell’economia.





Il XXI secolo pone molte sfide che richiedono nuovi modi di pensare, nessuno è più importante di quello del ruolo delle donne nell’economia in un mondo che cambia rapidamente.

L’economia globale sta faticando a generare la crescita che può portare una vita migliore a tutti, tutti possono contribuire, le donne sono ancora bloccate dal contribuire con il loro reale potenziale. Questo ha un costo enorme: in alcuni paesi il reddito pro capite ristagna significativamente perché alle donne sono negati eguali opportunità. Esse rappresentano la metà della popolazione, ma contribuiscono a meno del 50% dell’attività economica. Quindi il divario tra uomini e donne in termini di attività economica arriva al 12%  nei paesi OECD e al 50% nei paesi del Centro-Est e del Nord Africa.

Quello di cui c’è bisogno per cambiare questo quadro è uno sforzo condiviso all’apertura di opportunità che, io chiamo “le tre L” dello sviluppo delle donne: istruzione, lavoro, leadership. ( Learning, Labour, Leadership).

Primo istruzione: l’educazione è il fondamento sul quale si costruisce il cambiamento. L’apprendimento aiuta le donne ad aiutarsi e a rompere gli anelli delle catene dell’esclusione. Da nessuna parte è più importante che nei paesi in via di sviluppo: uno studio su 60 paesi stima che l’economia perde dalla mancanza di educazione delle ragazze, per uno stesso livello dei ragazzi, un totale di 90 milioni di Dollari USD all’anno. Un altro studio suggerisce che un anno ulteriore della scuola primaria avvia guadagni potenziali tra il 10 e il 20 % e del 25% per un anno in più della scuola secondaria.

C’è un detto africano che dice: “Se educhi un ragazzo, cresci un uomo. Se educhi una ragazza, cresci un villaggio”. Questo non solo è vero ma è anche misurabile. Per esempio, le donne sono più propense a spendere le loro risorse in salute ed educazione, investendo fino al 90% dei loro guadagni a fronte di un 30-40% degli uomini. Questa spesa crea un potente effetto nella società e nelle generazioni successive.

Se l’istruzione è solo il primo gradino, il lavoro è il secondo: l’impiego permette alle donne di far sbocciare e raggiungere il loro reale potenziale.

Ma al momento, quando le donne partecipano alla forza lavoro, anche loro spesso tendono a rimanere incastrate in lavori sottopagati, sotto qualificati e con meno sicurezze - molte nei settori informali dei paesi in sviluppo. Sorprende quindi che le donne e le ragazze sono le vittime principali della povertà assoluta, rappresentando il 70% di milioni di persone che lottano per sopravvivere con meno di un dollaro al giorno?.
Globalmente le donne guadagnano solo 3/4 di quello che guadagnano gli uomini, anche se hanno lo stesso livello di istruzione e per la stessa mansione. Sicuramente una delle nostre norme di base dovrebbe essere “stessa paga per lo stesso impiego!”.

Un recente studio dell’IMF mostra che eliminare il divario di genere nella partecipazione economica può portare un incremento al reddito pro capite. Questo può avere un impatto maggiore – le donne controllano i cordoni delle borse domestiche in tutto il mondo, e più spesa da parte delle donne porta a livelli più alti della domanda e della crescita economica.

Come possiamo promuovere maggiori opportunità per le donne nel posto di lavoro? Qualche volta si tratta di cambiare le leggi; per esempio assicurare leggi sulla proprietà ed eredità che non discriminino le donne. Questo significa anche politiche che incoraggiano l’educazione e la salute, e forniscano un accesso migliore al credito così che le donne possano raggiungere un’indipendenza economica maggiore. Questa è un’area dove l’IMF sta lavorando duro per aiutare, tramite le nostre analisi e capacità, a costruire sforzi nei nostri paesi membri.

I campi su cui lavorare devono anche essere livellati nei paesi più ricchi. Hanno bisogno di più schemi in favore della donna e in favore della famiglia, della qualità, di una cura dell’infanzia più conveniente; di una tassazione individuale (piuttosto che familiare), e di crediti di tassazione o di benefici per lavoratori con basso reddito.

Quindi istruzione e lavoro sono elementi chiave. La terza “L” è Leadership: rendere capaci le donne di raggiungere e portare avanti i loro talenti ed abilità innate. Qui, ci sono una quantità di scelte per l’accrescimento: per esempio, le donne costituiscono solo il 4% del CEO nella lista di 500 compagnie di Standard & Poor; e solo 1/5 delle poltrone parlamentari mondiali.

L’ironia è che quando le donne comandano tendono a fare un ottimo lavoro, se non un lavoro migliore. Uno studio mostra che il patrimonio di 500 compagnie che registrano una raccolta di donne a posizioni di alto livello sono mediamente di gran lunga più redditizie di aziende che operano negli stessi settori. Le donne sono anche meno propense a impegnarsi nella sconsiderata assunzione di rischi che ha scatenato la crisi finanziaria mondiale del 2008. Esse sono più portate a prendere decisioni basate sulla costruzione del consenso, l’inclusione, la compassione e con un focus sulla sostenibilità a lungo termine.

E’ vero- ed è concepibile, dato il pregiudizio che esiste- che le donne a volte perdono confidenza nelle loro competenze. Ma anche loro hanno bisogno di cambiare questo modo di pensare e resettare la narrazione in loro favore. Così è essenziale che le donne siano pronte “a osare la differenza- a prendere rischi e andare oltre le loro zone di comfort”.

Ciò nonostante, perfino quelle con gli strumenti per arrivare al successo continuano ad incontrare barriere. Quindi sono arrivata a concepire che gli obiettivi e le quote di genere giocano un ruolo nell’assicurare alle donne un posto al tavolo. Non dobbiamo quindi né forzare il cambiamento né rimanere impantanati in autocompiacimento.

Sia che parliamo di fornire un’educazione primaria alle ragazze nei villaggi, o di posizioni da executive per le donne negli affari, è tempo di creare un mondo dove tutte le donne possono incontrare il loro potenziale senza impedimenti o pregiudizi e  il mondo ne raccoglierà i benefici. Le tre L ci aiuteranno ad arrivarvici.





Traduzione di Silvia Palandri