"Notte stellata", Vincent van Gogh, 1889. |
La nostra astronauta, la ormai Samantha nazionale, immersa
nello spazio da mesi ha avuto in questi giorni i riflettori di importanti
quotidiani al suo seguito e questo, si dirà, è un bene e non è una novità, in
fondo si tratta di una missione spaziale internazionale e quindi degna di
attenzione. Ma qual è l’oggetto di cotanto interesse che ha valso alla nostra
astronauta articoli sui più importanti giornali internazionali dal NWTimes al Daily Mail al Hindu.com ? Ma nientepopodimeno che…
“na tazzulella 'e cafè” che come
ricorda nell'articolo del giornale statunitense una portavoce dell’agenzia che
richiede l’anonimato, “rappresenta un elemento caratteristico della cultura
italiana” mentre figure tecniche si apprestano a dare al “sorso spaziale” un
sapore scientifico che mitighi questo gesto che sa un po’ di provincialismo
dicendo che è stato utile per sapere come si comportano i liquidi caldi sotto
pressione e di come ovviamente si è dovuta realizzare una macchinetta espresso
del tutto particolare, attrezzata per lo spazio, così come la tazza da cui berlo; a noi rimane
comunque un sapore amaro in bocca, di quelli che rimangono quando forse hai assaporato
con la mente ancor prima che con i sensi qualcosa di auspicato ma che poi si è
rivelato una delusione, un sapore inaspettato che ti lascia amareggiata: “…la
prima donna italiana in orbita” sta scritto
"Icaro", Henri Matisse, 1944. |
e così pensavamo anche noi di poter
rimirar le stelle ma niente anche nello spazio ci tocca preparare il caffè pur
se per amore della scienza.
Chissà quale sarà il prossimo obiettivo? Per
restare sulla scia…vedere come avere una messa in piega impeccabile in barba
all’assenza di gravità; mezzi e strumenti consigliati: uno shampoo effetto
capelli a posto in qualsiasi condizione terra- spaziale, altro che effetto anti
crespo ; casco per permanete per studiare la reazione di aria calda sotto pressione
e bigodini per analizzare la forza rotatoria. E poi di qui via verso nuove
astrali avventure da scrivere nel diario di bordo dell’umanità per la nostra e
la futura gloria terrestre che non venga mai offuscata da valutazioni di misoginia
provinciale che potranno comunque sempre essere buttate tutte a tarallucci e
vino, per la vana gloria nazionale e per l’ amore della scienza.
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