Almanacco del 24 Luglio:
Oggi
ricorre il 118° anniversario della nascita di Amelia Mary Earhart, nata il 24
luglio del 1897 in
Kansas.
Prima
aviatrice.
Con il suo coraggio e la sua caparbietà Amelia riuscirà ad andare oltre tutti
gli stereotipi della sua epoca, facendosi apprezzare come aviatrice
pionieristica a discapito dei fallimenti di altri suoi colleghi uomini.
Scopre
l’aviazione a 23 anni accompagnando il padre ad un raduno in California, a
Longbeach, nel 1920 dove per la prima volta sale su un aereo per dieci minuti grazie
ad un volo turistico. Poco tempo prima ha intrapreso gli studi infermieristici in
Canada dove aveva raggiunto la sorella per poi tornare a New York e terminare
gli studi da infermiera e prestare la sua professione in un ospedale militare
durante la Prima Guerra
Mondiale.
Nel 1922,
facendo tanti lavori e lavoretti e grazie all'aiuto economico della sorella e
della madre, riesce a comprare il suo primo aereo, di seconda mano, un Kinner
Airster di colore giallo, da lei
“battezzato” Canarino.
Nel 1928 arriva
il suo primo incarico, attraversare l’Atlantico a bordo di un Fokker F7
chiamato “Friendship”con i colleghi Stultz e il meccanico Gordon; arrivano in
Galles ma gli elogi sono tutti e solo per lei, la prima donna che abbia mai
attraversato l’Oceano, altre tre donne infatti in quell’anno erano morte nello
stesso tentativo. Per questa impresa, al suo ritorno, fu quindi accolta da una parata a New York e
fu ricevuta, insieme al resto dell’equipaggio, alla Casa Bianca dal presidente
Coolidge.
Scrive un libro su questa esperienza, intitolato "20 Hours - 40 Minutes", pubblicato dall’ editore George Putnam che fino ad allora aveva editato solo opere scritte da Lindbergh. Negli anni scriverà
anche altre due opere: "The fun of
it" e "Last flight".
Le sfide
continuano incessanti e nel 1931 stabilisce il record di altitudine a 5.613 metri , nello stesso
anno sposa l’editore Putnam che, nel frattempo, era diventato il suo
manager organizzando voli ed apparizioni pubbliche e contribuendo a creare la
fama di Amelia.
L’anno dopo è l’unica
pilota che, dopo Lindbergh, riesce a compiere la trasvolata in solitaria da
Terranova fino in Irlanda, anche se la meta era Parigi ma per problemi di meteo
dovette atterrare nella campagna irlandese. Al suo ritorno riceverà la medaglia
della Society National Geographic direttamente dal Presidente Hoover. Per
Amelia la sua impresa aveva anche dimostrato l’esistenza di pari capacità intellettuali,
di coraggio e prontezza tra l’uomo e la donna.
E Amelia sarà anche la prima donna
a volare direttamente senza scalo da Los Angeles al New Jersey. Nel 1935, sempre
disposta ad osare lì dove altri fallirono, fu la prima in assoluto ad
attraversare il Pacifico dalla California sino alle Hawaii. Diventa così la prima ed unica nell'aviazione fino ad allora ad aver trasvolato in
solitaria entrambi gli Oceani.
Amelia Earhart diviene quindi un simbolo importante nell'immaginario popolare oltre
che un’ icona di stile che arriverà a disegnare divise per le future aviatrici, guadagnando due pagine su 'Vogue', e ispirando una linea di valigie e bauli
da viaggio nonché una linea di abbigliamento sportivo.
Arriva così il 1937 quando, forte della sua esperienza e capacità, Amelia
decide di voler fare il giro del mondo, parte quindi da Miami, arriva in Sud- America,
prosegue in Africa e di lì in Nuova Guinea;ormai le mancano solo 7000 miglia è ormai vicina all'isola dove c’è la guardia costiera ad aspettarla e con cui è in
comunicazione da giorni ma Amelia pur comunicando la sua vicinanza all'isola parla di un’effettiva incapacità di riuscire a vederla... vani saranno gli ulteriori tentativi della Guardia costiera e le
comunicazioni si interromperanno il 2 luglio 1937.
Lo stesso
presidente Roosevelt autorizzerà le ricerche dell’aviatrice, spendendo 4 milioni
di dollari pur di ritrovarla ma non se ne saprà più nulla…
Tante rimangono comunque le teorie, anche le più fantasiose, che riguardano la
sua scomparsa, alcune sono fondate su testimonianze secondo le quali Amelia nel
suo ultimo viaggio acconsentì a montare sul suo apparecchio macchine
fotografiche per svolgere contemporaneamente una spedizione di spionaggio tale
però che fu catturata dai giapponesi nelle mani dei quali, morì. Altre teorie,
che contraddistinguono più o meno tutte le morti misteriose, la vogliono invece
rientrata sotto finto nome in patria, dove è morta anziana e serena quale una certa Irene Bolan anche se esami specifici
hanno sconfessato ogni possibile compatibilità.
Il Doodle che Google ha dedicato ad Amelia Earhart Credits: Google |
Numerose
le commemorazioni nella filatelia, nei film, l’ultimo del 2009 con l’interpretazione
di Hilary Swank, e nei libri.
A Giugno 2015 è stato tratto un film da alcuni
frammenti ritrovati dal figlio del fotografo personale di Amelia che ha tenuto
il rullino per più di cinquant'anni chiuso nel suo studio e che ritrae l’aviatrice, il suo copilota e il marito, girato tra il Marzo e il Maggio del
1937, pochi mesi prima quindi della scomparsa di Amelia; da questi frammenti si è ricavato il film intitolato “Gli ultimi
scatti di Amelia Earhart” a cui è seguito il libro di una ottantina di pagine
scritto da Nicole Swinford.
TUTTI I CONTENUTI DEI POST SONO SOTTO COPYRIGHT
Bibliografia:
v “20 Hours - 40 Minutes” , 1928, ed.
Putman;
“20 Hours – 40 Minutes : Our Flight in the Friendship”, 2003, Ed. National Geographic.
“20 Hours – 40 Minutes : Our Flight in the Friendship”, 2003, Ed. National Geographic.
v “The fun of it”, 1933;
ristampadel 2006 a cura di Ed. Chicago
Review.
ristampa
v “Last Flight”, 1937;
“Last Flight, The world’s foremost woman aviator recounts, in her own words, her last, fateful flight”, 1996, Ed. Crown Trade.
“Last Flight, The world’s foremost woman aviator recounts, in her own words, her last, fateful flight”, 1996, Ed. Crown Trade.
Biografia:
v “Amelia, my
courageous sister: biography
of Amelia Earhart: True Facts About Her Disappearance”, 1987, di Muriel Earhart Morrissey e Carol L.
Osborne; Ed. Osborne Publisher.
v “Letters from Amelia, 1901-1937” , 1982, a cura
di Jean L. Backus, Ed. Beacon Press.
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Non conoscevo questa aviatrice e neppure la sua storia. Grazie per questo racconto!
RispondiEliminaGrazie a te Francesca! A presto.
EliminaMi piacciono, lo sai, i ritratti delle donne che hanno lasciato un evidente segno nella nostra storia. Grazie e continua a pubblicarli. Ciao Federica https://venicefineart.it/
RispondiEliminaCerto, ormai è una mia 'missione' da quasi quindici anni con questo blog e prima con il giornalino universitario di OG. A presto!
EliminaAmelia Earhart è sempre stata una figura ispiratrice per me. Prima donna ad essere aviatrice e quindi modello di caparbietà e forza per me. Sono contenta di averla conosciuta un po' di più grazie a questo articolo.
RispondiEliminaMaria Domenica