lunedì 30 agosto 2021

Paolina Leopardi IX parte- Gli ultimi giorni di Paolina

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Paolina Leopardi IX Parte- Gli ultimi giorni di Paolina





PAOLINA LEOPARDI
di 
ELISABETTA BENUCCI

Un po’ di serenità familiare arrivò nel 1867, quando i due nipoti presero moglie, a breve distanza l’uno dall’altro. Luigi fu il primo a unirsi in matrimonio, l’ 11 aprile, con la ventenne Giuditta Bovari (nata nel 1847), dalla quale ebbe sei figli. Nell’ inverno, il 7 novembre, Giacomo junior celebrò le nozze con la nobildonna ventunenne Sofia Bruschetti  (1848-1929): dalla loro unione nacquero otto figli.

Il 1868, invece, non fu un anno favorevole per Paolina. Aveva sofferto molto per motivi di salute, in particolare per una malattia ai bronchi. Per questo, in data 3 aprile 1868, aveva dettato il suo testamento: alla sua morte, il nipote Luigi avrebbe ereditato le sue sostanze, mentre Giacomo junior sarebbe stato l’erede universale del patrimonio di Monaldo.

Hotel Victoria di Pisa sul Lungarno, oggi.
A dicembre del 1868, sempre sulla scia dei ricordi del fratello Giacomo, decise di trascorrere l’inverno a Pisa, luogo anche più adatto alla sua malferma salute per il clima meno rigido. Prese alloggio sul Lungarno, presso l’Albergo Reale della Vittoria (oggi  Royal Victoria Hotel ). Nella città toscana, Paolina trascorse giornate piacevolissime con molti amici e conoscenti, in particolare con il letterato Felice Tribolati, che l’accompagnava spesso a soirées teatrali. Incontrerà anche Teresa Lucignani (1807-1897), che nel 1828 aveva conosciuto il fratello Giacomo.

Il 27 febbraio 1869, di ritorno da una gita dall’amata e mai dimenticata Firenze, Paolina si ammalò gravemente, forse per il troppo freddo. Il 13 marzo morì, con il conforto della cognata Teresa, accorsa da Recanati al suo capezzale. I sacramenti le furono somministrati da padre Everardo Micheli. Dopo alcuni giorni, le spoglie di Paolina furono ricondotte nel paese natale per essere tumulate nella chiesa di Santa Maria Varano, dove erano sepolti tutti i Leopardi, tranne Giacomo.

Teresa e Carlo vollero che sulla tomba fosse posta questa epigrafe:


Paolina Leopardi

nata in Recanati il 10 ottobre 1800

morta in Pisa il 13 marzo 1869

volle essere qui ricondotta

a dormire fra i suoi cari

anima dolce

Teresa tua

che corse per trovarsi alla tua partenza

e Carlo

che per ultimo nominasti

posero questo segno di una memoria

che durerà in loro quanto la vita


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lunedì 23 agosto 2021

Paolina Leopardi VIII Parte-I viaggi

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VIII Parte-I viaggi




Paolina Leopardi
di
Elisabetta Benucci 

I viaggi di Paolina Leopardi


Nell’ottobre del 1863 arrivò per la prima volta a Firenze, dove rimase per molto tempo, incantata dalle bellezze della città e dove incontrò, con tanta emozione, il marchese Gino Capponi, conoscente di Giacomo. Sempre a Firenze si fece ritrarre dal famoso fotografo Alinari. Nelle immagini rimandate dalle foto, adesso Paolina si presenta come la Contessa Leopardi, appartenente a una nobiltà che, agli occhi del mondo, Giacomo aveva resa effettiva e non semplice titolo: era stata l’amata sorella di lui e la confidente; era, ora, la custode della sua memoria.

Per i suoi spostamenti, Paolina utilizzava l’Omnibus, la diligenza pubblica, o il treno; capitava che nelle città usufruisse di carrozze private a noleggio. Aveva tuttavia una predilezione per il treno, che rappresentava una vera e propria rivoluzione per quei tempi. Era per lei un divertimento entrare e sostare in una stazione anche solo per vedere passare le locomotive sbuffanti con il loro multiforme carico di vagoni passeggeri e merci. Si sentiva viva in mezzo a quella folla di persone in attesa di partire. Il treno rappresentava per lei la libertà, la possibilità di volare via e di raggiungere, non più solo con la fantasia, luoghi lontani. Proprio grazie a questo innovativo mezzo di locomozione e approfittando del recentissimo completamento del collegamento ferroviario da Susa fino a Brindisi, Paolina affrontò il lungo viaggio che la condusse a Foggia a Bari, e a Brindisi. Dovunque andasse, veniva accolta quasi con venerazione e tutti le tributavano omaggi: «Il suo nome, o Paolina, è già patrimonio della storia», le scriveva un professore di Bari, in una graziosa letterina.

Andare a Napoli, però, era il «costante desiderio» di Paolina, perché doveva recarsi in quella città per una missione “speciale”: andare a visitare le spoglie di Giacomo, nella Chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, dove era il suo sepolcro. 



Sepolcro di Giacomo Leopardi




E così fu. Ai primi di aprile del 1867 si mise in viaggio per Napoli e appena arrivata, l’8 di quel mese, andò a inginocchiarsi e a pregare sulla tomba dell’adorato fratello.

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Paolina Leopardi Le opere Elisabetta Benucci








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lunedì 9 agosto 2021

Il Pensionante -Marie Adelaide Belloc Lowndes- Gilgamesh Edizioni

Il Pensionante
Marie Adelaide Belloc Lowndes
Gilgamesh Edizioni







Il Pensionante- Marie Adelaide Belloc Lowndes- Gilgamesh edizioni- Marie Adelaide Belloc Lowndes fa sicuramente parte delle firme d'oro dei mistery dei primi del  Novecento che possono ormai definirsi classiche. I loro lavori infatti sono apprezzati  da centinaia di anni e fanno scuola.
Nelle sue opere Marie A. Belloc Lowndes inserisce elementi che saranno ripresi da altrettante grandi firme e più note scrittrici.
Marie Adelaide Belloc Lowndes
illustrazione dal libro
Il Pensionante
Gilgamesh Edizioni
Per prima inventò un investigatore francese, Hercule Popeau...vi ricorda qualcuno? Sì d'accordo l'altro, l' Hercule più famoso, era belga.
Il suo stile molto British ci fa entrare poco a poco non solo nella storia che fagocita l'interesse di chi legge ma anche nella cultura inglese delle buone abitudini e del politically correct. Nessun efferato delitto viene mai descritto ne Il Pensionante ma lasciato solo immaginare, aumentando di fatto l'impressione di orrore che se ne ricava.

Questo giallo, edito ora da Gilgamesh edizioni, uscì per la prima volta nel 1913 e vendette più di un milione di copie! Questa edizione ci offre in più affascinanti illustrazioni che incorniciano gli avvenimenti che si susseguono scorrevolmente.
La traduzione, affidata a Luigi Antonio Garrone, è molto piacevole e rispetta l'età del libro scegliendo qua e là pochissimi ma accurati termini vetusti nonché la traduzione italianizzata dei nomi dei protagonisti principali, i signori Bunting, Roberto ed Elena.
La trama è molto avvincente nonostante ruoti intorno a soli sei soggetti principali,  i coniugi Bunting che affittano le camere, la  figlia e il suo spasimante, ispettore di Polizia, il Pensionante e il Vendicatore, colui che macchierà di sangue una Londra Ottocentesca nelle buie e fredde notti uccidendo solo donne...ubriache!

La storia gira intorno ad una quiete familiare e casalinga di due camerieri in pensione che per arrotondare aprono una piccola pensione. Dopo i primi anni di successo una epidemia li costringe a chiudere e a ripetere l'esperienza di affittuari,  in un ambiente più dismesso, che non sembra avere particolare fortuna finché non bussa uno strano ma rispettabile signore disposto a pagare in contanti e in anticipo...il nuovo, ed esclusivo, Pensionante!
Intanto a Londra proseguono gli efferati delitti che volta dopo volta incuriosiscono sempre più persone e attirano la curiosità della stampa e la fortuna di avere un ispettore di polizia incaricato delle indagini che frequenta la casa, in realtà perché interessato alla giovane e bella Daisy, non può sfuggire a Roberto Bunting estremamente curioso di questi omicidi.
Quindi scopriamo il rapporto di coppia dei locatari e di questi con la figlia e il giovane ispettore e non da ultimo con Il Pensionante. Soprattutto Elena Bunting, che avrà a che fare quasi esclusivamente con il loro stravagante pensionate, ci porterà con poche ma calde descrizioni in giro per una Londra di fine ottocento, tra i vicoli e le nebbie che come un'osmosi arrivano a turbarla e con lei chi legge e a voler sapere se chi ospita al piano di sopra sia quello di cui ormai tutti i giornali londinesi parlano, colui che uccide impunemente donne perdutamente dedite all'alcol, lasciando poi sulle loro sottane macchiate di sangue un biglietto con scritto 'Il Vendicatore'.
Fino all'ultima pagina davvero rimarremo con il dubbio su chi sia il Vendicatore e soprattutto su chi sia Il Pensionante. Marie Adelaide Belloc Lowndes ci terrà fino alla fine incollati al libro perché' non tutto quello che si vede può essere come è ma non è detto che non lo sia.
Quindi chi sarà davvero Il Pensionante?
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Il Pensionante: Un capolavoro del giallo classico
Marie Adelaide Belloc Lowndes
Gilgamesh edizioni
2021
pagg. 151 
Il Pensionante Marie Belloc Lownden






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lunedì 2 agosto 2021

Paolina Leopardi VII Parte La seconda vita di Paolina Leopardi





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VII Parte La seconda vita di Paolina Leopardi

PAOLINA LEOPARDI 
di
Elisabetta Benucci 

La seconda vita di Paolina Leopardi

Con la morte della madre, per Paolina iniziò una seconda vita; ormai in tarda età, riuscì a vivere la sua «stagion lieta» e a realizzare i suoi sogni. Di fatto, Paolina è stata la protagonista di una storia triste e insieme straordinaria. La sua, si potrebbe pensare, è un’esistenza emblematica fra le mortificanti esistenze di donne gentili dell’Ottocento, nate da nobili casati, sorelle o figlie di geni illustri. Invece, la condizione di Paolina fu per molti versi anche peggiore, nello stato di estrema severità di vita nel quale la segregò il sistema familiare. Ma la sua è anche la storia di un riscatto, quando, liberatasi dalle catene, conobbe così il piacere della libertà, dei viaggi, delle relazioni affettuose, delle vanità. Quasi sessantenne, quindi “vecchia” per quell’epoca, Paolina prese il coraggio a due mani e con grande forza d’animo si aprì a un nuovo destino, affrontando l’ignoto.

Era un vero e proprio “miracolo” per Paolina questa nuova vita. Decise di fare tutto quello che finora le era stato impossibile realizzare: comprare tanti libri, rinnovare il guardaroba (che diventerà quello di una signora elegante e raffinata), programmare una serie di viaggi che la porteranno in molti luoghi degli stati della penisola, poi dell’Italia unita, visitando le principali città centro-meridionali e soggiornando piuttosto a lungo in alcune di quelle dove Giacomo aveva vissuto: Bologna, Firenze, Napoli, Roma, Pisa. Una specie di itinerario del cuore sulle orme del fratello, alla scoperta dei luoghi a lui cari o che avevano pesato sulla sua vita, e dove, chissà, avrebbe potuto incontrare qualcuno che Giacomo lo aveva conosciuto davvero: a Firenze e a Pisa succederà. 


Questa nuova libertà le aveva permesso di iniziare un’amicizia piena di affetto e di confidenza con Marzio Politi, giovane colto, raffinato bibliofilo e antiquario, di nobile famiglia recanatese. A lui Paolina aprirà il suo cuore; chiederà consigli, racconterà le sue ansie, commissionerà riviste e libri. Marzio la accontenterà in tutto, perché aveva molto a cuore l’amicizia con quella nobildonna, probabilmente così diversa dalle tante altre signore che conosceva. 

Insieme a Marzio Politi, Paolina poteva adesso godere della vicinanza e dell’affettuosa amicizia di Teresa Teja (1826-1898), la vedova torinese che il fratello Carlo sposò in seconde nozze l’8 luglio 1858. Per l’ occasione Paolina prestò alla futura cognata un anello a due file di brillanti, appartenuto ad Adelaide, perché Carlo desiderava che durante la funzione Teresa indossasse la fede nuziale che era stata di sua madre.

Nonostante i rapporti tesissimi per questioni di denaro con il nipote Giacomo, l’erede universale, Paolina cominciò nel 1858 a compiere i primi viaggi e ad allontanarsi da Recanati. Visitò inizialmente Senigallia, San Benedetto, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro; andò a Foligno e ad Assisi; poi a Modena, a Parma e a Reggio Emilia. A Modena incontrò per la prima volta le sorelle Brighenti con le quali aveva carteggiato tutta la vita, ma che mai aveva fino ad allora conosciuto di persona.

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