Racconti di Natale- Marchesa Colombi. Maria Antonietta Torriani, la futura Marchesa Colombi, é una donna dal temperamento vivace e curioso. E' intraprendente, quando arriva in giovane età a Milano da Novara, senza contatti e con una modesta somma di denaro si propone alle nascenti riviste, giornali e case editrici e non si fa problemi a regalare le sue composizioni pur di farle pubblicare e diventare nota né a riutilizzarle, modificate ad hoc. E' curiosa delle abitudini e della cultura altrui, pur da autodidatta, legge i grandi scrittori d'Oltralpe e soprattutto d'Oltremanica che sembra apprezzare notevolmente e che non mancherà dapprima di insegnarli come professoressa presso l'Istituto femminile da lei creato insieme ad Anna Maria Mozzoni a Milano, il liceo Maria Gaetana Agnesi, e in seguito di citarle nelle sue opere ormai come Marchesa Colombi.
Se é pur vero che fu attenta lettrice ed estimatrice di autorevoli firme straniere anche le sue opere videro continue ristampe e traduzioni in particolare in Inghilterra dove il suo stile sarcastico fu molto amato e paragonato a quello di Jane Austen.
La Marchesa Colombi se da una parte contribuiva ad una cultura italica di prima formazione con i suoi scritti improntati alla descrizione della condizione femminile con l'intento di migliorare gli aspetti quotidiani delle donne, ricordiamo che ad esempio il suo romanzo "In Risaia. Racconto di Natale" sulla vita delle mondine fu citato in Parlamento per denunciarne le difficili condizioni di lavoro, dall'altra attingeva anche alle tradizioni straniere come quella inglese del Christmas Book inventato da Charles Dickens proprio in quegli anni. La Marchesa Colombi non si sottrae ma anzi coglie l'occasione a sua volta largamente sfruttata dai primi editori italiani di partecipare, ormai in qualità di nota firma letteraria, a quella che qui prende il nome di Strenna di Natale.
Scrive così nel 1873 Racconti di Natale, una silloge di quattro racconti brevi molto diversi tra loro, ognuno con un chiaro scopo educativo rispetto ai lettori e soprattutto alle lettrici.
Il riferimento stilistico al padre della tradizione inglese del genere é presente ma si arricchisce di elementi propri dello stile "marchesiano" nonché verista.
La produzione natalizia della Marchesa Colombi durerà un arco di dieci anni e rappresenterà quindi una parte importante della sua intera produzione letteraria. Oltre il libro Racconti di Natale scriverà infatti altri racconti brevi oltre a quelli dedicati all'infanzia.
Racconti di Natale comprende, come originariamente pensato dalla Marchesa Colombi, quattro racconti: "Sogni dorati", "Carmen", "Chi prima non pensa in ultimo sospira" e "Cavar sangue da un muro" un racconto macabro che come racconto natalizio proprio non ci si aspetterebbe. Ma la caratteristica della produzione letteraria di Natale della Marchesa Colombi, come detto, ha delle sue specificità che se da una parte possono destabilizzare chi legge dall'altra danno conto dell'abilità e capacità produttiva del talento letterario della Marchesa Colombi sempre attenta alle tendenze sociali sia che riguardino la moda e i costumi, ricordiamo anche la sua attività di giornalista di costume, sia che interessino i gusti del pubblico. La così detta Strenna Natalizia fu infatti per la Marchesa Colombi l'occasione di cimentarsi in vari generi letterari dal patetico al noir dal macabro alla letteratura per l'infanzia. Racconti di Natale editi ora dalle Edizioni Croce, presentano anche altri brani natalizi come "Suor Maria", "il Curare" e il racconto per l'infanzia "Il Segreto" che vede come protagonista l'irrequieta Giorgina.
La vasta composizione natalizia viene in questa edizione infatti per la prima volta proposta in un'unica opera che vede appunto anche Racconti di Natale, ripubblicati dopo quasi centocinquanta anni per la prima volta. Come potete leggere nella nota introduttiva ho rielaborato il testo per rendere la lettura più fruibile ed agevole, alle lettrici e ai lettori di oggi, commutando vocaboli ormai in disuso e di difficile comprensione come ad esempio Carnovale o Candelliere e inserendo note per spiegare e chiarire termini per l'epoca ricercati e raffinati che invece sono ormai per noi termini acquisiti o completamente desueti e il cui significato si è perso.
Quando i Racconti di Natale uscirono ebbero molte critiche positive ma anche negative rispetto proprio alle scelte linguistiche usate dalla Marchesa Colombi che oltre a dimostrare una grande dimestichezza con termini stranieri, largamente utilizzati nel testo, a volte peccava invece di ingenuità con espressioni italiane non sempre contestualizzate correttamente come quando usa "Arrivederci" al posto di "Ciao" (nel testo anche questo è stato corretto 😉).
Nonostante però alcuni limiti linguistici, d'altronde l'Italia come nazione era appena nata e ancora da forgiarsi anche nella sua identità linguistica ben definita, la Marchesa Colombi fu molto apprezzata e addirittura definita dagli stessi critici 'La Carlo Dickens d' Italia'!
In questi racconti inoltre si possono scoprire le tradizioni natalizie che erano assai diverse dalle nostre ma ben presenti anche all'epoca; in ogni regione c'era infatti un modo diverso di aspettare e vivere le festività in cui ancora non esisteva l'albero di Natale ma il Dono del ceppo, che vedeva un albero addobbato con i regali da donare e ricevere, doni soprattutto di vestiario e pochi dolciumi, i chicchi, per i bambini. Non c'era ancora neanche Babbo Natale ma era Gesù bambino che portava i regali. Il panettone era una squisitezza sconosciuta alla maggior parte del popolo italiano ed aveva un significato simbolico riferito alla vita campestre... Non sappiamo bene quale sia stato l' animo natalizio della Marchesa Colombi visto le vicende private che l'hanno toccata, il suicidio della nipote, il divorzio dal marito e la mancanza di una sua prole ma molte storie nascevano proprio dagli incontri con i suoi nipoti a cui dobbiamo quindi la verve creatrice della Marchesa che evidentemente si divertiva a scrivere per le feste natalizie racconti per intrattenere la sua famiglia e che dovevano riscuotere molto apprezzamento se poi si sentiva di scriverne altri. Nella nota dedicatoria ai Racconti di Natale lei stessa scrivendo a suo zio Baldassarre Torelli, descrive i suoi Natali in famiglia, quelli della sua infanzia. Natali mesti che rieccheggiavano dei ricordi del suo padrino: "Ho serbato l'abitudine di famiglia di dare grande solennità a questa festa, di celebrarla con auguri e doni. Ma ne ho serbato pure quel senso di commozione e di raccoglimento che mi ispirava nella mia prima giovinezza". Il Natale è quindi come per ciascuna-o di noi una festa molto privata che le ricorda momenti familiari trascorsi con i suoi cari come ci racconta appunto nella dedica firmata esclusivamente e confidenzialmente solo come Maria.
Lei stessa poi ci dà conto, sempre nella nota dedicatoria iniziale, dell'intento con cui ha scritto ogni racconto del libro.
Infine nell'aver curato questa raccolta, ma com visto anche riedizione, che comprende appunto Racconti di Natale e gli altri brani natalizi, la maggior parte della produzione natalizia della Marchesa Colombi, ho voluto analizzare al di là dello stile letterario, la volontà con cui la Marchesa Colombi anche nella sua produzione natalizia ha un chiaro obiettivo educatore nei confronti delle donne, nonché delle bambine, attraverso cui spera di cambiare la condizione femminile partendo dalla concezione che le donne stesse hanno della realtà in cui vivono e si trovano ad agire e che è data dai condizionamenti sociali a cui sono sottoposte. Questo facendoci incontrare protagoniste diverse accumunate dalla condizione patriarcale in cui vivono e da cui riescono o meno a sottrarsi.
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