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giovedì 17 agosto 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #42


# 42 The Help




L'attualità internazionale è focalizzata sui recenti avvenimenti razzisti di Charlottesville a cui OG vuole rispondere con il film di questa settimana. Infatti OG vi propone una commedia, dai temi però seri, del 2011 basata sul romanzo, best seller, di Kathryn Stockett, e che vede protagoniste Jessica Chastain ed Emma Stone.
Vincitore di un Oscar come miglior attrice non protagonista, questo film non ha ottenuto molta visibilità in Italia, invece meriterebbe di essere conosciuto e visto.

Trama:
Mississipi anni '60 una giovane ragazza (Emma Stone) sogna di diventare scrittrice e cogliendo ispirazione dal suo quotidiano decide di scrivere un libro su come le donne di colore, le domestiche delle borghesi mamme di famiglia bianca, concepiscono la loro condizione. Chiede aiuto alla domestica interpretata da Octavia Spencer (premio Oscar come miglior attrice non protagonista) a cui si aggiungeranno mano a mano altre colf decise ad aiutare la giovane nel suo intento anche perché si scopre che la ragazza è stata cresciuta dalla sua Tata di colore a cui in questo modo vuole dare atto dei bei momenti e dei valori che le ha trasmesso rispetto ad una madre scostante attenta solo alle apparenze.
Quando il libro uscirà, farà scandalo tra le benestanti signore “per bene” della borghesia americana.

Scelto perché:
Questo film ci permette di entrare in un'ottica diversa, duplice facendoci vedere una condizione femminile duale, quella delle donne sì ma che hanno un 'handicap' in più, quello del colore della pelle che le ha condizionate da sempre rendendole per forza delle domestiche di signore bianche di famiglie “per bene” ma proprio in quegli stessi anni ('60) Betty Friedman scriverà analizzando proprio la condizione di quella classe borghese femminile che apparentemente sembra essere appagata, sembra avere tutto, essere benestante e libera ma che è in realtà succube di altrettanti condizionamenti sociali di cui le donne “bianche” stesse non sono consapevoli, la “mistica della femminilità” come la definì Friedman.
Queste donne vengono meno anche alle femministe, suffragette, della così detta “prima ondata” che a fine '800 appoggiavano le rivendicazioni razziali per scoprire che le loro stesse, seppur bianche, non avevano diritti, come Lucretia Mott o Elisabeth Cady Stanton.
Un film commedia quindi che però propone un tema serio che dà vari spunti di riflessione e che andrebbe fatto conoscere e vedere.

Titolo: The Help
Nazionalità: USA, Emirati Arabi Uniti, India
Anno: 2011
Durata: 146 min
Regia: Tate Taylor

Cast: Emma Stone, Jessica Chastain, Octavia Spencer




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martedì 4 febbraio 2014

In ricordo di Betty Friedan...la femminista della seconda ondata


Almanacco del giorno 4 Febbraio: Betty Friedan




descrisse la condizione femminile in modo pungente e preciso



Nata Betty Naomi Goldstein, in Peonia, Illinois, nel 1920, il 4 febbraio; si è spenta nello stesso giorno, all’età di 85 anni nel 2006, Betty Friedan, una delle madri del così detto “femminismo della seconda ondata”.
Scandalizzò l’America puritana e ben pensante con i suoi lavori sulla condizione delle donne americane, denunciandone l’insoddisfazione e la frustrazione mascherate da una esteriore facciata di brave madri e mogli.

Nata da un esule ebreo russo e da una madre russa che la iniziò alla carriera giornalistica, si dimostrò subito geniale nelle sue attività scolastiche. Si diplomò con il massimo dei voti nel 1942; vinse una borsa di studio per l’università di Berkley, in California, dove si laureò in Psicologia, e ne vinse una ancora più importante per il dottorato che rifiutò acconsentendo alle richieste del suo compagno di allora spaventato dal di lei successo. Un errore che ricorderà spesso nelle sue interviste.

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L’opera che la rese famosa fu “The Femminine Mystique” ossia “La mistica della femminilità”, un lavoro di ricerca che era nato come studio per la sua maturità ma che successivamente fu ampliato da una serie di ricerche rivolte a confermare il suo operato ad un livello più ampio. Il risultato fu sconcertante per la stessa autrice, infatti, queste ricerche misero in luce quanto le donne, nonostante un’apparente facciata di perbenismo e serenità, fossero insoddisfatte delle loro vite, un male che lei definì: “Il problema senza nome”.
Inizialmente Betty Friedan cercò di far pubblicare il suo studio, sotto forma di articolo, su diverse testate femminili, ma i loro editori maschi, uno ad uno, lo rigettarono dicendo che si trattava di una donna malata, insoddisfatta della sua vita. Friedan però non si arrese e trasformò quell’articolo, nel 1963, in un libro che venne pubblicato durante lo sciopero di un quotidiano e che successivamente fu ripreso anche da altri giornali. In questo libro Friedan mette in evidenza come per le donne, anche quelle della buona borghesia con una cultura media avanzata, l’unico modello disponibile fosse quello di madre e moglie.

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Non soddisfatta dell’attenzione e dello shock provocato nella società americana, fondò nel 1966 insieme ad altre colleghe, il NOW, National Organization for Women, che con dimostrazioni e cortei, il più visibile fu lo sciopero per l’uguaglianza tenuto nell’agosto del 1970, ottenne importanti risultati per le donne americane e per l’intera società statunitense come una presenza più costante delle donne in politica, nelle forze armate, nelle scienze, nonché la legge in favore dell’aborto.
In realtà non fu mai molto amata dalle femministe per il suo carattere abbastanza rude e fu accusata di essere la porta voce di quelle donne dei ceti medi, bianche e benestanti e di non prestare invece attenzione alle minoranze, ai poveri e alle lesbiche. Nonostante questo però Betty Friedan è comunque considerata universalmente un’importante figura del femminismo contemporaneo, ammessa anche nel 1993 nella Women's Hall of Fame, e riconosciuta meritevole di diverse lauree onorarie. Ha passato gli ultimi anni della sua vita tenendo lezioni ed incontri nelle università americane, portando avanti instancabilmente il suo messaggio che potremmo così sintetizzare: “Some people think I'm saying, 'Women of the world unite — you have nothing to lose but your men. It's not true. You have nothing to lose but your vacuum cleaners."


Opere:
¨ The Femminine Mystique, New York: W.W. Norton,1963
¨ It Changed My Life, New York: Random House, 1976
¨ The Second Stage, Summit, 1981
¨ The Fountain of Age, Simon & Schuster, 1993
¨ Life So Far, Simon& Schuster, 2000 (la sua biografia)


Biografia italiana:
¨ Betty Friedan, "La mistica della femminilità", trad. it. di L. Valtz Mannucci, Edizioni di Comunità, Milano 1964.
¨ Raffaella Baritono, “Il Femminismo americano degli anni '60”, "Storicamente", 4, 2008.
¨ Betty Friedan, "La mistica della femminilità", a cura di Turozzi C., Ed. Castelvecchi, 2012.


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