Almanacco del 10 Febbraio:
Virginia Zucchi ritratta da Georges Clairin, 1884. |
Nata il 10 febbraio a Parma, Virginia Zucchi, diventerà la 'Divina
Virginia', per aver portato nel mondo la sua arte.
Stella del Balletto nell’Italia dell’Ottocento, Virginia fu
allieva del direttore della Scala di Milano, Carlo Blasis, l’ideatore della
struttura della lezione di danza classica che tutt’oggi vige inalterata, colui
che voleva non solo creare danzatori ma veri artisti e concepiva il suo
insegnamento arricchito dalle materie artistiche quali la pittura, la musica,
la letteratura per forgiare una sensibilità oltre la mera tecnica.
Virginia Zucchi, ritratta da Fedor Bronnikov, 1889. |
Virginia fu tra le sue allieve anche se non entrò mai alla Scuola della Scala
vera e propria ma seguì i suoi insegnamenti come quelli del suo assistente
Lepri. Proveniente da una famiglia di danzatori, i suoi zii erano apprezzati
professionisti, Virginia debuttò a
Varese nel 1864 a
soli quindici anni.
Da qui iniziò la sua carriera che la portò in giro per l’Italia, da Roma a Napoli…, e dieci anni dopo, nel 1874, finalmente anche alla Scala di Milano. La sua fu una carriera però internazionale, fu invitata e reclamata anche all’estero da Berlino, dove il noto Paolo Taglioni rivisitò per lei l’opera La Fille mal gardée, a Parigi, a Londra, a Madrid e nel 1885 a Pietroburgo dove la sua carriera e fama toccherà il suo apice massimo.
Da qui iniziò la sua carriera che la portò in giro per l’Italia, da Roma a Napoli…, e dieci anni dopo, nel 1874, finalmente anche alla Scala di Milano. La sua fu una carriera però internazionale, fu invitata e reclamata anche all’estero da Berlino, dove il noto Paolo Taglioni rivisitò per lei l’opera La Fille mal gardée, a Parigi, a Londra, a Madrid e nel 1885 a Pietroburgo dove la sua carriera e fama toccherà il suo apice massimo.
Virginia fu accolta a Kin Grust, il teatro che in estate
apriva i suoi battenti per sostituire la programmazione del Balletto Nazionale
di Pietroburgo, e qui fu osannata ed
acclamata, avendo incantato la platea russa anche lo Zar Alessandro III in persona la volle a corte e le
presentò un ingaggio che la tenne a San Pietroburgo per tre anni durante i
quali si meritò l’epiteto di “Virginia
la divina” per i suoi virtuosismi tecnici. In seguito continuò la sua carriera in Russia ma con una sua Compagnia.
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Virginia Zucchi, fu una grande artista che perfezionò con la
sua tecnica la scuola di danza russa, facendola crescere e acquisire quel
prestigio che noi oggi ancora le riconosciamo. Fu una donna che seppe imporsi ed
impose la sua bravura diventando un esempio da emulare e raggiungere.
Virginia Zucchi in "La Esmeralda", 1886 |
A Virginia Zucchi si devono performance memorabili, entrate
nella storia, come quelle de “La Figlia
del Faraone”, “La Fille Mal Gardée”
e “La Esmeralda”, tutte del grande
coreografo Marius Petipa, nonché il balletto “Excelsior” di Luigi Manzotti, eseguito alla Scala di Milano nel 1883
e “Sieba” eseguito a Parigi nello
stesso anno.
Dopo l’esperienza e lo strepitoso successo russo, tornò in
Europa dove danzò ancora a Parigi nel 1885 all’Opéra e poi ancora a Nizza nel
1898, ritirandosi poi dalle scene pochi anni dopo nel 1900.
Scelse Monte Carlo come sua dimora stabile e lì aprì una sua
scuola di danza dove volle insegnare essa stessa.
Morì a Nizza il 12 ottobre 1930.
A Virginia Zucchi si deve l’aver portato ed esportato la
qualità d’esecuzione del balletto italiano nel mondo, dalla Francia alla
Russia, l’aver contribuito alla crescita dell’arte tersicorea potenziandone
la tecnica e l’esecuzione, arricchendola dell’espressività propria di un’
artista; a lei si deve anche la creazione del moderno tutù che Virginia volle
fosse accorciato, ritenendolo troppo lungo e troppo antiquato.
La sua influenza nella tecnica di Tersicore è oggi
innegabile come lo fu alla sua epoca, poiché grandi danzatrici sue
contemporanee da subito ne ammisero la grandezza e l’abilità; di lei, Mathilde Kschessinska, quella che diventerà, anche grazie ai suoi insegnamenti ed al suo
ascendente, la prima ballerina in assoluto del Balletto russo, pochi anni dopo
la Zucchi, dirà: “Avevo quattordici anni
quando la famosa Virginia Zucchi venne a San Pietroburgo. Dal giorno in cui
Virginia Zucchi apparse sui nostri palcoscenici, cominciai a lavorare con fervore,
energia e dedizione: il mio unico sogno era di emularla. (…)”[1].
[1] SCHOLL TIM, “From Petipa
to Balanchine: classical revival and the modernization of ballet” , 1994,
Ed. Routledge.
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È una storia davvero interessante e che non conoscevo, bravissima😍
RispondiEliminaGrazie mille Arianna. A presto
EliminaLa danza ha alle spalle una storia che merita di essere assolutamente conosciuta. Purtroppo io non ho studiato danza, tuttavia resto sempre affascinata dai danzatori e dalle grandi danzatrici come Virginia Zucchi che ha esportato tecnica e classe in altre realtà estere.
RispondiEliminaMaria Domenica
Sì Virginia Zucchi è pressoché sconosciuta, almeno qui da noi ed è un peccato merita assolutamente molta riconoscenza.
EliminaMi piace leggerti, lo sai, e scoprire con la tua penna queste donne di storie, così uniche ed incredibili, che hanno contribuito a rendere speciale la nostra storia, le nostre tradizioni, arti e culture. Ciao Federica www.venicefineart.it
RispondiEliminaGrazie mille Federica! Ricambio il mio interesse lo sai per il tuo lavoro su Venezia. A presto
EliminaOgni grande periodo storico è accompagnato da passi di danza. Non conoscevo questa affascinante storia e mai mi sono chiesta da dove arrivasse il tutù! Ci sono cose che dai per assodate e invece nascondono lunghe conquiste.
RispondiEliminaGrazie 😆. A presto
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