La rete non ci salverà - Lilia Giugni. Longanesi. Lilia Giugni in questo libro riesce a farci vedere una rete
invisibile, non solo la rete che da decenni ci muove su internet ma quella rete
invisibile che condiziona le nostre vite, soprattutto quelle delle donne e
delle minoranze grazie all’approccio intersezionale che permea l’analisi.
Riusciamo quindi a vedere mano a mano che proseguiamo nella lettura come la
tecnologia che pensiamo di usare in realtà ci usi e non solo per quanto
riguarda i dati personali o sensibili. Scopriamo infatti che c’è un rovescio
dello schermo, un mondo che sfrutta, maltratta e violenta le donne che
coinvolge l’intera catena di creazione, produzione e uso delle tecnologie che
invece spesso diamo per neutre. Il problema, ci ammonisce più volte l’autrice, certamente non sono le tecnologie ma come esse sono concepite ed usate ma in
una società patriarcale, capitalista e misogina non possiamo non evidenziarne l’ineguaglianza
e lo sfruttamento ai danni delle donne che ne deriva.
Post sulle Donne indigene |
Con questa opera l’autrice auspica di mettere noi donne di fronte alla realtà per rimboccarci le maniche ed agire su un sistema che va
conosciuto per difenderci e soprattutto cambiarlo, così come Germaine Greer ci invitava a “voltarci e combattere”.
Accettiamo quindi la sfida che si rinnova con questa opera
potente.
Le testimonianze e le storie di tante donne, italiane ed
estere, bianche e non, lavoratici e non, ricostruiscono vivamente ai nostri
occhi questa rete che il filosofo settecentesco invitava a squarciare per
liberare la condizione delle donne da questi fili che ne pregiudicavano e
guidavano le esistenze, anche noi ora pienamente coscienti possiamo iniziare a tirare
i fili affinché si dissolva la trama
sottile che imprigiona le donne nelle nuove tecnologie. Da condizioni di lavoro
sottopagato, dal lavoro in miniera per le materie prime necessarie all’assemblaggio
e produzione degli strumenti che quotidianamente usiamo, alla violenza a cui
sono sottoposte coloro che moderano i contenuti violenti dei social, che sono
per la maggior parte donne. Così come giovani che loro malgrado ritrovano la
loro vita privata su internet come il drammatico esempio di Tiziana Cantone,
tutte donne a cui è dedicato il libro.
Ma ci sono anche i famosi algoritmi tramite i quali, senza rendercene
conto, solo per il fatto di essere donne possiamo essere escluse o meno da posti
di lavoro o da concessioni di mutui: “La transazione digitale ha portato con sé anche ingiustizie più sottili e incastonate nelle tecnologie d’avangaurdia”[1]
, ingiustizie che inconsapevolmente contribuiamo a riproporre e diffondere
anche solo usando, creando contenuti, mantenendo attive queste tecnologie.
Siamo tutte ‘casalinghe digitali’[2].
L’autrice riesce bene a mettere in evidenza come questo circolo vizioso da ‘macchina
dalle uova d’oro’ ha ‘trasformato
gradualmente ma inesorabilmente ogni aspetto della vita umana in risorsa
economica, solitamente senza il nostro consenso’[3].
Come ci indica l’autrice c’è un filo invisibile che passa
dalle risorse naturali che servono a far funzionare i nostri dispositivi high
tech a chi nelle fabbriche li assembla fino a chi ci incappa involontariamente
(si vedano i vari episodi di chi si è ritrovata su Hub-porn) perché come ci fa
riflettere l’autrice questo mondo spesso ritenuto immateriale invece un
riflesso materiale ce l’ha e guarda caso è a spese delle donne.
Link al post sulla Tesi di Laurea sul Linguaggio di genere |
Ma Lilia Giugni ci dà anche dei rimedi per non cadere nella
rete e anzi rialzarci e diventare attrici attive affinché qualcosa, molto,
cambi.
Se per secoli si è attribuito alle donne la capacità di tessere tele nelle quali catturare gli uomini, si
pensi solo alle opere di Bouchet o di Aylic Langle[4]
a noi piace invece, alla luce della
lettura de La rete non ci salverà di Lilia Giugni, pensare a l’unica filosofa e
scrittrice che nel Seicento rivoltò questo simbolo contro le donne in positivo
per reclamare la naturalezza del suo pensiero creativo, scardinando e
rivoluzionando le regole intellettuali e sociali con il concetto di trama e
scrittura: Margaret Cavendish. Così anche noi seguendo i consigli di Lilia
Giugni potremo essere novelle Cavendish ognuna con il proprio contributo che, goccia nel mare, anche questo piccolo
blog cerca di fare da decenni.
[1] Lilia
Giugni, La rete non ci salverà, Milano, Longanesi, pag. 51.
[2] Ivi, pag.
139.
[3] Ivi, pag.
118.
[4] A. Buchet,
Les femmes qui savent souffrir avec une introduction sur les femmes dans la
societè chrétienne: Une toile d’aragnée, Paris, 1862. E Aylic Langle, La tolie d’aragnée,
Paris, 1864.
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