Eleonora d'Arborea Bas, Giudicessa di Arborea |
Quando suo padre, Mariano IV, viene
eletto giudice d'Arborea nel 1347, le guerre tra pisani e genovesi
per il possesso dell'isola erano terminate già nel 1284 con la
battaglia della Meloria, in cui la Repubblica pisana aveva
sostanzialmente perso il suo dominio in favore dei genovesi e
soprattutto degli aragonesi che dopo l'accordo con Papa Bonifacio
VIII, in cambio di un loro disimpegno in Sicilia nella disputa con
gli Angioini, erano stati investiti del Regno di Sardegna.
La nuova dominazione spagnola non impiegò molto a voler imporre una sua organizzazione, elargendo a valenziani e catalani nuove terre e titoli che non tenevano conto degli antichi privilegi e tradizioni.
Il porto di Livorno di fronte la Torre della Memoria dove avvenne la battaglia tra pisani e genovesi. |
La nuova dominazione spagnola non impiegò molto a voler imporre una sua organizzazione, elargendo a valenziani e catalani nuove terre e titoli che non tenevano conto degli antichi privilegi e tradizioni.
Mariano IV decide quindi di combattere
“lo straniero” e difendere gli usi e costumi, nonché le antiche
organizzazioni territoriali, ingaggiando una battaglia contro gli
aragonesi. Si allea per questo con i Doria, la famiglia genovese
presente sull'isola con importanti possedimenti terrieri.
Le
numerose vittorie di Mariano però iniziano a preoccupare lo stesso
alleato genovese e la loro alleanza viene meno quando Brancaleone
Doria decide di passare dalla parte degli Aragonesi.
La mancanza di una salda alleanza che
non si basasse sulla sola strategia fu risolta dal figlio di Mariano
IV, Ugone III, quando gli succedette
dopo la sua morte nel 1376.
Ugone decide infatti di far sposare
sua sorella Eleonora con il Signore di Longodoro, Brancaleone
Doria.
Le nozze si celebrarono intorno al 1376 e da quel momento
Eleonora diventa la domina di questa alleanza
politico-familiare.
Nozze di Eleonora d'Arborea con Brancaleone Doria, Antonio Benini. Credit Wikipedia. |
Suo
fratello Ugone III infatti è stato ucciso ad Oristano e il Regno
d'Arborea rischia di essere vulnerabile a sommosse interne e
all'attacco degli spagnoli. Invocando l'antico diritto regio per cui
una donna poteva succedere al padre o al fratello, si porta sul campo
di battaglia.
A cavallo si sposta sul vasto territorio per evitare
sommosse e rappresaglie, reclama il Regno d'Arborea per suo figlio
Federico e vuole che, in modo pacifico questa volta, anche la Spagna
lo riconosca e lo accetti legittimamente.
C'è bisogno quindi di un'ambasciata
fidata anche per gli spagnoli e chi meglio di suo marito Brancaleone?
La famiglia genovese dei Doria anche dopo il matrimonio con
Eleonora era rimasta infatti fedele agli Aragonesi, preferendo una posizione
neutrale.
Brancaleone si decide quindi a partire
alla volta del Re di Spagna che lo accoglie con tutti gli onori. Ma
mentre Brancaleone è occupato nel suo viaggio diplomatico, Eleonora
non sta ferma ad aspettare.
A capo delle sue milizie difende
intanto il suo territorio e conquista castelli e fortezze,
costringendo gli spagnoli a rinchiudersi e resistere.
Le sue gesta
però non mancano di arrivare puntualmente al Re spagnolo che ora
iniziava a dubitare della fedeltà di Brancaleone il quale viene
sempre più attenzionato fino ad essere imprigionato.
Eleonora
riceve quindi una proposta di scambio: avere indietro suo marito in
cambio di suo figlio Federico che sarebbe dovuto crescere alla corte
spagnola. Brancaleone stesso avrebbe portato alla moglie l'ambasciata
e, per il resto, però avrebbe dimorato, in custodia, nel Castello di
Cagliari.
Il Castello di Eleonora d' Arborea, Sanluri. credit: wikipedia |
Nel frattempo Eleonora però aveva
riconquistato Oristano, punito gli assassini del fratello e
ristabilito l'antica legge ed organizzazione del Regno. Riunita la
Corona de Logu, l'assemblea elettiva, le aveva fatto giurare fedeltà
al figlio Federico di cui ne aveva assunto la reggenza.
Quando l'anno seguente finalmente
Brancaleone propone le condizioni di scambio, Eleonora rifiuta
categoricamente di consegnare suo figlio Federico di fatto già
investito come futuro sovrano.
Lo scontro d'armi diventa inevitabile.
Il re di Spagna pur avendo come ostaggio Brancaleone però si rende
conto che non conviene uno scontro diretto, infatti Eleonora nel
frattempo aveva riconquistato gran parte del territorio isolano e
agli spagnoli non rimanevano che Cagliari ed Alghero. In effetti
Eleonora costrinse gli aragonesi ad una dura resistenza asserragliati
nel Castello di Cagliari che veniva sorvegliato e depredato in
continuazione. Una strategia di attacco e indebolimento che non
sfociò mai in guerra aperta, per volontà del re spagnolo, ma che
durò ben due anni.
Pietro Alfonso d'Aragona detto il Cerimonioso |
Nel 1836 Eleonora decise quindi di far
evadere il marito ma il progetto viene scoperto e la resa diventa
l'unica soluzione.
Mentre si trattano le condizioni della pace che
in realtà riconoscevano molte delle istanze che Eleonora reclamava
per il popolo, le leggi e le tradizioni della sua terra, il re Pietro
IV, il Cerimonioso, muore. Gli succede il figlio Giovanni che rivede
al rialzo tutte le clausole tra cui la liberazione di Brancaleone
Doria condizionata alla piena applicazione delle altre che a
differenza del precedente patto risultavano questa volta estremamente
dure per Eleonora e il suo feudo.
Eleonora doveva anche restituire tutti
i castelli armati e riarredati con i soldi della famiglia Doria prima
di riconsegnarli agli aragonesi. Doveva sciogliere il popolo dal
giuramento al figlio e pagare il censo feudale dai tempi di suo
padre.
Il Regno d'Arborea inoltre veniva riconfermato alle loro
concessioni ma se non ci fossero stati eredi, Federico infatti nel
frattempo era morto ed era rimasto solo il secondogenito Mariano, il
territorio doveva tornare al sovrano spagnolo.
La Pace di Cagliari
fu firmata nel 1388.
il Giudicato d'Arborea |
Eleonora dopo aver rimostrato
ufficialmente le sue contrarietà al re, si muove sul campo.
Dai
monti della Barbagia fino al mare di Ogliastra smuove la popolazione
che l'acclamava festante, riconquistando i territori persi; di nuovo
agli spagnoli non rimangono che Cagliari e Alghero.
Il re spagnolo
nonostante avesse proclamato nel 1392 Eleonora e Brancaleone ribelli
e condannati a morte, non si decide però a mandare un contingente
sull'isola per ristabilire la pace e con lo scoppio di nuovi tumulti
in Sicilia perde ancora più tempo che Eleonora sfrutta tutto a suo
vantaggio.
Decisa a riunificare l'isola sotto il
suo casato, riorganizza politicamente, amministrativamente,
giuridicamente il suo territorio. Riprende il progetto di suo padre
Mariano IV ma lo modernizza. Scrive una nuova Carta de Logu nel 1395.
La Carta mette per iscritto gli antichi
usi e tradizioni locali a cui tuttavia Eleonora non manca di dare una
sua personale impronta “riformatrice”.
Stabilisce che le pene
previste sia in caso di questioni pubbliche o tra privati siano
stabilite da un'autorità pubblica, vietando un accordo di
risarcimento privato. Le pene fisiche invece sono previste solo per i
casi più gravi come quello di omicidio o lesa maestà.
Introduce
il concetto di intenzionalità del reato commesso e quindi la
differenza tra dolo e colpa.
Su tutto c'è la volontà di instaurare
un principio di sovranità che regoli la pratica privata per quanto
antica con l'obiettivo di formare una nazione sarda.
Particolare attenzione pone anche alla
condizione femminile, istituisce infatti la comunione dei beni nel
matrimonio, la salvaguardia della moglie e dei figli dal marito
pignorato e soprattutto riconosce alla donna libertà di rifiutare un
matrimonio riparatore dopo una violenza sessuale.
Riorganizzato così il suo territorio
Eleonora prosegue la sua battaglia contro gli spagnoli che nel
frattempo erano impegnati anche sul fronte siciliano.
Re Giovanni
era da parte sua invece sempre più distante dai suoi impegni
politici e preferiva cercare rifugio tra i balli di corte e la vita
mondana e invece di organizzare una spedizione in terra sarda si
sposta a Maiorca dove rimane vittima di una battuta di caccia. Gli
succede il fratello Martino che è determinato a risolvere la
'questione sarda'.
Nel frattempo però sull'isola scoppia
la peste di cui la stessa Eleonora rimane vittima, morendo intorno al
1404.
Quando nel 1409 gli aragonesi impongono
il loro dominio sull'isola, applicano la Carta de Logu su tutto il
territorio.
Per più di quattrocento anni Eleonora
continuò a governare la sua isola, realizzando il sogno della sua
casata: Nos Elionora per issa gratia de Deus Iudicissa d' Arborea,
Comtissa de Gociano e biscontissa de Basso.
Ritratto di Eleonora d'Arborea, Antonio Caboni, 1881. Credit: Wikipedia |
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Una donna nella vita politica, senza le dovute competenze come al giorno d'oggi, senza aver compiuto i normali studi politici e giuridici ed economici ... e siamo nel '300. ciao e grazie del contributo
RispondiEliminaPensa che le sue riforme e soprattutto l'organizzazione amministrativa e territoriale rimasero in vigore fino alla fine dell'età moderna
EliminaIo sono dell'opinione che le donne forti, coraggiose ed indipendenti sono sempre esistite, solo che in generale se ne parla molto poco :)
RispondiEliminaAmo leggere questo tipo di storie, grazie mille per averla condivisa!
Grazie a te Lucia per averla letta ed apprezzata. A presto
EliminaGrazie, Silvia, per questa analisi così accurata della vita di questa grande donna, che ammiro da tempo. Sono una geografa innamorata della Sardegna da molti anni. Eleonora mi ha sempre affascinato per la sua energia, la sua lungimiranza e la competenza legislativa che andava al cuore dei problemi e non si faceva scrupolo di proteggere i deboli contro i ricchi e potenti. E tutto questo nel XIV secolo.
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