venerdì 11 aprile 2014

La Contessa che amava "tramare"

Almanacco del 10 Aprile:

del filet e merletto
Ritratto della Contessa Gabriella Rasponi Bonanzi Spalletti Trivelli



Siamo in Toscana a fine Ottocento, nella campagna remota nella provincia tra Prato e Pistoia, una provincia ancora oggi famosa per l’artigianato, famosa in tutto il mondo per l’industria dei mobili e la complementare biancheria per la casa. Ma questa indelebile e duratura notorietà, indiscussa, che è arrivata fino ai nostri giorni e fino agli angoli remoti del resto del mondo, non si sa così spesso ma è merito di una donna.

Gabriella Rasponi nasce a Ravenna  il 10 Aprile 1853 da Cesare Rasponi Bonanzi, vice console in Francia, deputato nei governi Lanza e De Pretis e in seguito senatore del Regno d’Italia e da Letizia Rasponi Marat. Era quindi nipote di Gioacchino Marat e Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone.

Si sposa giovanissima, non ancora diciottenne, con il Conte Venceslao Spalletti Trivelli da cui avrà due figlie e un figlio e di cui rimarrà vedeva nel 1899.

Durante una villeggiatura presso le ville di famiglia a Quarrata, rimane colpita dall’indigenza della popolazione al punto tale da prendere una decisione che caratterizzerà la sua futura esistenza ma anche quella di numerose famiglie e addirittura di tutta una provincia, e per secoli.
Ricamo sfilato, su tela, di tradizione pistoiese
praticata dalle donne di Quarrata
Destina infatti la sua villa di Quarrata, a Lucciano, a scuola di ricamo e filet , senz’altro per valorizzare quest’arte ma soprattutto per valorizzare il lavoro femminile da una parte, e dare, dall’altra, una speranza concreta di un miglioramento delle condizioni sociali. Chiamò inizialmente a lavorare cinque artigiane a cui garantì uno stipendio e soprattutto anche i contributi previdenziali. Ben presto l’iniziativa si diffuse fino a toccare una quota superiore alle cinquecento lavoranti agli inizi del '900. L’attività si era ingrandita a tal punto che la scuola strinse una collaborazione con l’impresa Navone di Firenze che riuscì a far arrivare ad una clientela più vasta l’artigianalità di alta qualità dei manufatti ricamati e dei filati.

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Nacque così quel prestigio che noi tutti conosciamo e apprezziamo e che coinvolge estimatori anche internazionali. Difatti questi lavorati vennero venduti perfino negli Stati Uniti e vennero premiati proprio all’Esposizione Universale del 1904 a St. Louis, consolidando la stima estera verso questi manufatti.

La Contessa Gabriella era riuscita a valorizzare una tradizione femminile portandola ai massimi livelli, portando soprattutto il rispetto del lavoro, garantito da contributi previdenziali e  salariali, alle lavoratrici come all’epoca non era possibile pensare.

Forte della sua esperienza che le aveva dimostrato la fattibilità delle sue idee che nulla erano se non quelle che ancora oggi, purtroppo, dovrebbero essere attuate: equità salariale, contributi previdenziali e sicurezza sul lavoro, era fortemente convinta della necessità di essere unite e così ispirandosi all’esempio di altri club internazionali, soprattutto dell’International Women Council, creò il Consiglio Nazionale Donne Italiane, CNDI, nel 1903 di cui divenne presidente fino alla sua morte. Il Consiglio era d’ispirazione laica e in favore della rivendicazione e affermazione dei diritti del lavoro della donna: parità giuridica, sociale, familiare e lavorativa.
Cercò con il Consiglio di portare quella giustizia sociale che così scarsamente interessava il lavoro femminile e che aveva attuato con successo a Quarrata.
Durante il terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 , attraverso il Consiglio, CNDI, organizza il Comitato a Sostegno delle vittime che venne riconosciuto direttamente dalla Regina Elena che faceva così di lei, con regio decreto, la prima donna investita dell’incarico di protettrice dei minori.
Nello steso anno organizza a Roma il I Congresso Nazionale delle Donne Italiane.
La Contessa Gabriella Spalletti Trivelli nei primi del '900.
Tramite il Consiglio Nazionale Donne Italiane, in qualità di presidente, attua delle iniziative rivoluzionarie, in favore delle donne e dei minori, istituendo tra le altre cose, biblioteche itineranti per le maestre, segretariati per la tutela delle donne e dei fanciulli emigranti, casse maternità, assistenza scolastica e un servizio domiciliare di ostetriche.

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Il Consiglio Nazionale, CNDI, riusciva a garantire una certa capillarità nella sua azione poiché organizzato a livello locale anche se nel 1910 elementi cattolici lasciarono il Consiglio  Nazionale Donne Italiane per formare l’Unione Donne Cattoliche.

L’impegno della Contessa tuttavia era importante anche nella Capitale dove, con la nomina del marito a Senatore, si era trasferita con la famiglia. Qui i Conti acquistarono un terreno vicino al Quirinale per edificare la loro dimora, la Villa Spalletti Trivelli che diventerà ogni giovedì sera uno dei più illustri ed ambiti salotti intellettuali e culturali che vedranno tra gli altri personaggi anche politici come Minghetti, Sidney Sonnino o letterati quali il premio nobel Tagore.

La Contessa Gabriella Bonanzi Spalletti Trivelli si spegnerà a Roma, nel 1930, il 30 Settembre . Le sue, seppur ormai attempate, prime lavoranti le vollero dedicare la creazione di una fontana in pietra che  posero sulla piazza antistante la Chiesa di San Lucciano.

Dopo la sua scomparsa la sua azione non cesserà tanto che ancora è viva e attuale la fama internazionale dei filet di questa zona della Toscana che solo oggi per le critiche condizioni dell’economia mondiale, vive un periodo di crisi che ci auguriamo si risolva e possa risollevare una delle eccellenze italiane che tutti ammirano e cercano nel mondo, chissà se toccherà riuscire a farlo ad un’altra eccellente donna.
Quello che si sa, ed è certo, è che l’opera della Contessa Gabriella Spalletti Trivulzio continua nel suo impegno ed esempio vivo: la scuola da lei creata, che porta il suo nome “Scuola di Modano e ricamo Contessa Gabriella Spalletti, Lucciano, Quarrata”, è ancora attiva nell'iniziativa della Scuola Media Statale di Quarrata che organizza un laboratorio di filet e merletto, così come é attivo il   Consiglio Nazionale Donne Italiane con le sue iniziative.


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7 commenti:

  1. ciao nina
    affascinante scoprire sempre personalità nuove importanti nella storia..
    grazie del post
    daniela
    infusodiriso

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  2. Carissima Silvia,
    certo che ci ha fatto cosa gradita!
    Solo ora ho letto la pagina che lei ha pubblicato sul suo blog.Il ricamo del filet a modano non esisteva sul nostro territorio, prima che lo introducesse la contessa Gabriella Spalletti, probabilmente appreso da lei nella sua città natale, Ravenna o a Venezia. Anche questa è una informazione da verificare, come ci interessano altre notizie sulla storia della emancipazione femminile. Il laboratorio che noi teniamo in vita infatti è uno spazio di ricerca storica, oltre che uno spazio didattico per tramandare l'arte antica del merletto, che ora non ha più mercato in quanto è stato sostituito dal merletto industriale sintetico..
    A risentirci
    Rosita Testai (Laboratorio di ricamo a modano e filet- Quarrata)

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  3. ciao Silvia
    fa piacere che nel passato persone laiche si interessavano delle condizioni sociali femminili e abbiano fatto tanto fino ad interessarsi della previdenza sociale. A quei tempi alla condizione sociale di poivertà di uomini donne e bambini ci pensavano solo poveri frati e povere suore che si dedicavano alla carità, che ovviamente non arrivavano fino alla previdenza sociale, di competenza dei governi. Qui a Bolzano c'è nl'amara peatica della tratta delle donne africane ... se ne occuoano le suore che offrono loro vestiti e alloggio. E il resto? Inserimento nel sociale, istruzione, insegnamento della lingua, protezione dai trafficanti, e comunque, lotta alla tratta umana? chi lo fa? E' da apprezzare l'opera di quella donna che pensava alle povere e anche il tuo lavoro di pubblicista in blog che rende noto certi fenomeni che devono essere conosciuti. ciao e razie

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    1. Hai ragione ci vorrebbero anche oggi queste persone in grado con il loro operato di cambiare e migliorare la posizione giuridica di paltre persone più in difficoltà. La chiesa fa tanto ma non può fare tutto...

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  4. bello scoprire nuove personalità che trasmettono ispirazione!

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