Marta Cuscunà e le sue ragazze in La Semplicità Ingannata- Satira per attrice e pupazze sul Lusso d'esser donne |
Era dagli inizi degli anni Ottanta del Novecento che non si vedeva un'opera teatrale ispirata da Arcangela Tarabotti1, spero quindi che presto ci potrà essere di nuovo l'occasione per tutte e tutti noi di poter andare a vedere Marta Cuscunà e le sue “ragazze” dal vivo, perché questo spettacolo è ormai in scena da anni in giro per l'Italia.
Per i più attenti spettatori Marta è stata ospite nella prima puntata del programma Ricomincio da tre su RaiTre, pensato proprio per dare visibilità ad un teatro ingiustamente oscurato da troppo tempo.
La pièce ispirata ad Arcangela Tarabotti si chiama “La Semplicità Ingannata- Satira per attrice e pupazze sul Lusso d'esser donne”, liberamente ispirato alle opere di Arcangela Tarabotti. Seconda tappa di un progetto più ampio che si chiama “Resistenze femminili” di cui 'E' bello vivere liberi!' dedicato alla staffetta partigiana Ondina Pateani è la prima parte e Sorry boys è il terzo atto.
Piacevolmente incuriosita da questa proposta teatrale che inseguivo da anni ne ho parlato con l'autrice Marta Cuscunà in una piacevolissima telefonata di cui vi riporto le mie maggiori curiosità ma purtroppo non le risate!
Qui puoi leggere il post su Arcangela Tarabotti |
Ma Tarabotti è stata l'ispirazione per occuparsi di un tema in realtà più ampio.
L'opera parla di una
bambina, Angela, costretta ad entrare in convento e a diventare
monaca così conosciamo la vita del convento che prende forma nelle
sembianze del coro formato dalle consorelle di Angela, per dirla con
l'autrice il convento diventa 'la stanza tutta per se' per creare un
modello sociale alternativo e anti patriarcale.
Era l'epoca, non molti anni fa, in cui tra imprenditori e uomini così detti di successo c'era l'abitudine di scambiarsi ragazze per una o più notti invece che mazzette e denaro contante, questi episodi di cronaca fanno venire in mente a Marta che anche le monache forzate obbedivano a logiche economiche strutturali ad una società patriarcale. Ecco quindi che il loro esempio diventa vissuto attuale capace di parlare anche a noi oggi.
Foto fornite da Marta Cuscunà
1“Seicenta-Vita di Arcangela Tarabotti”di Antonella Borina, 1982. Messa in scena al teatro Goldoni di Venezia nel 1982.
Caspita, io adoro le opere teatrali e questa storia mi ha particolarmente colpito per la sua profondità 🥰
RispondiEliminaGrazie Arianna. Questa opera è da brividi!
EliminaDeve essere proprio uno spettacolo intenso. Spero di poterlo vedere prima o poi
RispondiEliminaSperiamo di poter tornare presto a teatro!
EliminaSilvia io ti leggo per colmare la abissale ignoranza e tu non mi deludi mai 😊
RispondiEliminaGrazie, che bella gratificazione. Ti ringrazio davvero molto.
EliminaMa che interessante! Non sapevo niente di Arcangela e non conoscevo nemmeno Marta Cuscunà. Mi hai fatto venire una gran voglia, poi questi pupazzi sono stupendi.
RispondiEliminaSpero che hai trovato le notizie che cercavi su Arcangela Tarabotti di cui ho parlato spesso nel blog perché merita tanto e Marta Cuscunà la aspettiamo in tante in altrettante città, speriamo I teatri possano riaprire presto.
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