lunedì 15 febbraio 2021

Non piangere, Bambi! - Enrico Maria Falconi

"Non piangere, Bambi!"
Copertina dell' e-book.




Di Quentin Tarantino come misogino o amante delle donne si è sempre chiesto il mondo dei e delle cinefili perché vero è che le sue figure femminili non sono mai banali. Le sue proposte di nuove icone di donne sono sempre state rivoluzionarie, nel bene e nel male, comprese o meno. Ma per capire il regista bisogna guardare all'uomo. 
Non piangere, Bambi!”, opera che troverà luce nei teatri da maggio quando finalmente potranno riaprire, scritta e diretta da Enrico Maria Falconi e interpretata da Lidia Selci, ci ridona un profilo poetico ed incalzante di come un piccolo Quentin Tarantino che si commuove vedendo Bambi apprende da sua madre la forza della sensibilità e di come poi un giovane aspirante regista al buio di un cinema porno dove si guadagna da vivere come inserviente capisce che le donne non sono solo quello, non possono essere solo mercificazione di corpi. Quando poi torna a casa, Quentin, trova sua madre, Molly, che lo ha messo al mondo a sedici anni fidandosi di un volubile italo-americano che si è dileguato ancor prima che suo figlio nascesse. 
E' Molly con il suo esempio quotidiano, i suoi sforzi per farlo vivere dignitosamente a regalare a Quentin la lezione più importante: il rispetto. La pièce teatrale "Non piangere, Bambi!" si sofferma infatti anche sulla figura di Molly che con leggerezza calviniana dona a suo figlio quegli aspetti caratteristici che ritroviamo anni dopo nei suoi film esasperati, portati all'eccesso ma che ridanno prova di un carattere forgiato all'ombra dell'amore di una madre e per la madre. Una madre che dà l'esempio con una vita sacrificata al lavoro e all'amore verso di lui e di questo Quentin ne sarà sempre profondamente fiero. Così l'uomo Quentin Tarantino diventa il regista che tutte e tutti conosciamo capace di dare voce e corpo alle donne nella vendetta di Beatrix di Kill Bill o nella quotidianità serafica di Sharon Tate in C'era una volta Hollywood. Rispetta le donne Quentin e la sua visione di rispetto si traduce in trame in cui le figure femminili protagoniste o minoritarie non sono mai decorazioni ma piuttosto personalità e dove nel bene e nel male sono trattate come i suoi personaggi maschili e non vengono mai edulcorate. 
L'autore di “Non piangere, Bambi!” Enrico Maria Falconi riesce quindi in un monologo incalzante a ridarci in pochi ed essenziali passaggi la formazione di un'artista, molto più amato che criticato, che deve molto alle donne e che ne è pienamente consapevole. 
Prodotto da B-YourStyle, di Carla Donato, titolare dell'agenzia cine-teatrale di respiro internazionale con base inglese ma con collaborazioni tedesche, messicane... “Non piangere, Bambi!” è il risultato della tenacia volitiva di una delle poche produttrici cinematografiche e teatrali che lavora tra Italia, Inghilterra, Belgio...a lei il merito di aver dato visibilità alla storia di un uomo, ancor prima che artista, che ben sa di essere nato da una donna. 

In attesa di poterlo vedere a teatro, il Copione e l'Audible è disponibile, anche in inglese, su Amazon.




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6 commenti:

  1. interessante che la questione femminile ed anche il senso del rispetto della donna sia fatta assurgere anche a dignità culturale, in questo caso col teatro. Non solo nella sfera sociale e religiosa viene aperto il dibattito femminile ma anche culturale. bene. ciao

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    1. Per me la così detta questione femminile riguarda ogni aspetto sociale. Grazie per averlo colto.

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  2. Non ho mai visto film di Tarantino però mi ha fatto piacere scoprire questo legame con la madre che racconta in qualche modo la figura femminile nei suoi film. Ne parlerò con mio figlio che li ha visti tutti. Grazie per lo spunto 😊

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    1. Che bello, sono contenta di averti dato uno spunto che puoi approfondire con tuo figlio. Fammi sapere lui che ne pensa, sono curiosa. Grazie

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  3. Non conoscevo la storia famigliare di Tarantino ma devo dire che spiega molte cose. Dev'essere una bell'opera teatrale e spero che i teatri riusciranno ad aprire per metterla in scena!

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  4. Sì speriamo veramente, i teatri sono ancora una delle poche attività che inspiegabilmente restano chiuse.

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