Almanacco del 20 Gennaio:
“La Città di Bologna
si distinse nelle Scienze e nella amena Letteratura, vanta ancora tante donne
rendutesi per il loro sapere rinomate, e tra queste dobbiamo adesso parlare di
Anna Morandi Manzolini”[1]
:
Anna Morandi nasce il 20 Gennaio 1714 a Bologna da una
modesta famiglia, dal papà Carlo e dalla madre Rosa Giovannini, ma questo non
le impedì di essere educata in pittura, studiando arte e scultura con i pittori
Francesco Monti e Giuseppe Pedretti. E artista sarà anche suo marito, Giovanni
Manzolini, i due si sposeranno nel 1740 e la loro sarà un’unione anche
professionale.
Anna Morandi Manzolini, affianca la professione del marito,
scultore di parti anatomiche in cera, e
studiando anatomia, anche praticando autopsie, si perfeziona tanto che alla morte del marito, nel 1755, è in grado
di, non solo continuare l’attività di famiglia ma, finirla distinguendosi in
bravura e precisione tanto da diventare famosa e richiesta a Londra come in
Russia da Caterina II con allettanti offerte economiche che tuttavia Anna
rifiutò sempre, preferendo rimanere sul suolo natio. Grande fu la sua fama e la
stima che si conquistò, celebre la visita di Giuseppe II d’Austria nel suo
studio che rimase affascinato dall’eccellenza del suo lavoro, come scrive Luigi
Crespi: “[…] Non passando alcun
viaggiatore, che non procuri di vedere le opere sue, che sono moltissime, unite
a quelle del marito, […] e non cerchi il modo di conoscerla di persona e di
ragionare di una facoltà, di cui con tanta chiarezza, con profondità tanta, e
con tanto piacere essa ragiona, onde s’acquista l’amore, e la stima di tutti”.[2]
Anna infatti divenne membro delle più famose Accademie
dell’epoca a cominciare dalla Clementina, L’Accademia di Belle Arti di Bologna,
nel 1755 e ancora in quella delle Scienze, come in quella del Disegno di
Firenze o in quella Letteraria di Foligno. Anna infatti con la sua maestria
riuscì a dare un’importante aiuto alla conoscenza scientifica e medica
dell’epoca scoprendo l’ esatta collocazione di alcuni organi interni e
riproducendone con bravura la struttura tanto che l’Università di Bologna in un
primo momento acconsentì che tenesse insieme al marito lezioni in ateneo, e poi
che continuasse anche dopo la morte di questo, e anzi le offrì la possibilità,
lasciata solo ai più stimati professori, di non recarsi in aula ma di dare
lezioni di anatomia presso il suo studio.
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"Anna Morandi Manzolini, l'anatomista e scultrice italiana", disegno di Cesare Bettini, 1857. Credits: wikipedia |
Anna in effetti con la sua professione, che come visto
richiedeva anche disserzioni di cadaveri, fu un esempio importante in un’ epoca
in cui il dibattito misogino era al suo culmine, fu un esempio come
professionista, come artista, come scienziata e come insegnante riuscì a rispondere concretamente a quelle insinuazioni tipiche
del periodo per cui le donne non erano ritenute al pari degli uomini poiché
governate non dal cervello ma dall’utero che condizionava il loro pensiero; ebbene
Anna grazie alla sua capacità scientifica ed artistica fu in grado di provare
quale fosse la reale anatomia degli apparati riproduttivi femminili e maschili[3]
dando un suo personale apporto alla querelle. Neanche Anna si potè sottrarre alle allusioni e miscredenze sul suo
operato solo per il fatto di essere donna ma molti invece le riconobbero merito
per il suo lavoro: “Ma della verità della
straordinaria dottrina e perizia nella Natomia d’Anna Morandi Manzolini, non
può esser lecito a veruno muovere il ben che minimo dubbio” e ancora “che in questo (lo studio della Anatomia [Natomia])
sia divenuta dottissima , ed espertissima una donna, per naturale sua tempra d’animo
delicato, e gentile; un’Anna Maria Manzolini, questa è veramente gran cosa, ed
innanzi a lei inaudita”[4].
Nonostante la vita di Anna fu una vita contrassegnata da
lutti, su otto figli giunsero in età adulta solo due, nonostante i problemi
economici, il primogenito Giuseppe alla morte del marito fu messo in
orfanotrofio, dove tuttavia ebbe un destino florido essendo stato estratto per
ereditare le fortune del Conte Solimei morto senza eredi, nonostante la precoce
vedovanza, e le continue difficoltà economiche che nel 1769 la videro
costretta a vendere tutta la sua
produzione, biblioteca e strumentazione al Conte Ranuzzi che volle però anche
darle un appartamento nella Villa di
famiglia, riuscì grazie al suo genio e alle sue capacità a raggiungere gli onori
della sua terra “ a continuo decoro della
nostra città, la quale, a dir vero, riceve da lei, e per lei, quel pregio, che
da niun altra donna, fra le moltissime, che l’illustrarono, ricevette giammai ”[5]
o per dirla con il poeta Zannotti: “Qual lingua i pregi tuoi ridir mai puote? Per te la patria, e l’età nostra anch’ella Di
nuovo eterno onor più sempre abbonda”[6], e di tutto il resto d’ Europa.
Anna Manzolini, la prima e celeberrima ceroplasta, si spense
nel 1774 a
Bologna e fu seppellita nella Chiesa di San Procolo.
Le sue opere sono ancora visibili all’Istituto delle
Scienze presso la sua antica sede nel Museo di Palazzo Poggi, a Bologna.
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Credits: Wikipedia |
[1] LOMBARDI A:,primo bibliotecario di Sua
Altezza Reale il Sig. Duca di Modena, socio e segretario della Società Italiana
delle Scienze, “ Storia della Letteratura italiana nel Secolo XVIII”, Modena, Ed.
Tipografia Camerale, 1828, pag. 126.
[2] CRESPI Luigi, “Felsina: vita de’ pittori bolognesi”,
vol. III, 1769, pag. 310.
[3] Si veda su questo tema FINDLEN P., ROWORTH
W.W., SAMA M. C., “Italy’s Eigthteenth
Century: Gender and Culture in the Age of Grand Tour”, 2009, pag. 259.
[4] MEDICI M., PARADISI L., “Compendio storico della scuola anatomica di
Bologna dal Rinascimento delle scienze e delle lettere a tutto il secolo 18.
Con un paragone fra la sua antichità e quella delle scuole di Salerno e di
Padova scritto da Michele Medici” , 1857, pag. 362.
[5] CRESPI L. “Felsina: vita de’ pittori bilognesi” ,
Op. Cit., pag. 313.
[6] CRESPI L., “Vite de’
pittori bolognesi , non descritte ne la Felsina pittrice”, pag. 308.
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