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sabato 2 agosto 2014

Clamoroso! Simone de Beauvoir risponde alle antifemministe: "Vi spiego perché hanno torto"


In un'intervista immaginaria, Simone de Beauvoir analizza e risponde alle numerose prese di posizione delle antifemministe mettendo a nudo ancora una volta la condizione femminile che a distanza di quasi cinquant'anni dal suo intervento alla Conferenza tenuta in Giappone nel 1966 sulla 'Situazione della donna oggi', che è riportato fedelmente qui sotto ma in forma di risposta, appare drammaticamente invariata, in stallo sulle stesse tematiche.


Fonte: Web


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D: “Signora de Beauvoir innanzitutto come vede la situazione della donna di oggi?”.

R: “Quando nel 1950 ho scritto ‘Il Secondo sesso’, dove lottavo contro l’alienazione della donna e per la sua emancipazione, ho espresso, terminando, la speranza che il libro diventasse ben presto superato. Voglio dire che mi aspettavo che entro i dieci-quindici anni successivi, il problema della donna si sarebbe posto in modo del tutto diverso, e la donna avrebbe raggiunto quell'uguaglianza concreta, reale e totale, che auguravo per lei. Invece le cose sono andate in maniera assolutamente diversa.”


D: “Cioè?”

R: “Vedo un vero e proprio regresso. Su questo punto so bene che non tutti sono d’accordo, poiché esiste un movimento antifemminista fortissimo..., nel complesso del mondo”.


D: “Da cosa dipende questo regresso?
R: “La prima ragione è costituita dagli insuccessi che le donne subiscono sul piano professionale. Le libere professioni sono state loro aperte, e molta gente pretende che oggi le loro possibilità sono pari a quelle degli uomini. Ma questo è assolutamente falso”.


D: “Può spiegarci meglio perché?
R: “Le possibilità offerte ai maschi e alle femmine sono molto diverse in partenza. In teoria nelle libere professioni, un’avvocata, una giovane dottoressa possono riuscire in modo più o meno brillante. Ma in realtà le loro possibilità non sono uguali nell'esercizio della professione”.


D: “Perché?”

R: “ Esistono terribili sbarramenti che condannano la donna- tranne alcune rarissime eccezioni- alla mediocrità”.


D: “ Quali sono secondo lei questi sbarramenti che condizionano la vita lavorativa della donna?”

R: “ Anzitutto verrà assunta molto meno facilmente di un uomo: “A parità di competenza preferiamo un maschio, a conti fatti tutte le spese sostenute in questi primi anni in cui lei non sarà ancora molto esperta, non saranno compensate, se lei non lascia l’impiego al primo bambino, c’e da pagare il congedo di maternità”...Farsi assumere è molto più difficile per una donna che per un uomo.

Fonte: Web
                                        

D: “E quali altri muri vede nella vita lavorativa di una donna?

R: “ In Francia abbiamo molte avvocate, ma sono generalmente semplici assistenti in studi tenuti da uomini, sono i loro colleghi maschi che dirigono gli studi, analogamente le dottoresse non diventano luminari; non hanno una brillante clientela come i loro colleghi maschi”.


D: “E questo come condiziona concretamente la carriera delle donne?”

R: “Ad esempio, si affida ad una donna un lavoro da capoufficio e la si paga come un sotto- capo. In tutti i campi si vede succedere esattamente la stessa cosa. Su questo punto, la donna è di solito profondamente svantaggiata rispetto all'uomo. Non farà una carriera brillante, non avrà un successo che le dia soddisfazione, e sarà pagata meno di lui. L’uguaglianza dei salari...questa vittoria rappresenta una speranza, un esempio, ma è eccezionale”.


D: “ A cosa attribuisce più precisamente quindi questo regresso?”

R: “Ci sono alcune ragioni molto precise. Anzitutto ragioni di ordine economico. All'indomani della prima guerra mondiale molti uomini erano morti in guerra, c’è stato bisogno delle donne, si è fatto ricorso alla manodopera femminile, e questo ha aiutato le donne a emanciparsi. Ma oggi non si può accrescere la manodopera femminile. Per dare lavoro a tutte le donne, si sarebbe obbligati a “prendere”, come dicono, posti di lavoro agli uomini. Nessuna società vi consente, perché la disoccupazione maschile è considerata un’anomalia. Una prova che la società è malata. Mentre si trova assolutamente normale che la maggioranza delle donne non lavori. Una società sana può avere un’alta percentuale di donne senza impiego. Ciò che si farà, sarà di scoraggiare lo slancio delle donne verso carriere e professioni: saranno esortate a rimanere in casa e a non cercare un’occupazione”.
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D: “ E l’altro fattore?”

R: “ Una causa che definirei politica. La politica non significa andare semplicemente a infilare una scheda di voto in una cassetta. Essere veramente politicizzati significa partecipare alle lotte sociali, e l’unico mezzo per fare presa sulla società, per integrarvisi veramente, in modo da poter agire efficacemente, è appartenere a sindacati, a gruppi di pressione, essere solidali con altri. Se si priva una donna di queste possibilità, la si priva anche di qualsiasi valore politico. Tranne naturalmente alcune eccezioni, le donne sono spoliticizzate.


D: “ Come concludere considerando le recenti  manifestazioni antifemministe manifestatesi negli Stati Uniti ma che hanno scosso le varie realtà internazionali?

R: “ Concluderò perciò dicendovi che a mio avviso il femminismo è tutt'altro che superato, e che bisogna anzi mantenerlo vivo; opporvisi, negarlo, non significa superare qualcosa, significa regredire.”
Fonte: Web


D: “Alcune di queste antifemministe hanno spiegato la loro posizione dicendo che non sono contro gli uomini, che loro amano gli uomini e che difendono tutti gli esseri umani. Cosa risponde a queste donne che per queste ragioni si definiscono antifemministe?”
R: “ Penso che il femminismo sia una causa comune per la donna e l’uomo, e che gli uomini riusciranno a vivere in un mondo più equo, meglio organizzato, un mondo più valido, soltanto quando le donne avranno uno status più equo e più valido; la conquista dell’uguaglianza li riguarda entrambi.
Le donne non devono limitarsi a rivendicazioni specifiche. Bisogna che ne allarghino la portata, e che lottino anche a fianco degli uomini per un cambiamento generale della società, perché riusciranno a fare trionfare la propria causa soltanto aiutando il progresso dell’umanità tutta intera
”.


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