Si sta concludendo questo mese di marzo che, come sappiamo, è il mese dedicato alla Storia delle donne nei paesi anglofoni
e nel quale si celebra anche la giornata internazionale delle donne, l'8 marzo e proprio di questi giorni è la notizia che per la prima volta una donna ha raggiunto la massima carica diplomatica diventando ambasciatrice a Washington. Mariangela Zappia d'altronde ha nella sua carriera già infranto tanti traguardi come prima donna ambasciatrice alla NATO nel 2014 e come Rappresentante italiana alle Nazioni Unite nel 2018. Ma senza una sentenza di ben cinquant'anni fa neanche questo, che sarà solo il primo traguardo per le donne in diplomazia, sarebbe stato possibile.
Con la Sentenza n.33 del 1960 si aprivano infatti anche alle donne le carriere pubbliche precluse loro fino ad allora per atavici stereotipi che non volevano le donne adatte a gestire la cosa pubblica.
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Rosa Oliva neo laureata in Giurisprudenza voleva infatti poter fare il Concorso in Magistratura ma non poté proprio perché scoprì che era chiuso alle donne, di fatto però violando i principi costituzionali sanciti agli Artt. 3 e 51 che sanciscono il divieto generale di discriminazione in base al sesso il primo e di discriminazione riferito proprio alle cariche pubbliche, il secondo. Dobbiamo a Rosanna Oliva de Conciliis quindi se anche noi oggi e le nostre sorelle, figlie e nipoti possono impegnarsi nella carriera che preferiscono.
Ma chi è Rosa Oliva? E' la stessa Rosanna Oliva de Conciliis con il suo libro "Quando il Vesuvio aveva il pennacchio", con la prefazione di Giuliana Cacciapuoti, ha darci modo di scoprirlo.
Questo libro ci porta indietro ad una città, Napoli, dove nasce Rosa, Rosanna, che purtroppo non esiste più, appunto quando il Vesuvio aveva il pennacchio, cioè il fumo che usciva ancora dopo l'ultima eruzione del vulcano partenopeo del 1944 che era ben visibile ancora nel secondo dopoguerra come anche altre testimoni della mia famiglia ricordano bene.
Ma è un libro che ci porta anche indietro ad un tipo di cultura che non esiste più, come ci racconta Rosanna Oliva de Conciliis, una cultura che veniva tramandata per via orale come il Cunto de li Cunti, quelle fiabe raccontate da generazioni, da nonne a nipoti, a sorelle a fratelli, a zie e zii, proprio quei racconti che accompagnano ogni capitolo del libro come una grande e continua narrazione in realtà qui di eventi e persone che ripercorre la storia di famiglia, anzi delle famiglie, materna e paterna, di Rosanna come probabilmente aveva anche accompagnato la sua infanzia.
Quando il Vesuvio aveva il pennacchio di Rosanna Oliva de Conciliis |
E la montagna l'ha spostata per tutte noi. Grazie Rosanna Oliva de Conciliis!
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Grazie anche da parte mia. E' sempre stupefacente vedere quanto le donne abbiano lottato nel corso della storia per rivendicare diritti che per gli uomini erano scontati. Vanno raccontate queste storie, ripetute per ogni generazione a venire.
RispondiEliminaNon conoscevo la storia di Rosanna, ma questo libro e la sua storia mi hanno incuriosita moltissimo. Forse e soprattutto perché il desiderio di una carriera nella diplomazia e relazioni internazionali ce l'ho anche io!
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