Sperlonga è una ridente cittadina a
sud della regione Lazio, oggi rinomata località turistica che vanta
lontane e prestigiose origini che risalirebbero agli Spartani che qui
fondarono un primo nucleo abitativo denominato Amyclae.
Con gli antichi Romani divenne sede di
riposo imperiale e nel Rinascimento testimone, con la limitrofa zona
di Fondi, di importanti avvenimenti storico-politici. Oggi ha trovato
nuova vita nella vocazione vacanziera. La sua storia si lega ad alcune figure di donne, come la Contessa di Fondi Giulia Gonzaga Colonna e soprattutto alla rivolta femminile delle sue abitanti che si opposero alla dispersione di importanti reperti archeologici oggi convogliati in un importante museo locale.
Stemma della famiglia Caetani presente sulle Porte della cittadina. Unica testimonianza delle antiche mura fatte costruire dalla famiglia. |
Fino al 1400, Sperlonga rientrava nei possedimenti territoriali della nota
famiglia romana dei Caetani quando Ladislao I d'Angiò, futuro Re di
Napoli, la sottrasse ad Onorato Caetani. In effetti questa località
rimarrà per secoli sotto l'influsso del Regno delle Due Sicilie e
ancora oggi è largamente apprezzata e conosciuta dai vacanzieri
campani infatti solo nel ventennio fascista Sperlonga sarà annessa
al Lazio nella provincia della Littoria, oggi Latina.
Simbolo della cittadina è la possente
Torre a picco sul mare, Torre Truglia fatta costruire nel 1532 dal
barone di Carduccio e Sperlonga, Carduccio Gattola, commissario di
Ladislao I.
La necessità sempre più impellente di
difendere il territorio derivava infatti dal bisogno di arginare
l'offensiva turca nel Mediterraneo. Già dal XV secolo infatti gli
attacchi dei turchi si erano fatti sempre più decisi e preoccupanti
tanto che i vari sovrani europei con il Papa si erano alleati contro
il turco dando vita nel tempo a Leghe ed Ordini con lo scopo preciso
di fermarlo in Europa, come ad esempio l'Ordine del Drago nato
dall'iniziativa tra Sigismondo di Lussemburgo, Alfonso d'Aragona e
Scandeberg d'Albania.
Qui Puoi leggere il post su Beatrice Caetani |
I Caetani come visto furono i signori
anche di Sperlonga dove proprio per delimitare le incursioni turche
costruirono delle mura cittadine di cui oggi però restano solo le
porte di accesso. La popolazione infatti pur vivendo nella cittadina
arroccata era soggetta a frequenti scorribande da parte dei corsari
che depredavano e rapivano la popolazione, soprattutto donne. Di queste scorrerie se ne
conserva memoria in alcuni murales presenti su di una casa dell'antico borgo.
Proprio per rapire, si dice, una donna
il corsaro Bey di Algeri al soldo dei turchi il famoso Barbarossa,
Khair Ad-Din, arrivò fin qui per Giulia Gonzaga Colonna, Contessa di
Fondi avendo sposato Vespasiano Colonna nel 1526.
La sua dimora, il Castello di Fondi, oggi Museo civico archeologico, divenne un
importante ritrovo di artisti, poeti, letterati. Giulia infatti oltre
ad essere molto bella era anche molto colta come si addiceva alla sua
casata, i Gonzaga appunto. Fu una sovrana amata, apprezzata e stimata
dagli artisti di corte e la sua fama arrivò perfino al di là del
Mediterraneo se il Barbarossa cercò di rapirla per farne un omaggio
a Solimano I.
Giulia Gonzaga Colonna, Tiziano xvi secolo, collezione privata. |
Tuttavia il corsaro non riuscì
nell'impresa e a farne le spese fu proprio il territorio di
Sperlonga, la sua popolazione e il suo simbolo, la Torre Truglia che
fu distrutta dal Barbarossa nel 1534.
Ricostruita nel 1611 fu di nuovo
danneggiata dai turchi nel 1623, ricostruita infine nel'700 dopo
l'Unità d'Italia nel 1862 divenne un'importante avamposto militare e
in seguito fino al 1969 comando della Guardia di Finanza, oggi è
sede del Centro
educazione
dell'ambiente
marino
del
Parco naturale regionale 'Riviera d'Ulisse'.
La Torre Truglia si basa su un'antica
torre romana che serviva come punto di comunicazione, infatti
l'Imperatore Tiberio aveva probabilmente ereditato dal nonno una
villa in questa località, sua mamma Livia infatti era nata a Fondi;
Tiberio aveva poi pensato anche ad attrezzare una grotta per i suoi
pranzi estivi con giochi d'acqua e gruppi scultorei e la torre
romana, sui cui resti sarà costruita torre Truglia, serviva per
informarlo della situazione politica del suo Impero, già allora un
poco in subbuglio, quando dovette abbandonare questa villa per un
crollo scegliendo come dimora Capri.
I reperti e la grotta, oggi visitabile,
furono ritrovati nel 1957 durante i lavori per ristrutturare la Via
Flacca, già destinati ai principali musei capitolini rimasero invece
sul territorio grazie alla determinazione delle sperlongane.
I camion da Roma per prelevare i
reperti erano già giunti sul territorio ed erano pronti a ripartire
dopo aver preso il carico ma le donne del luogo si posero difronte,
molte di loro si finsero incinte e bloccarono il passaggio, come
riporta uno scrittore testimone quell'ottobre in quel momento a
Sperlonga che chiese a una di quelle donne, tutte vestite di nero,
cosa accadesse ed essa rispose “Vogliono portar via le petre
nostre”2.
Queste donne infatti capirono l'importanza per il loro territorio di
quei ritrovamenti e li difesero con tenacia. Alla 'rivolta femminile' delle donne di Sperlonga si deve quindi l'incapacità dei
camion di muoversi per portare, e disperdere, quei beni preziosi che
appartenevano al territorio e alla sua popolazione e strenuamente
difesi dalle donne tanto che nel 1963 lo Stato si vide costretto a
creare proprio a Sperlonga il Museo archeologico Nazionale e l'Area archeologica di Sperlonga, che oggi risulta essere, esclusi i musei
della Capitale, tra i poli museali più visitati della regione.
1 Caterina Fiorani (a cura di), 'Virtù più che virili- Le lettere familiari di Beatrice Caetani Cesi (1557-1608)' , 2017, Roma, Viella.
2 Marisa de' Spagnolis, 'L'Antologia
Omerica di Sperlonga Storia di una grande scoperta archeologica' , 2017, Gaeta, Ali Ribelli edizioni, pag. 73.
Bibliografia:
M. de' Spagnolis, "L'Antologia Omerica di Sperlonga Storia di una grande scoperta archeologica' , 2017, Gaeta, Ali Ribelli edizioni.
C. Fiorani (A cura di), 'Virtù più che virili- Le lettere familiari di Beatrice Caetani Cesi (1557-1608)' , 2017, Roma, Viella.
P. Bertelli, 'Giulia Gonzaga: L'immagine di una Signora del Rinascimento Un approccio iconografico', pdf consultato il 05/08/2019.
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