“Il Fronte delle donne”, uno
spettacolo potente che parla di donne...uno spettacolo coraggioso
perché parla di donne al fronte. Uno spettacolo che può spaventare
ma l'esperienza e la bravura non si improvvisano e così per la regia
di Maria Rosaria Omaggio e le capacità di Lucilla Galeazzi, con il
gruppo vocale Levocidoro, ci raccontano una storia scomoda, anzi la
Storia delle donne che vissero e subirono la Prima Guerra Mondiale.
Dalla ricerca storica di Maria Rosaria
Omaggio ci avviciniamo ai testi di Ungaretti sì ma per introdurci
alla realtà femminile che non fu meno grave durante la Grande
Guerra, grazie alle parole di Matilde Serao che con il suo “Diario
di Guerra” ci porta ad un'altra grande scrittrice come Ada Negri
che altrettanto magistralmente ci declina “poeticamente” la
devastante arbitrarietà bellica.
Forse loro furono più brave di altre a
descrivere quel periodo ma in realtà ci sono rimaste testimonianze
nei diari e nelle lettere, recuperate dalla regista che ci
accompagnano nelle proiezioni che illustrano le varie voci di donne,
otto straordinarie interpreti teatrali e vocali, che hanno recuperato
testimonianze orali e canti popolari che ci descrivono la vita dura,
durissima delle italiane, rimaste nelle loro case, nelle loro città,
nei loro paesi senza possibilità di scelta, costrette a subire la
violenza della guerra che portava via loro, figli, mariti, padri...e
la loro dignità.
Le donne per la prima volta si
affacciano al mondo del lavoro ma sono sottopagate, sfruttate e alla
fine della guerra rimandate a casa senza scuse, ritenute
“usurpatrici” di posti legittimamente spettanti agli uomini
quando invece il paese è andato avanti solo grazie a loro. Si
alternano quindi testimonianze reali di tabacchine, cinturine,
operaie...
Quando non lavoravano per le montagne,
caricate come muli per rifornire gli eserciti e sottoposte al fuoco
nemico, quando non lavoravano nei bordelli di guerra per soddisfare “la carne al fronte” .
Un'organizzazione precisa, bordelli migliori per gli Ufficiali,
bordelli inferiori per la truppa con donne obbligate ad avere anche
più di cento rapporti al giorno; quando non sono volontarie come le
Crocerossine, donne istruite che accudiscono i soldati nelle ferite
del corpo e dell'anima, anche scrivendo per loro le lettere da
spedire a casa.
Un continuo dialogo tra uomini e donne
che si trovavano loro malgrado a subire conseguenze dure, durissime,
uno spettacolo che è testimonianza di un'unica tragedia, quella
della guerra che ha colpito tutti, anche le donne di cui poco però
si parla.
Grandi emozioni che il canto riesce a
convogliare, è difficile infatti rimanere fermi e non unirsi ai
canti con una strofa o con le mani, così all'improvviso dal pubblico
qualcuno si unisce e poi qualcun'altra e poi ancora un altro...chi
canta e chi accompagna con le mani. Uno spettacolo coinvolgente, che
riesce a catturare tutta la platea...ci sono anche bambini che nella
loro innocenza non possono rimanere però fermi davanti alla
partecipazione che questo spettacolo così complesso e così
magistralmente congegnato produce nei suoi stessi spettatori e
spettatrici; anche le scolaresche dovrebbero vederlo.
Un'alternarsi di canti popolari,
tradizionali intrecciati con storie personali, come le testimonianze
delle nonne della Regista Omaggio e di Lucilla Galeazzi a cui questo
spettacolo è dedicato.
Cercatelo nella vostra città, e se non
lo trovate...reclamatelo!
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