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giovedì 9 ottobre 2014

L'astratta realista


Almanacco del 9 Ottobre:




Carla Accardi
Fonte: Unione Femminile 






Oggi nasceva colei che riuscì a "realizzare" l'astrattismo: Carla Accardi. Figura emblematica dell'arte italiana del secondo dopo guerra, impresse un nuovo corso all'arte italica, come artista e come donna.


Nacque il 09 Ottobre 1924 a Trapani, dopo il liceo si trasferì a Palermo per frequentare l'Accademia di Belle Arti e nel 1946 a Roma, dove frequenta l'intellighenzia dell'epoca, venendo a contatto con illustri rappresentanti della vita intellettuale romana. L'anno seguente, con un gruppo di colleghi quali Attardi, Guerrini, Turcato, Perilli, Dorazio, Maugersi e Sanfilippo, che diventerà suo marito, firma, sola donna, il Gruppo Forma 1, movimento dell'astrattismo italiano che cerca di coniugare realismo e astrattismo, che cerca cioè di andare  oltre ogni forma di astrattismo puramente formale.

Il Gruppo Forma 1, 1947.
Fonte: Wikipedia


Due anni dopo inizia per lei l'esperienza delle mostre, dapprima con il gruppo e poi la sua prima personale a Roma nel 1950, viaggia poi in italia e all'estero, a Parigi frequenta l'Accademia e i più importanti artisti dell'epoca.


La sua produzione artistica, improntata all'astrattismo dei segni,  richiama ad un rifiuto del linguaggio, un linguaggio che non appartiene ma viene ed è stato imposto, è un linguaggio atavico di tradizione patriarcale nel quale l'artista non si sente rappresentata, e da qui la necessità di un percorso personale alla ricerca di una propria capacità espressiva che culminerà, negli anni '60,  nella ricerca di colore che caratterizzerà la sua produzione artistica, emblema di una ricerca di se stessa, di un se' sommerso a cui non è stata data la possibilità di esprimersi e di cercare un proprio linguaggio comunicativo. 



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Questa ricerca artistica si affianca, in questo periodo della sua vita, al movimento femminista e dall'incontro con Carla Lonzi nascerà nel 1970 "Rivolta Femminile" ma già pochi anni dopo, nel 1973, le loro posizioni, divergenti su come vivere ed interpretare il mondo artistico, si evidenzieranno al punto tale che la Accardi lascerà "Rivolta Femminile" e con la Colucci, la Santoro e altre artiste fonderà nel 1976 la Cooperativa Beato Angelico che diventerà subito un punto di riferimento importante per la creatività romana al femminile ma che vede anch'essa una fine molto rapida, infatti già nel 1978 anche l'esperienza della Cooperativa terminerà.


Negli anni '80 la produzione artistica della Accardi si riavvicina al dipinto su tela, lasciato in disuso negli anni addietro in favore di altre tecniche espressive come grandissimi teli e geometrie, negli anni '70, quelli del suo coinvolgimento nel movimento femminista, e strumenti invece più materici, nella fattispecie la plastica, negli anni ancora prima, gli anni '60.


La sua continua evoluzione artistica si mostra ancora una volta nel 1993 alla Biennale di Venezia a cui partecipa al Padiglione Italia, nel 1996 poi viene eletta membro dell'Accademia di Brera e l'anno seguente viene nominata tra gli esperti incaricati di realizzare la XLVII Biennale di Venezia, per poi vedersi dedicare l'anno seguente, dalla propria città, una retrospettiva personale.



Sentitasi male e ricoverata all'ospedale, Carla Accardi muore nel febbraio 2014. Le sue esequie sono state svolte in Campidoglio a Roma dove si è spenta una grande rappresentante del mondo artistico italiano, del movimento femminista italiano, che ha saputo con la sua arte, sempre in itinere, sollevare e proporre questioni artistiche e sociali ancora aperte, alle quali essa stessa, il suo cammino artistico, mai concluso, non hanno trovato risposte certe, la certezza, infatti era per lei una prerogativa dell'ansia maschile come si legge nel ricordo di Maria Luisa Boccia, ma a cui certamente una valida risposta ha dato: il conciliare una grande figura d'artista con quella di grande donna del suo tempo.



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