Ritratto della Contessa Gabriella Rasponi Bonanzi Spalletti Trivelli |
Siamo
in Toscana a fine Ottocento, nella campagna remota nella provincia tra Prato e Pistoia, una
provincia ancora oggi famosa per l’artigianato, famosa in tutto il mondo per l’industria
dei mobili e la complementare biancheria per la casa. Ma questa indelebile e
duratura notorietà, indiscussa, che è arrivata fino ai nostri giorni e fino
agli angoli remoti del resto del mondo, non si sa così spesso ma è merito di
una donna.
Gabriella
Rasponi nasce a Ravenna il 10 Aprile 1853 da Cesare Rasponi Bonanzi, vice console in Francia,
deputato nei governi Lanza e De Pretis e in seguito senatore del Regno d’Italia
e da Letizia Rasponi Marat. Era quindi nipote di Gioacchino Marat e Carolina
Bonaparte, sorella di Napoleone.
Si
sposa giovanissima, non ancora diciottenne, con il Conte Venceslao Spalletti
Trivelli da cui avrà due figlie e un figlio e di cui rimarrà vedeva nel 1899.
Durante
una villeggiatura presso le ville di famiglia a Quarrata, rimane colpita dall’indigenza
della popolazione al punto tale da prendere una decisione che caratterizzerà la
sua futura esistenza ma anche quella di numerose famiglie e addirittura di
tutta una provincia, e per secoli.
Ricamo sfilato, su tela, di tradizione pistoiese praticata dalle donne di Quarrata |
Destina
infatti la sua villa di Quarrata, a Lucciano, a scuola di ricamo e filet ,
senz’altro per valorizzare quest’arte ma soprattutto per valorizzare il lavoro
femminile da una parte, e dare, dall’altra, una speranza concreta di un
miglioramento delle condizioni sociali. Chiamò inizialmente a lavorare cinque
artigiane a cui garantì uno stipendio e soprattutto anche i contributi previdenziali.
Ben presto l’iniziativa si diffuse fino a toccare una quota superiore alle cinquecento
lavoranti agli inizi del '900. L’attività si era ingrandita a tal punto che la
scuola strinse una collaborazione con l’impresa Navone di Firenze che riuscì a
far arrivare ad una clientela più vasta l’artigianalità di alta qualità dei
manufatti ricamati e dei filati.
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Nacque
così quel prestigio che noi tutti conosciamo e apprezziamo e che coinvolge
estimatori anche internazionali. Difatti questi lavorati vennero venduti perfino negli Stati Uniti e vennero premiati proprio all’Esposizione Universale del 1904 a St. Louis,
consolidando la stima estera verso questi manufatti.
La
Contessa Gabriella era riuscita a valorizzare una tradizione femminile
portandola ai massimi livelli, portando soprattutto il rispetto del lavoro,
garantito da contributi previdenziali e
salariali, alle lavoratrici come all’epoca non era possibile pensare.
Forte
della sua esperienza che le aveva dimostrato la fattibilità delle sue idee che
nulla erano se non quelle che ancora oggi, purtroppo, dovrebbero essere
attuate: equità salariale, contributi previdenziali e sicurezza sul lavoro, era
fortemente convinta della necessità di essere unite e così ispirandosi all’esempio
di altri club internazionali, soprattutto dell’International Women Council,
creò il Consiglio Nazionale Donne Italiane, CNDI, nel 1903 di cui divenne
presidente fino alla sua morte. Il Consiglio era d’ispirazione laica e in favore della rivendicazione
e affermazione dei diritti del lavoro della donna: parità giuridica, sociale, familiare e
lavorativa.
Cercò
con il Consiglio di portare quella giustizia sociale che così scarsamente
interessava il lavoro femminile e che aveva attuato con successo a Quarrata.
Durante
il terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 , attraverso il Consiglio,
CNDI, organizza il Comitato a Sostegno delle vittime che venne riconosciuto
direttamente dalla Regina Elena che faceva così di lei, con regio decreto, la
prima donna investita dell’incarico di protettrice dei minori.
Nello
steso anno organizza a Roma il I Congresso Nazionale delle Donne Italiane.
La Contessa Gabriella Spalletti Trivelli nei primi del '900. |
Tramite
il Consiglio Nazionale Donne Italiane, in qualità di presidente, attua delle
iniziative rivoluzionarie, in favore delle donne e dei minori, istituendo tra
le altre cose, biblioteche itineranti per le maestre, segretariati per la
tutela delle donne e dei fanciulli emigranti, casse maternità, assistenza
scolastica e un servizio domiciliare di ostetriche.
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Il
Consiglio Nazionale, CNDI, riusciva a garantire una certa capillarità nella sua
azione poiché organizzato a livello locale anche se nel 1910 elementi cattolici lasciarono il Consiglio Nazionale Donne Italiane per formare l’Unione
Donne Cattoliche.
L’impegno
della Contessa tuttavia era importante anche nella Capitale dove, con la nomina
del marito a Senatore, si era trasferita con la famiglia. Qui i Conti
acquistarono un terreno vicino al Quirinale per edificare la loro dimora, la
Villa Spalletti Trivelli che diventerà ogni giovedì sera uno dei più illustri
ed ambiti salotti intellettuali e culturali che vedranno tra gli altri
personaggi anche politici come Minghetti, Sidney Sonnino o letterati quali il premio nobel Tagore.
La
Contessa Gabriella Bonanzi Spalletti Trivelli si spegnerà a Roma, nel 1930, il 30 Settembre
. Le sue, seppur ormai attempate, prime lavoranti le vollero dedicare la creazione
di una fontana in pietra che posero sulla piazza antistante la Chiesa di
San Lucciano.
Dopo
la sua scomparsa la sua azione non cesserà tanto che ancora è viva e attuale la fama internazionale dei filet di questa zona della Toscana che solo oggi per le critiche condizioni dell’economia mondiale, vive un
periodo di crisi che ci auguriamo si risolva e possa risollevare una delle
eccellenze italiane che tutti ammirano e cercano nel mondo, chissà se toccherà
riuscire a farlo ad un’altra eccellente donna.
Quello
che si sa, ed è certo, è che l’opera della Contessa Gabriella Spalletti Trivulzio continua nel suo
impegno ed esempio vivo: la scuola da lei creata, che porta il suo nome “Scuola
di Modano e ricamo Contessa Gabriella Spalletti, Lucciano, Quarrata”, è ancora
attiva nell'iniziativa della Scuola Media Statale di Quarrata che organizza un laboratorio di filet e merletto, così come é attivo il Consiglio Nazionale Donne Italiane con le sue iniziative.
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ciao nina
RispondiEliminaaffascinante scoprire sempre personalità nuove importanti nella storia..
grazie del post
daniela
infusodiriso
grazie Daniela! sono contenta che il blog ti piaccia
RispondiEliminaCarissima Silvia,
RispondiEliminacerto che ci ha fatto cosa gradita!
Solo ora ho letto la pagina che lei ha pubblicato sul suo blog.Il ricamo del filet a modano non esisteva sul nostro territorio, prima che lo introducesse la contessa Gabriella Spalletti, probabilmente appreso da lei nella sua città natale, Ravenna o a Venezia. Anche questa è una informazione da verificare, come ci interessano altre notizie sulla storia della emancipazione femminile. Il laboratorio che noi teniamo in vita infatti è uno spazio di ricerca storica, oltre che uno spazio didattico per tramandare l'arte antica del merletto, che ora non ha più mercato in quanto è stato sostituito dal merletto industriale sintetico..
A risentirci
Rosita Testai (Laboratorio di ricamo a modano e filet- Quarrata)
ciao Silvia
RispondiEliminafa piacere che nel passato persone laiche si interessavano delle condizioni sociali femminili e abbiano fatto tanto fino ad interessarsi della previdenza sociale. A quei tempi alla condizione sociale di poivertà di uomini donne e bambini ci pensavano solo poveri frati e povere suore che si dedicavano alla carità, che ovviamente non arrivavano fino alla previdenza sociale, di competenza dei governi. Qui a Bolzano c'è nl'amara peatica della tratta delle donne africane ... se ne occuoano le suore che offrono loro vestiti e alloggio. E il resto? Inserimento nel sociale, istruzione, insegnamento della lingua, protezione dai trafficanti, e comunque, lotta alla tratta umana? chi lo fa? E' da apprezzare l'opera di quella donna che pensava alle povere e anche il tuo lavoro di pubblicista in blog che rende noto certi fenomeni che devono essere conosciuti. ciao e razie
Hai ragione ci vorrebbero anche oggi queste persone in grado con il loro operato di cambiare e migliorare la posizione giuridica di paltre persone più in difficoltà. La chiesa fa tanto ma non può fare tutto...
Eliminabello scoprire nuove personalità che trasmettono ispirazione!
RispondiEliminaGrazie Eleonora per l'interesse a presto
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