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mercoledì 5 maggio 2010

Anna Maria Mozzoni

Almanacco del 5 maggio 2010:






Anna Maria Mozzoni nasce a Rescaldina, il 5 maggio 1837, da una famiglia alto- borghese di Milano.
Di temperamento fuori dal comune rispetto al quadro femminile italiano, ricorda più l’attivismo e l’entusiasmo inglese sarà che tra i suoi ispiratori intellettuali ritroviamo J. Stuart Mill, di cui tradurrà nel 1870 “Subjection of Women” e a cui si ispirerà per basare la sua attività in favore delle donne sull’iniziativa delle donne stesse, organizzate così da renderle un soggetto al pari livello degli altri attori sociali capaci di relazionarsi con le istituzioni.
Così nel 1878 fonda la 'Lega promotrice degli interessi femminili' mentre l’anno prima era stata la rappresentante italiana a Parigi al Congresso internazionale per i diritti delle donne.
Definita la più grande femminista dell’Ottocento è la prima figura di donna che presenta in effetti un’azione ed un pensiero che si ritrovano concretizzati in modo pianificato e coerente.
Fulcro dell’azione politica di Mozzoni sarà il riconoscimento del voto alle donne, quale massima espressione di riconoscimento giuridico e base dell’emancipazione femminile. Presentò quindi al Parlamento già nel 1877 una prima mozione che non ebbe gran successo ma che ispirò a sua volta il deputato Salvatore Morelli, grande sostenitore della causa femminista (
Almanacco del 22 ottobre ).
Anna Maria Mozzoni riprovò allora con una mozione questa volta firmata da ben venti donne tra cui Maria Montessori e Teresa Labriola senza però, anche questa volta, riuscire nei suoi sforzi, la riforma elettorale del 1912, infatti, oltre a non includere le donne al voto le escludeva esplicitamente.
Solo nel 1919 il Parlamento approvò il voto alle donne con una votazione segreta ma ne rimandava l’applicazione alle elezioni future e non a quelle che di lì a poco si sarebbero tenute ma l’avvento del fascismo non rese possibile tale auspicio.

Anna Maria Mozzoni poté tuttavia vedere realizzato almeno formalmente questo diritto basilare che, insieme all’educazione femminile e al miglioramento delle condizioni lavorative delle donne, era ritenuto alla base dell’emancipazione femminile.

Altro nodo essenziale, infatti, per il miglioramento della condizione femminile erano le condizioni lavorative in cui versavano le donne; Anna Maria Mozzoni si dimostrò ancora una volta una fine osservatrice sociale accorgendosi che l’evoluzione industriale aveva un enorme peso sulle pessime condizioni lavorative specchio della più ampia e scarsa considerazione sociale della donna.
Anna Maria Mozzoni infatti riteneva che l’emancipazione femminile non dovesse essere subordinata a nessun’altra causa principale né avvenire per effetto della risoluzione di altre “primarie” cause, come invece riteneva il Partito Socialista a cui nei primi del ‘900 si era avvicinata.
Ne scaturì una dura presa di posizioni tra Mozzoni e Kuliscioff; Mozzoni infatti nell’articolo “
Legislazione a difesa delle donne lavoratrici. “Dagli amici mi guardi Iddio!” del 1898 sull’Avanti, sosteneva che la politica socialista sul lavoro femminile riproponesse esclusivamente i ruoli sociali contenitivi in uso nella società, infatti la legge non poteva, secondo Mozzoni, limitare il lavoro delle donne ma erano le donne stesse a doversi conquistare i loro diritti al pari dei lavoratori, partendo però dallo stesso piano mentre la proposta socialista era quella di evitare alle donne i turni notturni, gli straordinari... Kuliscioff a sua volta la accusò nel suo “In nome della libertà delle donne. “Laissez faire, laissez aller” di fare il gioco dei padroni, ritenendo opportuno la regolamentazione del lavoro femminile per evitarne lo sfruttamento.
La frattura con il partito socialista la confinerà in un isolamento dalla scena politica che la riguarderà fino alla sua morte avvenuta a Roma nel giugno del 1920.
Anna Maria Mozzoni rimane la femminista più importante dell’800, fonte di ispirazione oggi come allora: partecipa ed ispira la rivista “La Donna” nel 1868, che si occupava dei problemi lavorativi delle operaie, delle maestre e delle impiegate; diresse la “Roma del Popolo” di ispirazione mazziniana, collaborò con Turati alla sua “Critica Sociale” e con lo stesso Turati e Lazzari fondò la 'Lega socialista milanese' nel 1889.
Scrisse anche opere di tema sociale, come: “
La donna e i suoi rapporti sociali" del 1864, "La donna in faccia al progetto del nuovo codice civile italiano" del 1865.


Bibliografia:
Murari Stefania, “L'idea più avanzata del secolo. Anna Maria Mozzoni e il femminismo italiano”, Aracne, 2008.
Nicolaci Elisabetta, “
Il «coraggio del vostro diritto». Emancipazione e democrazia in Anna Maria Mozzoni”, Centro Editoriale Toscano, 2004.




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