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venerdì 31 marzo 2017

Gender Pay Day-Giornata internazionale per la parità salariale


Oggi è la giornata dedicata alla disparità salariale tra uomo e donna, Gender Pay Day. Molte e molti infatti non sanno che a parità di mansione una donna guadagna di meno.
Ricordate lo spot di qualche tempo fa in cui un'attrice sosteneva un colloquio prima vestita da donna e poi travestita da uomo e a parità di curriculum, esperienze e competenze al ragazzo veniva offerto il lavoro ad uno stipendio ritenuto invece un po' pretenzioso nel caso della donna?

Più spesso si è sentito parlare del problema del così detto "Tetto di cristallo", cioè quelle posizioni di vertice a cui le donne difficilmente accedono ma oggi si parla invece proprio di tutte quelle posizioni lavorative quotidiane, infatti la disparità riguarda proprio tutti i settori.

Vi ripropongo per questo un mio articolo di più di un anno fa, del Giugno 2016 apparso sul blog di "NoiDonne", sul problema dello sport femminile e dei rispettivi guadagni ma al di là del titolo e della tematica principale, appunto quella sportiva, la mia analisi fu ben più ampia toccando la differenza salariale guardando anche agli altri paesi europei, extra europei e d'oltreoceano e non solo nello sport.

C'è da constatare che purtroppo a differenza di quasi un anno, le cose non sono migliorate anzi non sono cambiate affatto, soprattutto per quello che riguarda il nostro paese.



Calcio e Nazionali, il gender pay- gap riguarda anche loro

E’ tempo di Europei, di calcio mercato e inevitabilmente di cifre, ma è passata inosservata la notizia che la nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti ha vinto i Mondiali e ha guadagnato una cifra milionaria ben al di sotto di quella ricevuta dai loro colleghi uomini...

Silvia S. G. Palandri



In periodo di Campionato Europeo di calcio, di calcio mercato e di relativi numeri e cifre, non ha trovato spazio, tra le reti delle squadre nazionali, la notizia che la Nazionale di calcio femminile statunitense ha ottenuto una proposta di legge arrivata fino al Senato americano con la quale richiede parità salariale con i suoi colleghi.
La Nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti infatti ha vinto i Mondiali e per questo ha ricevuto un premio di ben 2 milioni di dollari che però messo a confronto con i 30 milioni vinti dalla Nazionale tedesca nel 2014 per la stessa vittoria mondiale fa risaltare una disparità eclatante che ha portato la Nazionale di calcio femminile a protestare apertamente per questo trattamento di palese disuguaglianza. Le giocatrici stesse hanno stimato di guadagnare ben il 25% in meno rispetto ai loro colleghi.
La senatrice Patty Murray ha così deciso di supportare la loro protesta e con altri venti senatori ha presentato una risoluzione che è stata largamente approvata. La Risoluzione tuttavia non ha alcun effetto legale ma solo una valenza di pressione pubblica sugli enti governativi del calcio tanto che un altro senatore, Patrick Lealhy, ha pensato di presentare direttamente alla FIFA un’altra petizione che però è stata duramente osteggiata ritenendo più urgenti e necessarie altre questioni per il Paese. Ma questa risoluzione non è la sola proposta sull’equità salariale a giacere dimenticata, infatti anche il “Paycheck Fainess Act” che apporterebbe ulteriori garanzie alla parità retributiva a livello federale, aggiornando la “Equal Pay Act” del 1963, è per ora fermo al Senato così che è ancora in vigore la legge di epoca “kennediana”.

L’ unica legge recente approvata sull’equità salariale è stata quella del 2009, la “Lilly Ledbetter Fair Pay Act” firmata dal Presidente Obama all’inizio del suo primo mandato. Con questa legge si è voluto marcare una realtà di disequilibrio esistente tra i salari maschili e quelli femminili cercando di sancire per legge la parità salariale a parità di mansione. Questo provvedimento legislativo porta il nome della cittadina americana, Lilly Ledbetter, che una volta in pensione si è resa conto di percepire una somma inferiore ben al 40% rispetto ai suoi colleghi e che dopo una battaglia legale contro la sua ex azienda non ha visto riconosciute le sue istanze, perdendo la causa.

Sarà stato per evitare questo effetto sorpresa che in Germania, dove le donne guadagnano il 22% in meno rispetto ai colleghi, la Ministra alle politiche familiari, per gli anziani, le donne e i giovani, Manuela Schwesig ha presentato lo scorso anno un disegno di legge preliminare per risolvere il pay-gap che avrebbe dovuto dare i suoi effetti già nel 2016 se non si fosse arenato in Parlamento osteggiato dalle numerose critiche di fattibilità sia a livello economico per le aziende sia per la conseguente paura per i livelli occupazionali femminili; per alcuni infatti questa uguaglianza scoraggerebbe le aziende nell’assumere le donne.
Questa legge propone tra l’altro, come strumento di garanzia di parità salariale, la pubblicazione online degli stipendi dei relativi colleghi, non a livello nominale ma per categoria, così che ognuno può confrontare e verificare l’adeguatezza della propria remunerazione.

Nel resto d’Europa la situazione per le donne è altrettanto poco remunerativa visto la media del divario salariale che si attesta al 16.4% e dove in Spagna una donna guadagna il 17% in meno di un collega o in Francia il 15% e riceve una busta paga più leggera del 20% in Ungheria, del 30% in Estonia, del 19.4% in Finlandia e del 23.4% in Austria.

La situazione si presenta simile anche in paesi fuori dall’Unione Europea come la Svizzera dove a Febbraio scorso è stata attivata la campagna “Equal Pay Day” con l’intento di far reinserire nella programmazione legislativa 2016-2019, la legge per l’equità salariale che è sancita dall’art.8 della Costituzione Elvetica e che invece il Consiglio Nazionale ha stralciato dal Programma di Legislatura triennale.
La legge per la parità salariale tra uomini e donne prevedeva misure concrete che, a detta dei promotori della campagna, avrebbero permesso di superare lo squilibro di retribuzione che nel paese elvetico è pari al 18.4%.

In Italia la situazione non è diversa dal resto d’Europa se la stima percentuale dei salari femminili, calcolata per ore lavorative, secondo uno studio dell’Unione Europea è pari al 6.7% in meno rispetto agli stipendi maschili.
E nel Calcio? Il Calcio e tutti gli sport italici vengono regolati dal CONI e dalle sue Federazioni che ad oggi non hanno modificato le regole per le quali gli sport femminili risultano estromessi dal professionismo in base ad una legge del 1981, la n. 91 del 23 Marzo, che definisce i requisiti dell’atleta professionista, i quali sono materia esclusiva delle Federazioni. Così le donne sono e rimangono delle “dilettanti”.

L’Associazione Nazionale Atlete, ASSIST, nell’incontro annuale tenutosi a livello nazionale ha voluto rendere nota questa palese situazione di disuguaglianza e discriminazione che affligge le donne non solo sul piano economico ma che incide a livello di considerazione sociale e di valutazione prestazionale.
La protesta delle atlete è stata recepita dal ddl n. 1996 “Idem-Fedeli” del 2015 per volontà della Vice-Presidente del Senato Valeria Fedeli e della Senatrice Josefa Idem e che volge al pieno riconoscimento professionale delle atlete italiane.
Il ddl “Modifiche alla Legge 23 marzo 1981 n. 91, per la promozione dell’equilibrio di genere nei rapporti tra società e sportivi professionisti” è stato presentato nel Luglio dello scorso anno e dopo la lettura in Senato, seguita alla presentazione, è a tutt’oggi in attesa di discussione.

La FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio, da parte sua sta tentando una riabilitazione del ruolo e delle abilità femminili. Di fatto i club di calcio femminile rientrano nella Lega Nazionale Dilettanti, LDN, tuttavia per la stagione 2015-2016 le società professionistiche di Serie A e Serie B maschili sono tenute a tesserare almeno 20 ragazze under 21 per aumentare la possibilità che le donne possano competere nelle varie categorie a seconda dell’età. Si è inoltre data la possibilità di cedere il titolo sportivo per invogliare i club professionisti ad interessarsi al calcio femminile anche nei livelli più avanzati.
Questi accorgimenti sono stati previsti nell’ambito delle Linee Programmatiche per lo Sviluppo del Calcio Femminile. Nel frattempo, forse anche grazie a queste decisioni, come primo effetto, c’è stato un contratto di sponsorizzazione per una centrocampista, Aurora Galli, con una nota marca di scarpe e prodotti sportivi italiana che per la prima volta ha scelto come sponsor una calciatrice.

Un assist favorevole dalla FIGC quindi al Calcio Femminile che dovrebbe dare i suoi risultati nel tempo ma che può portare a vincere la partita più importante, quella della parità in ogni campo, economico e professionale.


| 27 Giugno 2016




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lunedì 27 marzo 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #22




  
Il bacio di una morta #22


Questa settimana OG vi consiglia per la ormai consolidata rubrica di "Un film a settimana di una donna per un anno" nell'ambito dell' iniziativa statunitense  di #52FilmsbyWomen, un film italiano che si basa su un racconto thriller dell'Ottocento, scritto da una scrittrice poco conosciuta ma all'epoca molto amata: Carolina Invernizio a cui OG ha spesso dedicato molti post. Il film è degli anni '70 in cui effettivamente la tv riscoprì queste opere in vari serial e anche il cinema che sviluppava allora il gusto per l'horror e il thriller approfittò delle opere di questa scrittrice "Mary Shelley sconosciuta" alla nostra epoca.

Trama:
Andrea innamorato di Clara dopo essere stato rifiutato da quest'ultima sposatasi con un nobile della città torna da lei ma scopre che è morta. Al cimitero corrompe il custode pur di dire addio un'ultima volta all'amata ma avvicinatosi al cadavere e avendolo baciato si accorge che il cadavere è in realtà caldo...Clara era stata sepolta viva! Fatto arrivare un frate che la rimette in forza e dopo giorni a letto per recuperare, Clara finalmente trova la forza per dire ad Andrea tutta la verità ma non chi ha tentato di ucciderla.
Andrea apprende dai racconti di Clara di essere suo fratello, motivo per il quale era stato allontanato da Clara come pretendente ma non aveva potuto rivelarglielo prima per una promessa fatta al padre sul letto di morte che salvaguardava il nome della famiglia.
I due fratelli si spostano a Parigi dove il marito di Clara si era sistemato con una cantante di locali parigini, avida e interessata solo al patrimonio del nobile italiano che infatti comincia ad avere problemi economici. A Parigi Clara intanto cerca di recuperare sua figlia rimasta con il marito e ritenuta in pericolo di vita.

Quando Andrea recupera il coraggio per affrontare il cognato, ritenuto il colpevole, e prendersi la figlia di Clara anche il marito di Clara si rende conto della situazione e senza sapere che la moglie è viva acconsente a lasciare allo zio la bambina che viene ricondotta alla madre.
Ma Clara viene spiata dall'amante del marito, responsabile già del primo tentato omicidio, che la riconosce così viene rapita  nuovamente per essere uccisa questa volta senza errori, così il marito avrebbe ereditato tutti i suoi beni. Mentre Clara viene rinchiusa con gli aguzzini in un capanno dove però accorre Andrea a salvarla, la cantante accusa il suo amante, il marito di Clara, dell'omicidio di questa. I due vengono arrestati ed estradati in Italia ma durante il processo Clara si fa viva e scagiona il marito, all'oscuro delle macchinazioni dell'amante che invece viene arrestata e condannata con i suoi complici.
La famiglia si riunisce ed anche Andrea può cominciare una nuova vita con una compagna anche per lui.


Scelto perché: al di là dell'impostazione ottocentesca le opere di Invernizio sono davvero dei capolavori che andrebbero riscoperti ed apprezzati. Questa Agatha Christie italiana da pochi conosciuta andrebbe rieditata e promossa come merita.

Titolo: Il bacio di una morta
Nazionalità: ITA
Durata: 95 min.
Anno: 1974
Sceneggiatura: Tatiana Pavoni, Gastone Ramazzotti, Carlo Infascelli, Adriano Bolzoni
Regia: Carlo Infascelli
Cast: Silvia Dionisio, Orso Maria Guerrini, Peter Lee Lawrence,Karin Schubert




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lunedì 20 marzo 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #21




Vivian Maier riflessa in un autoscatto.
Alla mostra del Museo di Roma in Trastevere.



Alla ricerca di Vivian Maier #21


Si è inaugurata la scorsa settimana a Roma la mostra "Vivian Maier: Una fotografa ritrovata", una fotografa ritenuta la più talentuosa del secolo scorso eppure fino a qualche anno fa era una perfetta sconosciuta, morta in povertà e senza familiari.

La sua storia è tanto incredibile quanto le sue fotografie e il film che OG vi suggerisce per questa settimana è il documentario che racconta la sua vita tramite le testimonianze dei bambini che l’hanno conosciuta e del ragazzo, appassionato di fotografia, che ha ritrovato le foto che hanno emozionato il mondo e sono diventate la chiave di accesso per conoscere la nostra società del secolo scorso e la vita di questa donna “comune”.

Trama:
Il documentario ripercorre le tappe della protagonista tramite le sue foto e le testimonianze di chi l’ha conosciuta. Chi si cela dietro quelle bellissime foto? Chi e perché ha ritratto tanti volti di bambini e bambine? Perché nessuno ne ha mai sentito parlare? Un’affascinante viaggio che parte dal ritrovamento fortuito di una cassa di foto e rullini e dalla bravura di un ragazzo che da lì è partito per ricostruire la storia di una donna con un talento inaspettato e dalle mille sfaccettature private che nonostante le interviste ai protagonisti che le hanno vissuto accanto mettono solo in luce una figura contraddittoria. Restano però le sue foto e questa storia straordinaria: un recupero di robivecchi, la curiosità di un ragazzo e la sua bravura nello svelare l’autrice delle opere d’arte che ha una storia personale difficile da inquadrare ma che fa di lei, insieme alla sua arte, la fotografa mondiale più ricercata degli ultimi anni.  

 Scelto perché: La scoperta della più grande fotografa del secolo scorso avvenuta casualmente e che riporta alla luce un’esistenza travagliata e contraddittoria di una donna vissuta onestamente ma difficilmente nella Chicago anni ’50 da straniera, forse scappata alle leggi razziali merita senz’altro la nostra attenzione.


Titolo: Alla ricerca di Vivian Maier
Titolo originale: Finding Vivian Maier
Anno: 2014
Nazionalità: USA
Durata: 84min.
Regia: Charlie Siskel
Cast: John Maloof, Mary Ellen Mark, Phil Donahue, Vivian Maier




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venerdì 17 marzo 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #20




Mary Shelley,
autrice di "Frankenstein o il Prometeo della notte"

Credits: Wikicommons


#20 Frankenstein di Mary Shelley



Il film che OG vi suggerisce per questa settimana fu pubblicato per la prima volta in questo mese, l’11 marzo del 1818 da una giovane scrittrice neanche ventenne che però con questa sua opera cambierà per sempre la concezione del genere letterario aprendo infatti la strada al genere fantasy- horror con “Frankenstein o il Prometeo della notte” di Mary Shelley.
Il film di questa settimana infatti si ispira proprio alla prima versione di quello che ormai è un classico anche se più volte rivisitato: “Frankenstein di Mary Shelley”. Nonostante l’esplicito richiamo al romanzo originale di Mary Shelley ci sono delle differenze ma la storia rimane nel suo divenire la più attinente all’opera originaria tranne forse il rimando alla morte della mamma di Victor per parto che nel romanzo è data invece dalla scarlattina presa dalla figliastra Elisabeth, forse questo cambiamento è stato fatto per rendere omaggio alla vera storia dell’autrice la cui madre, la filosofa proto femminista Mary Wollstonecraft morì di parto pochi giorni dopo averla messa al mondo.

Trama: Victor Frankenstein dopo la morte prematura di sua madre sviluppa un’ossessione per la vita e per la scienza e cercherà di combinare a livello medico queste sue aspirazioni. Studierà medicina e seguirà quegli scienziati che iniziano a parlare di riportare i cadaveri in vita e così vorrà poi lui stesso provare l’esperimento. Assemblando pezzi di corpi recuperati dagli obitori e dai cimiteri darà vita ad un essere che lui stesso però rinnegherà e che sentendosi rifiutato cercherà approvazione in altri luoghi ma vedendosi sempre mal voluto alla fine deciderà di far pagare al suo creatore la colpa di averlo messo al mondo in una forma così riprovevole. 

Inizia a dargli la caccia e mano a mano ammazzerà i suoi famigliari come William, il fratello più piccolo e quando finalmente riuscirà a parlare con Victor e questo accetterà di dargli una compagna che lo possa amare ed accettare si placherà. Ma Victor ci ripensa e la Creatura allora uccide la moglie, l’adorata, Elisabeth a questo punto Victor stesso decide di annientare la sua stessa creatura che scappa fino al Polo Nord dove in realtà inizia il film quando Victor viene ripescato dal capitano di una nave a cui inizia a raccontare questa incredibile avventura. La Creatura che nel frattempo sopraggiunge trovando il suo creatore morto decide di darsi fuoco e di morire con “suo padre” tra le braccia mentre la nave si allontana tra i ghiacci.


Scelto perché: Questo racconto è ormai un classico della letteratura molto amato e noto ma di cui spesso non si conosce la versione originale e non si sa o si sa poco dell’autrice che con questo romanzo aprì la strada ad un nuovo genere letterario.



Titolo: Frankenstein di Mary Shelley
Titolo originale: Mary Shelly's Frankenstein
Nazionalità: UK, Giappone, USA
Durata: 123 min.
Anno: 1994
Regia: Kenneth Branagh
Cast: Kenneth Branagh, Robert De Niro, Helena Bonham Carter

Un film di una donna a settimana per un anno? #19




Ipazia nel film Agorà
credit: web


#19 Agorà


Il film che OG vi suggerisce questa settimana in cui ricorre la giornata internazionale delle donne, è dedicato alla più grande matematica, astronoma, scienziata della storia che tuttavia non ha mai trovato posto nella memoria storica: Ipazia di Alessandria che venne giustiziata proprio  in questo mese nel 415 per mano di fanatici cristiani.

Trama: Agorà parla  della vita di Ipazia d’Alessandria dove la vita religiosa dei cittadini si incentra sulle rivalità dei cristiani e dei pagani che stanno mano a mano prendendo piede ma non pacificamente nella realtà cittadina. La condizione in cui Ipazia si trova a vivere non è quindi pacifica ma contornata da violenze e massacri continui a cui si aggiungono le rivalità scientifiche tra chi supporta le tesi geocentriche e chi invece  le più acute tesi  di un sistema eliocentrico. A distanza di anni nei difficili rapporti tra le due fazioni si inseriscono anche gli ebrei  che partecipano ai già numerosi scontri in questo clima già surriscaldato tra scienziati di diversa opinione. Ipazia abbraccia il modello eliocentrico essendo fortemente convinta che sia la Terra a girare intorno al Sole e molto di più perché è anche fortemente convinta che l’asse terrestre e dei pianeti in generale non sia perfettamente tondo ma ellittico e inizia a studiare questa sua ipotesi.  

Quando un suo allievo, Oreste, seppur cristiano rifiuterà di chinarsi al Vangelo di Paolo che diffida le donne dall’insegnare agli uomini, tutti attribuiscono questa   grave mancanza all’influenza malevola di Ipazia. Una folla inferocita si organizza quindi per andare a prendere Ipazia e linciarla ma il suo fedele servitore, Davo riesce a far tramutare la pena in un linciaggio così che quando sono tutti occupati a cercare le pietre, lui si avvicina a Ipazia e con il suo assenso la soffoca per donarle una morte meno penosa.



Scelto perché: Al di là degli aspetti più romanzati, perché che Ipazia si fosse già accorta dell’asse ellittico dei pianeti non è un dato certo, che Oreste non era un suo discepolo e che il suo servitore Davo non è mai esistito...questo film è comunque un’ottima occasione per richiamare l’attenzione su questa straordinaria figura di scienziata che per troppo tempo è stata trascurata. 


Titolo: Agorà
Nazionalità: Spagna
Anno: 2009
Durata: 140 min.
Regia: Alejandro Amenabar
Cast: Rachel Weisz, Mix Minghella



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venerdì 3 marzo 2017

Un film di una donna a settimana per un anno? #18



La vera matematica Katherine Johnson
 alla NASA nel 1966.


Fonte: Wikipedia



# 18 Il diritto di contare



Questa settimana OG vi propone come film di 52FilmsbyWomen "Hidden Figures", ovvero "Il diritto di contare", l’8 marzo nelle sale italiane. Uscito nel 2016 negli USA  è stato candidato agli Oscar e ai Golden Globe. La sua trama ripercorre la vera storia di tre scienziate afro-americane che contribuirono in modo sostanziale alla missione della NASA dell’Apollo 11.


Trama:  Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson lavorano  alla NASA in quanto scienziate stanno aiutando la missione spaziale a far partire la navetta dell’Apollo 11 che portò per la prima volta l’uomo sulla luna grazie proprio ai calcoli matematici delle tre scienziate

Katherine dovrà lottare contro la iniziale freddezza dell’ambiente di lavoro che la segregherà in quanto afro-americana e in quanto donna e contro la quale dovrà imporsi grazie alle sue indiscusse capacità che abbatteranno ogni pregiudizio sessista e razziale; grazie al suo esempio i bagni per le persone di colore saranno aboliti e grazie al suo talento matematico verrà invitata a partecipare a pieno titolo alle riunioni anche se sarà l’unica e prima donna ammessa e in cui calcolerà un’impegnativa equazione grazie alla quale gli astronauti riusciranno a rientrare sulla Terra sani e salvi però nonostante questo il suo nome non dovrà mai comparire comunque sui rapporti ufficiali.

Mary Jackson intanto deve far ricorso al giudice per ottenere il permesso di frequentare una scuola serale ma per soli bianchi e poter così diventare un’ingegnera.
Subito dopo che la Missione dell’Apollo 11 ha luogo Katherine viene rispedita al suo Dipartimento ma ci sono subito dei problemi, infatti l’IBM, il nuovo computer che avrebbe dovuto seguire l’operazione, sbaglia i calcoli e la presenza di Katherine diventa di nuovo necessaria…


Scelto perché: Le donne sono spesso dimenticate nella Storia anche quando hanno avuto un ruolo essenziale nel progresso  umano e quando si tratta di ambiti scientifici questa discriminazione diventa più importante e quindi ben venga un lancio promozionale nella giornata internazionale delle donne per far conoscere l’apporto di tre scienziate in un evento che ha cambiato la Storia dell’intero genere umano.


Titolo: Il diritto di contare
Titolo Originale: The Hidden Figures
Nazionalità: USA
Durata: 127 min.
Anno: 2016
Regia: Theodore Melfi
Sceneggiatura: Theodore Melfi, Allison Schroeder
Cast: Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monàe, Kevin Costner, Kristen Dunst



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