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mercoledì 30 novembre 2016

Un film di una donna a settimana per un anno? #5


Artemisia Gentileschi nel suo autoritratto nel film Artemisia passione estrema
Artemisia Gentileschi interpretata da Valentina Cervi
 mentre esegue il suo famosissimo autoritratto.
Dal web


# 5  Artemisia- Passione estrema



Si inaugura oggi a Roma la mostra dedicata alla pittrice più famosa, importante e conosciuta al mondo: "Artemisia Gentileschi e il suo tempo". Novanta quadri che raccontano, a Palazzo Braschi fino a maggio prossimo, l’artista italiana più amata al mondo.
Come quinto film per questa settimana quindi OG ha scelto “Artemisia Gentileschi- passione estrema” del 1997 con un’acerba ma già brava Valentina Cervi. Un film molto apprezzato per la ricostruzione storica degli ambienti e dei costumi anche all’estero, soprattutto in Francia e Germania.

Trama:
La sceneggiatura si basa sulla vita della giovane artista che unica in famiglia, rispetto ai fratelli, dimostra da subito un certo talento per la pittura che il padre Orazio, già affermato pittore, vuole coltivare tenendola a studio con lui, facendole preparare i colori e studiare disegno. Con questo stesso intento decide di farle approfondire lo studio prospettico con il migliore dei suoi colleghi, Agostino Tassi giunto a Roma per lavorare con lui ma ben presto Agostino rivolge le sue attenzioni ad Artemisia finchè un giorno abusa di lei. Ne nasce uno scandalo per l’intera città e un processo per stupro che vedrà Agostino Tassi incriminato e condannato. La vita privata e artistica di Artemisia prendono nuove strade che la porteranno a diventare l’artista più famosa ed apprezzata della sua epoca fino ai nostri giorni.
Scelto perché: Artemisia sfida la società della sua epoca volendo diventare un’artista, facendo scelte dure ma consapevoli e alla fine ci riesce nonostante i limiti e le conseguenze che la condizione sociale dei suoi tempi  riserva alle donne che vogliono semplicemente realizzarsi. Un esempio per tutte noi da più punti di vista: artistico, dimostrando che anche le donne hanno talento e privato, non subisce in silenzio ma denuncia e fa della sua rabbia e dolore un motivo di rivalsa  diventando quello che voleva essere.

Titolo: Artemisia -Passione estrema
Anno: 1997
Naz.: Francia, Germania, Italia
Durata: 99 min.
Regia: Agnès Merlet
Sceneggiatura: Agnès Merlet, Christine Miller
Cast: Valentina Cervi, Michel Serrault



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una scena del film Artemisia passione estrema, dedicato a Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi nel film 'Artemisia passione estrema'.
Dal web





martedì 29 novembre 2016

Noi, piccole donne

Jo in Piccole Donne del 1933
 interpretata da Katherine Hepburn.
Da Wikipedia

Oggi ricorre il 184° anniversario della nascita di una delle scrittrici americane più note ed amate che ha saputo farsi apprezzare da intere generazioni da varie parti del mondo, ispirando molte bambine a diventare quello che volevano essere, ad esprimere loro stesse e non solo grazie alle eroine dei suoi romanzi ma anche con il suo esempio; la sua vita fu coerente con i messaggi che lanciava nei suoi scritti, essa stessa fu colei che voleva diventare e lottò per poterlo essere. Louisa May Alcott  fu infatti una femminista convinta, suffragetta attiva che con convinzione appoggiò la lotta per il voto alle donne e fu la prima donna ad essere iscritta nelle liste della sua città per votare, aiutò la lotta alla schiavitù facendo della propria casa una tappa della così detta “Underground Railroad”, la via di fuga degli schiavi neri durante la guerra civile. In questo periodo sarà infermiera volontaria sul fronte causando il motivo che la porterà alla morte nel 1888 per avvelenamento per mercurio con cui era stata curata.
La vita di Louisa non sarà convenzionale, avrà un’istruzione privata ma con personalità che le forniranno tutte quelle qualità che lei stessa cercherà di trasmettere al suo pubblico di lettrici e lettori attraverso le sue opere; lei come la madre e le sorelle cercarono sempre di contribuire al sostegno della famiglia  facendo molti lavori e lavoretti, come insegnante, sarta, governante finchè non pubblicò il suo primo libro che fu una raccolta di fiabe del 1849 “Flower Fables” , pubblicato nel 1855, che le diede subito una certa notorietà ma nonostante ormai fosse avviata alla carriera letteraria le condizioni economiche continuavano ad essere difficili tant’è che nel 1857 arrivò a pensare al suicidio ma la conoscenza con Charlotte Bronte, per mano della biografia di Elizabeth Gaskell, probabilmente le infuse nuovo coraggio, chissà se questa vicenda ispirerà Jo  a dire: ‘Ho scritto due novelle e le ho lasciate ad un giornalista. Il suo giornale è “L’aquila dalle ali spiegate”…Forse non ne sarà nulla; ma non avrei avuto pace finchè non avessi tentato”*1.  Pochi anni più tardi infatti inizia una collaborazione con il periodico Atlantic Mounthly nel 1860 e scrive il suo primo romanzo ‘Mood’ del 1864 tuttavia la sua consacrazione avvenne con “Piccole Donne” pubblicato per la prima volta nel 1868 mentre la sua ultima ristampa risale alla primavera scorsa per le edizioni LeggereGiovane o anche per Edibimbi, Nord-Sud edizioni, Fanucci edizioni o la ancora più attuale edizione realizzata proprio questo inverno per Newton Compton e curata da Chiara Gamberale. 
Doodle di Google dedicato a Louisa Mary Alcott
per il 184° anniversario di nascita.
Dal web
Nota soprattutto per il romanzo “Piccole Donne” in realtà scrisse molti altri racconti altrettanto magistrali come il noir “Dietro la Maschera o la forza di una donna” in cui descrive una natura umana tutt’altro che positiva e propositiva anzi seducente e malvagia, un’altra faccia dell’ universo umano. Uno stratagemma fantasioso per andare oltre la morale della sua epoca con lo pseudonimo di  A. M. Barnard.  Alcott riusciva a lavorare infatti a ritmi frenetici fino a 14 ore al giorno.
Ma la sua opera più conosciuta e amata è “Piccole Donne” con cui già all’epoca trova una sua affermazione lanciandola nell’ambiente letterario da qui “Piccole Donne crescono” , “Piccoli uomini” e “I ragazzi di Jo” e tanti altri racconti che la consacrano definitivamente come scrittrice e non solo per ragazze o ragazzi, tenterà anche scritti per adulti ma abbandonerà l’idea dedicandosi a racconti educativi che però, come il tempo ci ha insegnato, in realtà sono apprezzati anche dagli adulti, chi non è cresciuta con Piccole Donne e non l'ha riletto almeno una volta anche da adulta?.
Inevitabilmente il personaggio di Jo è quello che più ha colpito l’immaginazione di giovani generazioni  e nel quale la stessa May Alcott si identificava, una giovane ribelle, caparbia che voleva fare qualcosa di grande per se stessa: Scriverò libri e diventerò ricca e famosa: questo è il mio sogno preferito. Io ho la chiave del mio castello ma non so se riuscirò ad aprire la porta"*2 ma anche tutte le altre sorelle March e i protagonisti del più noto lavoro di Alcott sono ben delineati e strutturati, in effetti sono la trasposizione della sua infanzia con le sue tre sorelle, la maggiore Anna, ovvero Mag, Elisabeth, Beth, e Abigail, Amy che come la protagonista del romanzo è l’artista di casa che diventerà una pittrice.
Molti si sono ispirati a questa opera per pièce teatrali e per film che vantano interpretazioni di attrici brave come Elisabeth Taylor nel 1945 o ancor prima Katherine Hepburn che nel 1934 vinse la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival di Venezia e  l’ultimo con Susan Sarandon e Winona Ryder nel 1994 ma anche per cartoni animati e  serie tv. 




Note e bibliografia utile :


*1-2   L.M. Alcott, "Piccole Donne", Milano, Ed. Fratelli Fabbri Editori, 1957, pagg. 104, 98.

Louisa M. Alcott, George Eliot, Edith Warthon,Charlotte Perkins Gilman, "Il velo strappato e altre storie. I migliori racconti del Mistero", Milano, La Tartaruga, 2007.

Lurabel Harlow, "Louisa May Alcott. Un ricordo", Roma, Flower-ed, 2016.



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sabato 26 novembre 2016

Un film a settimana di una donna per un anno?#4


Charlize Theron in Monster,
Oscar come miglior attrice nel 2004


#4 Monster


Per la quarta settimana della campagna un film a settimana per un anno, OG vi propone “Monster” un soggetto premiato al Festival di Berlino con l'Orso d’oro alla regista e sceneggiatrice Petty Jenkins e una strepitosa Charlize Theron che per questa interpretazione ha vinto l’Oscar come miglior attrice  e sempre nel 2004 anche il Golden Globe.

La trama:
La vicenda si basa sulla storia vera di Aileen Wuornos che nel 2002 fu accusata di sei omicidi e condannata alla pena di morte nello Stato della Florida. Fu definita la prima serial killer donna e appunto un "mostro" da qui il film prende il titolo. Aileen era una prostituta che stanca di subire abusi nel momento in cui incontra l’amore cerca di cambiare vita ma le condizioni sociali in cui si trova  non glielo permettono. Aileen, alias Charlize Theron, non riuscendo a trovare un riscatto per se stessa torna all’unico lavoro che potesse fare e che faceva da molti anni per mantenersi: la prostituta ma non riesce più a sostenere le condizioni di violenza che questo comporta e si ribella uccidendo i suoi clienti.
Si appellerà alla legittima difesa pur riconoscendo ed ammettendo i suoi crimini ma questo non la salverà dalla condanna definitiva e dal vivere
  più di dieci anni nel braccio della morte aspettando l’esecuzione. Il film si basa proprio sulle sue lettere scritte durante la prigionia.

la locandina del film "Monster"
(Wikipedia)
Scelto perché: Nella settimana del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in concomitanza con la grande manifestazione nazionale che si tiene a Roma proprio oggi "Nonunadimeno", ho scelto questo film che ben delinea quanto i condizionamenti sociali e culturali segnino soprattutto le donne e non lascino loro, a volte, vie di fuga alternative, condannandole.


Titolo: Monster
Anno: 2003
Naz.: Germania/USA 
Durata: 110 min.
Regia: Petty Jenkins
Sceneggiatura: Petty Jenkins

Cast: Charlize Theron, Christina Ricci




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mercoledì 16 novembre 2016

Un film di una donna a settimana per un anno? #3



#3 La verità negata


Per questa terza settimana OG vi consiglia un film in uscita nelle sale italiane proprio tra qualche giorno: “La verità negata” un film drammatico basato su un fatto realmente accaduto e raccontato nel libro “Denial: Holocaust History on trial My Day in Court with a Holocaust Denier ” della storica Deborah E. Lipstadt accademica presso la Emory University di Atalanta dove insegna Storia Ebraica e Studi sull’olocausto che si vide chiamata a processo per diffamazione dal revisionista storico Irving. Il titolo originale infatti è proprio Denial.

Trama:
La professoressa Deborah E. Lipstadt viene denunciata dallo storico inglese David Irving che a suo dire si è sentito diffamato dall’accademica che rifiuta ogni ipotesi di negazionismo dell’olocausto. Per l’impianto legale inglese è l’accusata che si deve difendere e provare che chi l’accusa ha torto, inizia così una strategia legale per provare storicamente che l’eccidio ebraico ci fu, un processo durato cinque anni, dal 1996 al 2001, in cui la storica ha dovuto lottare per trovare il modo di non deludere i sopravvissuti e le famiglie di quanti invece non ce la fecero e ancor di più dovette trovare il modo di reagire ad un peso così grande: dimostrare storicamente, scientificamente che quello che fu, accadde realmente, dovette insomma dimostrare la storia al di là però di ogni coinvolgimento emotivo o personale ma con documenti, fatti e perizie per arrivare ad una verità inattaccabile ogni oltre ragionevole dubbio. 


Scelto perché: In questa vicenda, vera, ci troviamo in un cambio di prospettiva in cui il “giusto” è sotto accusa e si deve difendere trovando la strategia migliore che non è quella più facile né la più scontata. La forza di una donna che negli anni ’90 si è trovata in questa assurda situazione e in un contesto che all’epoca quasi giustificava e dava adito alla prospettiva negazionista, di storici revisionisti infatti ne emerse più di qualcuno in un clima che sembrava volesse cambiare la verità degli eventi, ribaltandola. La professoressa, ritenuta debole e quindi sicuramente nel torto, é riuscita invece a ristabilire la realtà storica di quanto accaduto, lottando contro attacchi violenti e derisori compiendo un atto storico di portata inestimabile per la storia umana.

Titolo: La verità negata
Anno: 2016
Naz.: USA- UK
Duarata: 110min.
Regista: Mick Jackson
Sceneggiatura: David Hare
Produz.: BBC
Cast: Rachel Weisz, Tom Wilkinson, Timothy Small


Buona visione...



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venerdì 11 novembre 2016

Beatrix Potter dopo 100 anni arriva in libreria con una nuova favola inedita

Kitty in Boots, la nuova storia di Beatrix Potter.


A settembre come annunciato agli inizi dell'anno in questo post a cui vi rimando "Kitty in Boots"  è arrivata in libreria e sulle piattaforme librarie anche in e-book.
La nuova favola di Beatrix Potter che dopo più di cento anni era rimasta nascosta è ora realtà grazie ai disegni di uno dei più noti e apprezzati illustratori dei nostri tempi, Quentin Blake per l’editore che per primo le credette e permise a Beatrix Potter di diventare un punto di riferimento non solo per milioni di bambine e bamibini in tutto il mondo ma anche per tante artiste, disegnatori e scrittrici di storie per l’infanzia, al punto che per il suo 150°anniversario dalla nascita, proprio in questo mese di Novembre, alcuni dei più importanti ed affermati illustratori di libri infantili pubblicheranno un libro commemorativo di loro disegni e lettere per testimoniare quanto questa artista, unica nell’aver avuto talento sia per lo scrivere che per il disegno, abbia ispirato generazioni di illustratori ed illustratrici.
Il libro, appunto edito dalla originaria casa editrice di Beatrix, "Warne" è dotato anche di un cd in cui la favola viene narrata dall’attrice premio Oscar, Hellen Mirren.

La storia parla di una comune gatta nera che la sua padrona, un’anziana signora, chiama Kitty ma che si fa chiamare Miss Catherine St. Quintin, conosciuta anche più semplicemente come Q o Squintums.

La copertina del libro +cd letto da Helen Mirren

Insomma una gatta un po’ speciale che conduce una doppia vita infatti di giorno si gode le cure casalinghe e di notte dopo essere andata ufficialmente a dormire si fa sostituire dall’amico Winkiepeeps, gatto anch’egli comune e di colore nero che volentieri si scambia con Kitty per riposare e apprezzare le cure della vecchia padrona ignara dello scambio. Kitty la notte infatti preferisce andare a cacciare e richiamata dal chiaro di luna si prepara a vivere l’avventura con dei grandi stivali e una giacca in realtà da gentleman che la porterà ad avere fraintendimenti ed equivoci; un’eroina dalla doppia vita insomma ben educata e tranquilla di giorno, cacciatrice in incognito di notte.


Dopo più di un centinaio di anni Beatrix Potter si presenta  a noi nel XXI secolo con una storia che possiamo definire di parità di genere in cui la protagonista è una gatta che non si fa problemi a travestirsi da gatto la notte, senza poterlo neanche immaginare Beatrix Potter è più attuale che mai in una società globale sempre in tensione sui temi di parità e che si inserisce in una polemica tutta italica, del conflitto sull’introduzione di testi e storie che parlino di parità di genere anche per l’infanzia, anche se ha ricevuto critiche soprattutto oltreoceano proprio per l’ambiguità del personaggio, gatta di giorno, gatto di notte, e per la confusione dei nomi con cui viene chiamata o si fa chiamare.

La storia era stata iniziata nel 1914 ma poi terminata la trama e una sola illustrazione, l’autrice dovette fermarsi di fronte ad eventi che condizionarono la sua vita, la Prima Guerra mondiale, il suo matrimonio e non ultima la sua malattia ma questa favola vede il compendio del suo lavoro perché oltre a questa nuova eroina, Kitty, ritroviamo i tanti personaggi più conosciuti ed amati di sempre da Mr Tod a Miss Tabitha Twitchit perfino Peter Rabbit, più anziano e per questo un po’ più lento, che nelle sue avventure notturne Kitty incontrerà di volta in volta.


Ma non solo potremmo quindi di nuovo poter sfogliare delle pagine ricche di disegni e leggere o ascoltare una storia tutta nuova catapultandoci ancora una volta nel meraviglioso mondo potteriano, nella primavera 2018 potremmo anche vederlo, uscirà infatti un film che vedrà tutti i suoi personaggi protagonisti, un ulteriore modo di rendere omaggio a questa artista che dopo tanto tempo riesce ancora a sorprenderci e farci tornare ogni volta al sapore dell'infanzia grazie alla sua arte, al suo talento con cui regala ancora romanticismo, arte ed ispirazione ai nostri tempi un pò più aridi.  



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lunedì 7 novembre 2016

Un film di una donna a settimana per un anno? #2












#2Julie&Julia



Siamo alla seconda settimana dell’iniziativa #52FilmsbyWomen e il secondo film che vi propongo è “Julie&Julia”, una commedia che ripercorre la vita di due donne di età diverse, di epoche diverse, di condizioni sociali diverse ma imperterrite nel realizzare se stesse

La trama:
E’ la vita di due donne che lottano, ognuna con i propri mezzi e nella propria epoca, per realizzare se stesse tramite la loro passione: la cucina.
Due vite di donne diverse, Julia Child moglie di un diplomatico negli anni ’40 e Julia Powell impiegata precaria, aspirante scrittrice che ad un certo punto si incontreranno: da una parte Julia Child cuoca diplomatasi al Cordon Bleu in Francia negli anni ’40 nonostante l’ostracismo riservatole in quanto donna e  che fa conoscere la cucina francese negli Stati Uniti grazie ad un ricettario che è ormai entrato nella storia e ad un programma televisivo antesignano dei più contemporanei show culinari. Dall’altra una scrittrice in erba, appassionata di cucina che  nel XXI secolo riscopre la grande cuoca riproponendo nel suo blog le vecchie ricette francesi attualizzate ai nostri giorni e condite però anche dai tanti fatti quotidiani e dalle difficoltà del precariato e della frustrazione di non riuscire a fare il lavoro desiderato a cui si contrappone l’esperienza di Julia Child in un continuo flashback che solo ad un certo punto si congiungerà con la linea temporale del presente di entrambe. Ma non è un film solo sulla cucina, è infatti ispirato alla storia vera di queste due donne e di questo avvenimento accaduto realmente. La regista e  sceneggiatrice poi è anch’essa una donna e ci sono tra l'altro due bravissime attrici nei ruoli principali.
Infatti la sceneggiatura è di Nora Ephron che è anche la regista. Il cast è affidato a grandi attrici come Amy Adams e soprattutto Meryl Streep nella parte di una Julia Child difficilmente distinguibile dall’originale che infatti ha vinto per questo ruolo nel 2010 il Golden Globe come miglior attrice di un film commedia ed è stata candidata agli Oscar come miglior attrice nello stesso anno.

Scelto perché: E’ un film che ci racconta tramite la biografia di due donne che in epoche diverse lottano entrambe per realizzarsi, che la realtà femminile a distanza di tanti anni non è molto cambiata, per realizzarsi professionalmente le donne devono lottare per andare oltre i pregiudizi e le difficoltà che il mondo del lavoro ma anche della propria vita privata esige da loro ma con una chiave di lettura piacevole.

Titolo: Julie&Julia
Anno: 2009
Nazione: USA
Durata: 118 min.
Regista: Nora Ephron
Sceneggiatura: Nora Ephron
Cast: Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci





Buona visione o in questo caso Bon appétit! 



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mercoledì 2 novembre 2016

Un film di una donna a settimana per un anno?







La  WIF Women in Film incoraggia i progetti creativi delle donne, cercando di migliorare e ampliare ritratti di donne in ogni forma dei media per garantire una piena rappresentatività femminile dietro e sullo schermo. Fondata nel 1973, l'organizzazione non profit ha proposto la campagna 52 film di una donna, uno a settimana per un anno con l'hastag #52FilmsByWomen a cui già più di 9000 persone hanno aderito. E' partita ad ottobre dello scorso anno ma ha raccolto comunque l'entusiasmo anche di questo blog, e non poteva essere altrimenti, e così anche Opportunità di Genere OG ha deciso di aderire e di rispondere di Sì alla domanda di WIF: "Vedrai un film a settimana di o su una donna per un anno?"...Sì lo faremo, e speriamo anche voi con noi.

Iniziamo con un  film uscito lo scorso anno e di cui avevamo già scritto e recensito SUFFRAGETTE, è un film infatti non solo basato sulla storia di un gruppo di donne che hanno fatto la storia inglese e quella di intere generazioni nel mondo ma ha anche una regia affidata ad una donna, Sarah Gavron che per questo movie é stata nominata come miglior regista dalla Alliance of Women Film Journalists nel 2016. La Produttrice è un nome ormai noto ed ammirato nel mondo del cinema Abi Morgan infatti è la stessa produttrice e sceneggiatrice di "The Iron Lady" e di "Shame" ed è stata premiata questo anno proprio per questa sceneggiatura ai Satellite Awards. Il cast è stellare e ne avevamo già parlato per questo vi rimando direttamente al post dedicato ma in più c'è da segnalare le numerose nominations e premi che nel frattempo le attrici si sono guadagnate in numerosi festival minori e non, tra i quali al British Indipendent Film Award il premio come Miglior attrice Protagonista a Carey Mulligan nel 2015 e le nomination come Migliori Attrici non protagoniste alle altre interpreti quali Anne -Marie Duff e Helena Bonham Carter. 








Ho scelto questo film  per iniziare perchè ha il merito di aver catturato di recente l'attenzione e aver, di conseguenza, rilanciato in modo attuale la discussione  sul tema dei diritti femminili da un punto di vista strettamente politico, il film è stato usato anche nelle scuole per parlare di diritto al voto, ma non solo é servito infatti anche a livello sociale, più strettamente legato ai fenomeni che colpiscono le nostre moderne società come la violenza sulle donne. Molti gruppi di attiviste infatti hanno approfittato delle numerose occasioni create dal film, soprattutto alle prime o in occasione di premi, per dimostrare in favore delle vittime di violenza e per  denunciare la necessità di non abbassare l' attenzione sui diritti delle donne, perchè la lotta delle Suffragette è ancora in atto.

Titolo: Suffragette
Anno: 2015
Nazione: UK
Durata: 106 min.
Regista: Sarah Gavron
Produzione: Abi Morgan
Sceneggiatura: Abi Morgan
Cast: Carrey Mulligan  Annie Marie Duff, Helena Bonham Carter, Romola Garay, Meryl Streep 




Si parte…buona visione


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