lunedì 2 agosto 2021

Paolina Leopardi VII Parte La seconda vita di Paolina Leopardi





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VII Parte La seconda vita di Paolina Leopardi

PAOLINA LEOPARDI 
di
Elisabetta Benucci 

La seconda vita di Paolina Leopardi

Con la morte della madre, per Paolina iniziò una seconda vita; ormai in tarda età, riuscì a vivere la sua «stagion lieta» e a realizzare i suoi sogni. Di fatto, Paolina è stata la protagonista di una storia triste e insieme straordinaria. La sua, si potrebbe pensare, è un’esistenza emblematica fra le mortificanti esistenze di donne gentili dell’Ottocento, nate da nobili casati, sorelle o figlie di geni illustri. Invece, la condizione di Paolina fu per molti versi anche peggiore, nello stato di estrema severità di vita nel quale la segregò il sistema familiare. Ma la sua è anche la storia di un riscatto, quando, liberatasi dalle catene, conobbe così il piacere della libertà, dei viaggi, delle relazioni affettuose, delle vanità. Quasi sessantenne, quindi “vecchia” per quell’epoca, Paolina prese il coraggio a due mani e con grande forza d’animo si aprì a un nuovo destino, affrontando l’ignoto.

Era un vero e proprio “miracolo” per Paolina questa nuova vita. Decise di fare tutto quello che finora le era stato impossibile realizzare: comprare tanti libri, rinnovare il guardaroba (che diventerà quello di una signora elegante e raffinata), programmare una serie di viaggi che la porteranno in molti luoghi degli stati della penisola, poi dell’Italia unita, visitando le principali città centro-meridionali e soggiornando piuttosto a lungo in alcune di quelle dove Giacomo aveva vissuto: Bologna, Firenze, Napoli, Roma, Pisa. Una specie di itinerario del cuore sulle orme del fratello, alla scoperta dei luoghi a lui cari o che avevano pesato sulla sua vita, e dove, chissà, avrebbe potuto incontrare qualcuno che Giacomo lo aveva conosciuto davvero: a Firenze e a Pisa succederà. 


Questa nuova libertà le aveva permesso di iniziare un’amicizia piena di affetto e di confidenza con Marzio Politi, giovane colto, raffinato bibliofilo e antiquario, di nobile famiglia recanatese. A lui Paolina aprirà il suo cuore; chiederà consigli, racconterà le sue ansie, commissionerà riviste e libri. Marzio la accontenterà in tutto, perché aveva molto a cuore l’amicizia con quella nobildonna, probabilmente così diversa dalle tante altre signore che conosceva. 

Insieme a Marzio Politi, Paolina poteva adesso godere della vicinanza e dell’affettuosa amicizia di Teresa Teja (1826-1898), la vedova torinese che il fratello Carlo sposò in seconde nozze l’8 luglio 1858. Per l’ occasione Paolina prestò alla futura cognata un anello a due file di brillanti, appartenuto ad Adelaide, perché Carlo desiderava che durante la funzione Teresa indossasse la fede nuziale che era stata di sua madre.

Nonostante i rapporti tesissimi per questioni di denaro con il nipote Giacomo, l’erede universale, Paolina cominciò nel 1858 a compiere i primi viaggi e ad allontanarsi da Recanati. Visitò inizialmente Senigallia, San Benedetto, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro; andò a Foligno e ad Assisi; poi a Modena, a Parma e a Reggio Emilia. A Modena incontrò per la prima volta le sorelle Brighenti con le quali aveva carteggiato tutta la vita, ma che mai aveva fino ad allora conosciuto di persona.

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6 commenti:

  1. Io la amo proprio sta donna, è veramente un esempio considerata l'epoca in cui ha vissuto

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  2. Essere donna è sempre stato difficile, che bella storia di riscatto e di realizzazione!

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    1. Sì è riuscita ad affrancarsi da una vita lussuosa ma infelice grazie alla sua passione letteraria, come d'altri tempi!

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  3. Eh alla fine un po’ di gioia per la povera donna che ha tanto lottato!

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