lunedì 17 maggio 2021

Paolina Leopardi l'infanzia a Recanati II Parte



L'infanzia a Recanati  II Parte

Paolina Leopardi
e
suo fratello Giacomo



Paolina Leopardi

di Elisabetta Benucci



Paolina Francesca Saveria Salesia Placida Polancina Aloisia, così venne battezzata, fu la terzogenita dopo Giacomo (1798-1837) e Carlo (1799-1878). Sarà l’unica figlia femmina dei dodici figli venuti al mondo da Monaldo e da Adelaide.


A quell’epoca, Recanati era uno sperduto borgo dello Stato della Chiesa, molto lontano dai circuiti culturali importanti. Più volte il vivere in quel luogo fu definito da Giacomo Leopardi «soggiorno orrendo», «soggiorno disumano», «prigione». Paolina odiò e disprezzò Recanati non meno di Giacomo, indicandolo come «orribile paesaccio», «soggiorno abbominevole ed odiosissimo», «canile».


Recanati 
La famiglia Leopardi poteva essere considerata tra le più importanti della nobiltà terriera marchigiana, ma si trovava in cattive condizioni patrimoniali, tanto da dover osservare una rigida economia per conservare il decoro che il rango nobiliare imponeva. Monaldo era un uomo colto, che aveva fornito il suo palazzo una notevole biblioteca, ma di cultura attardata e accademica. I suoi orientamenti politici erano fortemente reazionari, ostili alle nuove idee diffuse dalla Rivoluzione francese e dalle campagne napoleoniche.
Paolina, insieme ai fratelli Giacomo e Carlo, crebbe in questo ambiente, che influenzò le sue idee e i suoi orientamenti. La vita familiare era scandita essenzialmente dalla madre Adelaide, donna di una bellezza severa e malinconica, che Paolina definiva fredda e poco sensibile. La giovane donna, infatti, trovava insopportabile il tipo di vita instaurato in casa dalla madre, la quale, quando la poco assennata condotta del marito aveva rischiato di compromettere il patrimonio e il buon nome dei Leopardi, aveva preso in mano le redini dell’amministrazione familiare, stabilendo a palazzo un regime di inflessibile economia e sottoponendo tutti a durissime e persino mortificanti privazioni.
Nonostante ciò, Paolina riuscì a trascorrere un’infanzia spensierata, animata dai giochi con i fratelli; nel gioco dell’altarino ella fingeva di essere un prete e di celebrare la messa, tutta compunta nel suo abito scuro e austero; per il taglio di capelli, che la rendeva più simile a un fraticello che a una contessina, fu soprannominata da Giacomo “don Paolo”.


Recanati
 Palazzo Leopardi
In modo atipico per i costumi dell’epoca, che non riservavano alle figlie femmine una solida istruzione, Paolina fu educata insieme ai fratelli maschi da precettori ecclesiastici, in particolare da don Sebastiano Sanchini, nella grande biblioteca di famiglia.
L’anno scolastico di Giacomo, Carlo e Paolina si concludeva, per volontà del conte Monaldo, con una solenne prova d’esame, che si teneva tra gennaio e febbraio. L’insegnamento era svolto nel corso di due semestri, alla fine dei quali i fratelli dovevano presentare un saggio delle loro cognizioni nella materie nelle quali si erano applicati. Davanti agli invitati e ai membri della famiglia dovevano rispondere in latino alle domande dei pedagoghi.
Paolina si mostrò preparatissima a sostenere, nel febbraio 1810, l’esame su ben quaranta domande di cultura varia; rispose con precisione e prontezza a venti domande sulle scienze – intorno alle meteore, al vento, alla pioggia, al tuono, alla luna, alle stelle cadenti, alle comete, alle eclissi, al flusso e riflusso del mare – e a venti sulla storia, in particolare sulla storia della Spagna, Portogallo, Svezia, Danimarca e Norvegia.

Recanati
Cominciava così a prendere forma quella «dotta grammatica e letterata», «erudita traduttrice di Marco Tullio Cicerone», «erudita Signorina» come, di volta in volta, la definì Giacomo nelle sette odicine a lei dedicate nel 1810. Nei versi puerili di Giacomo la bambina sorella viene chiamata due volte col biblico epiteto di «forte», che vuole alludere alle sue capacità intellettuali. Queste furono davvero notevoli, educate dai buoni studi d’infanzia; e scrivere sotto dettatura del fratello giovò certamente alla sua cultura. Aveva solo dodici anni Paolina quando iniziò la sua attività di «copista», con la sua minuta e saltellante scrittura, prestando a Giacomo la sua mano e molto del suo tempo per copiarne appunti, opere, epistole.
Di riflesso ai «sette anni di studio matto e disperatissimo» che impegnarono Giacomo fra il 1810 e il 1817 circa, all’ombra dei tanti libri che Monaldo acquistava per il primogenito, la sorella, pur continuando a compiere i suoi doveri senza discussioni e a obbedire sempre e comunque ai genitori, si formò un’ampia e profonda cultura, soprattutto se si considerano i tempi e il luogo in cui visse. Imparò il latino, lesse testi classici e biblici, si avvicinò alla prosa straniera, imparando in modo eccellente il francese, oltre a leggere e a tradurre l’inglese e il tedesco. Studiò la storia e si appassionò alla musica. Scriveva, e anche questo è un dato di non poco conto per quell’epoca, in un italiano colto, corretto e preciso, talvolta gradevole con un’essenzialità compositiva che si adattava alle esigenze delle situazioni, come mostrano i suoi scritti in prosa e le sue tante lettere. Anche in questo aveva giocato un ruolo decisivo quella perfezione compositiva che i critici hanno concordemente riconosciuto alla prosa epistolare di Giacomo Leopardi. Paolina insomma assume quelle caratteristiche culturali che la resero «sensibilissima» e «istruita al di sopra di quattro quinti delle vostre pari», sempre secondo il giudizio del fratello, espresso nella lettera del 19 marzo 1823.
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lunedì 3 maggio 2021

Paolina Leopardi non solo la sorella di

Paolina Leopardi non solo la sorella di
le sue Opere a cura di Elisabetta Benucci



Altre volte Opportunità di Genere OG si é occupata delle 'mogli di' , 'madri di', e sorelle di ogni volta scoprendo e facendo scoprire che furono tutt'altro che semplici contorni ai più noti, e non
Qui puoi leggere il post sulle
Sorelle di Mozart
sempre anche più talentuosi, parenti.
Questa volta scopriamo la sorella di Giacomo, Paolina Leopardi grande letterata anch'essa per ammissione del suo stesso fratello. Ce la racconta direttamente una delle più grandi studiose a cui dobbiamo la riscoperta di questa grande donna dell'Ottocento italiano, Elisabetta Benucci che le ha dedicato numerose opere grazie alle quali possiamo apprezzarla:

Elisabetta Benucci

Scritti su Paolina Leopardi

'Vita e letteratura di Paolina Leopardi', Firenze, Editoriale le Lettere, 2020, pp. 265.

'Paolina Leopardi, Opere. Viaggio notturno. Mozart. La conversione di Ratisbonne', a cura di E.B., Firenze, Edimedia, 2020, pp. 130 (edizione commentata, illustrata, ipermediale; fa parte della collana «Grandi classici della letteratura italiana», diretta da Giuseppe Nicoletti). Link affiliato per l'acquisto: Paolina Leopardi Le opere Elisabetta Benucci

'La seconda vita della sorella di Giacomo Leopardi', «Leggendaria», 2020, n. 139, p. 66.

Paolina Leopardi. Per i 150 anni dalla morte. Storia e destino di una «sorella», «Nuova Antologia», 2109, 154, vol. 620, fasc. 2290, aprile-giugno, pp. 233-246.

Paolina Leopardi, la sorella dimenticata, «Leggere Donna», 2019, n. 185, ottobre-dicembre, pp. 25-26.

Paolina e Giacomo Leopardi a Pisa. Nel centocinquantesimo anniversario della morte di Paolina, a cura di Elisabetta Benucci e Alessandro Panajia, Pisa, edizioni ETS, 2019.

Paolina Leopardi, 'Lettere (1822-1869)', a cura e con un saggio introduttivo di Elisabetta Benucci, Sesto Fiorentino (Fi), apice libri, 2018, pp. 554. Il volume ha vinto la XXI edizione (2019) del Premio letterario nazionale “Vittoria Aganoor Pompilj”, dedicato alle corrispondenze epistolari e organizzato dall’amministrazione comunale di Magione sul Trasimeno.

Paolina Leopardi, 'Mozart', a cura e con un saggio introduttivo di Elisabetta Benucci, Venosa, Edizioni Osanna, 2018, pp. 110.

Donne colte dell'Ottocento: la lettura e lo studio per Paolina Leopardi, Caterina Franceschi Ferrucci, Emilia Toscanelli Peruzzi, in Una sfida difficile. Studi sulla lettura nell’Italia dell’Ottocento e del primo Novecento, a cura di G. Tortorelli, «Bollettino del Museo del Risorgimento», a. LIV, 2009, Bologna, Comune di Bologna, pp. 85-118.

'Paolina Leopardi. Atti del Convegno di studi (Recanati, 24-26 maggio 2001)', a cura di Elisabetta Benucci, Pisa, Edizioni ETS, 2004, pp. 362.

Tra le letture francesi e il viaggio immaginario (con in appendice il testo di Paolina Leopardi, Mozart), in Paolina Leopardi. Atti del Convegno di studi (Recanati, 24-26 maggio 2001), a cura di Elisabetta Benucci, Pisa, Edizioni ETS, 2004, pp. 181-216.

Una donna di cultura del primo Ottocento: Paolina Leopardi, «Studi italiani», XII, 2001, 26, pp. 71-92.

Paolina Leopardi, 'Viaggio notturno intorno alla mia camera. Traduzione dal francese dell’opera di Xavier de Maistre e altri scritti'. Presentazione di Franco Foschi. Prefazione di Lucio Felici, Venosa, Edizioni Osanna, 2000, pp. 198.


Elisabetta Benucci

Filologa e storica della letteratura italiana collabora con l’Accademia della Crusca. Si è occupata di alcuni dei più importanti autori della letteratura italiana, dal Tre all’Ottocento. Tra le sue pubblicazioni: Leopardi nel Carteggio Vieusseux. Opinioni e giudizi dei contemporanei 1823-1837, con alii, Firenze 2001; Cantari novellistici dal Tre al Cinquecento, con alii, Roma 2002; Edmondo De Amicis, Un Salotto Fiorentino del Secolo scorso, Pisa 2002; Emilia Toscanelli Peruzzi, Diario, Firenze 2007; Galileo e l’universo dei suoi libri, con alii, Firenze 2008; Mario Pratesi, Le perfidie del caso, Firenze 2015; Letterati alla Crusca nell’Ottocento, Firenze 2016. Studiosa di Leopardi, ha curato edizioni critiche delle sue opere come quella del Martirio de’ Santi Padri (Bologna 2006) e delle Operette morali (Firenze 2017). Ha pubblicato due importanti volumi di inediti: Carteggio Leopardi-Colletta (2003; 2009²) e Giuseppe Giusti, Proverbi (2011). Dal 2012 è responsabile della segreteria scientifica e della redazione della «Rassegna della Letteratura Italiana».

Da tempo si dedica alla letteratura di genere. In particolare ha ricostruito la figura e l’opera di Paolina Leopardi, dedicandole molte pubblicazioni (fra le quali il volume Paolina Leopardi, Viaggio notturno intorno alla mia camera. Traduzione dal francese dell’opera di Xavier de Maistre e altri scritti, Venosa 2000), e riportandola all’attenzione dei critici e del pubblico. Nel 2018 ha dato alle stampe l’epistolario di Paolina (Lettere (1822-1869), Sesto Fiorentino 2018), che ha ottenuto il premio “Vittoria Aganoor” dedicato alle corrispondenze epistolari.
Ha organizzato a Recanati nel 2001 il primo, e finora unico, convegno sulla figura della sorella del poeta e ne ha curato gli atti (2003). Nel marzo 2019, per la celebrazione dei 150 anni della morte di Paolina, ha organizzato la giornata di studi Paolina e Giacomo Leopardi a Pisa, (Royal Victoria Hotel, Pisa). Su Paolina Leopardi ha pubblicato inoltre: Una donna di cultura del primo Ottocento: Paolina Leopardi («Studi italiani», 2001), Tra le letture francesi e il viaggio immaginario (negli Atti del Convegno su P.L., 2003), Donne colte dell’Ottocento: la lettura e lo studio per Paolina Leopardi, Caterina Franceschi Ferrucci, Emilia Toscanelli Peruzzi («Bollettino del Museo del Risorgimento», Bologna 2009), Paolina Leopardi, Mozart (Venosa, 2018), Paolina Leopardi. Per i 150 anni dalla morte. Storia e destino di una «sorella» («Nuova Antologia», 2109); Paolina Leopardi, la sorella dimenticata («Leggere Donna», 2019); Paolina e Giacomo Leopardi a Pisa. Nel centocinquantesimo anniversario della morte di Paolina, con alii (Pisa, 2019); La seconda vita della sorella di Giacomo Leopardi, «Leggendaria», 2020; Paolina Leopardi, Scritti (Firenze 2020).


Con lei, e grazie a lei, inizieremo questo prezioso ed interessante viaggio alla conoscenza di Paolina Leopardi:

Paolina Leopardi

di Elisabetta Benucci


Voi che siete sensibilissima,

che sapete amare,

che siete istruita al di sopra dei

quattro quinti delle vostre pari…

(G. Leopardi a Paolina, 19 marzo 1823)



 La vita. Storia e destino di una “sorella”


Paolina Leopardi nacque nel grande palazzo di famiglia il 5 ottobre 1800, di domenica, un’ ora e un quarto prima della mezzanotte, da Monaldo Leopardi (1776-1847) e dalla marchesa Adelaide Antici (1778-1857). Venne al mondo sotto il segno zodiacale della Bilancia, un segno d’aria governato da Venere, pianeta dell’amore e dell’armonia. Quasi fosse una predestinazione, le personalità dei nati sotto questo segno oscillano tra il desiderio di trovare nella famiglia un porto sicuro e il desiderio di libertà e di indipendenza.

Conosciuta come la “sorella di”, di solito la contessa viene appena ricordata per la canzone Nelle nozze della sorella Paolina, dedicatale dal fratello Giacomo e da lui scritta nel 1821 per il suo imminente matrimonio, poi non avvenuto. Di fatto, Paolina è in stato d’ombra come altre sorelle di poeti realmente esistite, appartate testimoni di grandi costruzioni di mondi alla cui edificazione hanno guardato appunto all’ombra della loro condizione. Paolina invece è molto di più di questa immagine sbiadita e oleografica arrivata fino a noi, perché fu donna colta, avidissima lettrice e traduttrice. Recenti studi, condotti a cura di chi scrive, permettono ora di valorizzarne la figura come scrittrice originale. 

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