lunedì 17 dicembre 2018

Gabrielle Émilie Le Tonnelier de Breteuil- La marchesa scienziata


Almanacco del 17 dicembre:

Il 17 dicembre 1706 nasceva a Parigi Gabrielle Émilie Le Tonnelier de Breteuil, dopo il matrimonio marchesa Du Châtelet.  Grandiosa matematica, filosofa, scrittrice e divulgatrice nella Francia del Re Sole.

Nata da un’importante famiglia aristocratica che godeva le simpatie del Re di Francia alla cui corte il padre di Gabrielle Émilie lavorava, si dimostrò da piccolissima un prodigio nelle scienze conquistando le attenzioni del padre che contrariamente alle regole dell’epoca incoraggiò e incentivò l’educazione e la cultura della figlia contravvenendo alla disperazione e disapprovazione della moglie, nonché madre di Gabrielle, che la voleva rinchiudere in un convento proprio per limitare il carattere refrattario, ribelle e poco consono alle buone maniere femminili che si addicevano alle donne dell’epoca.

Gabrielle invece riuscì a studiare Latino, Greco, Storia, Tedesco, Inglese ed Italiano, si interessava alle arti della danza, della musica, del teatro, fu stimolata dall’incontro di grandi intellettuali dell’epoca e incoraggiata nelle sue letture scientifiche da grandi personaggi dell’epoca come Fontenelle, Eulero, Clairaut, Maupertuis, Voltaire e molti altri con i quali ingaggiava conversazioni e scambi intellettuali al pari dei suoi interlocutori più famosi.

Si dedicò seriamente ai suoi studi anche come autodidatta e si investì del ruolo di divulgatrice di importanti testi scientifici di Leibniz e Isaac Newton, a lei va il merito infatti di aver tradotto da un latino alquanto farraginoso, i “Principia” di Newton, e ancora prima gli “Elementi della filosofia di Newton” in cui spiegava, commentava e criticava le teorie dello scienziato inglese,  nel 1740 poi espose le teorie di Leibniz nelle “Istituzioni di fisica” per avvicinare anche chi non era avvezzo alle materie più complesse.
A queste opere prese parte anche Voltaire con cui Émilie ebbe una lunga storia sentimentale e con cui convisse nel Castello di Cirey per molti anni, dopo aver lasciato il marito sposato a diciannove anni per consuetudine dell’epoca sulla base del censo e della famiglia aristocratica. In questo castello, Émilie e Voltaire porteranno avanti i loro studi su Newton in vista della pubblicazione del libro; parteciperanno anche ad un concorso dell’Accademia delle Scienze, a cui arrivò prima Émilie, aggiudicandosi una pubblicazione da parte dell’Accademia, la prima volta per una donna.
Difese contro gli attacchi del presidente dell’Accademia, in occasione della pubblicazione delle “Istituzioni di fisica”,  le sue teorie sull’esattezza di una formula già considerata da Leibniz, quella che poi sarà affermata e convalidata secoli dopo da Einstein sulla relatività.*

Scrisse anche trattati sulla Bibbia e il Nuovo Testamento, tradusse la Favola dei Fagioli, nella premessa della quale si indirizzò alle donne e soprattutto reclamò per loro educazione ed istruzione alla pari dei giovani maschi negli istituti. La mancanza di istruzione delle donne infatti impoveriva la società non dando alle donne la possibilità di emergere e diventare delle eccellenze. 

La vita di Émilie fu caratterizzata dalla sua attività intellettuale che si viveva, soprattutto a Parigi, nel salotti e caffè parigini, arricchendo la sua cultura ma anche la sua fama di fine intellettuale.
A dispetto di quello che si pensa nonostante i suoi studi richiedessero tempo e fatica, a volte studiava per giorni interi senza riposare presa dall’impeto delle scoperte, era anche una donna che voleva dedicare tempo a divertirsi e a se', al proprio aspetto, che amava le feste, i balli, i gioielli e le scarpe,  poteva passare ore per decidere come vestirsi. Riusciva ad avere una vita ritenuta dai contemporanei bizzarra poichè piena e ricca di soddisfazioni da ogni punto di vista professionale e personale.

Ebbe tre figli dal marito, il marchese Châtelet, pare sia stato Voltaire che lo introdusse con questo nome, originariamente Chastellet i cui avi si potevano rintracciare fino all’epoca della Carta Magna. Ebbe varie relazioni,  con il Conte de Guébriant, con  il Duca de Richelieu, Voltaire e l’ultima con il poeta Saint-Lambert da cui ebbe una figlia che morì però solo pochi giorni dopo essere nata e che causò la morte stessa della madre, Gabrielle Émilie de Châtelet il 10 settembre 1749.

Opere (alcune):
1737 "Dissertazioni sulla natura e la propagazione del fuoco;
1737 “Elementi della Filosofia di Newton”;
1740  “Istituzioni di fisica”;
1759 “Principia matematica”; (pubblicata postuma a cura di Voltaire)
1779 Discorso sulla felicità  (Discours sur le bonheur, 1779);

Bibliografia:
“Discorso sulla felicità”, Madame du Châtelet, A cura di Maria Cristina Leuzzi,
Editore Sellerio, 1992;

* fonte 3w.unaqualunque.it




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