sabato 4 ottobre 2014

Juliette la femminista, Grande francese


Almanacco del 04 ottobre:


Juliette Adam alla scrivania.
Credits: Alchetron



Juliette Lambert, meglio conosciuta come Adam, dal suo secondo marito, è nata a Verberie il 4 ottobre del 1836, crebbe in una famiglia benestante ma di provincia e nonostante suo padre fosse un medico, lei fu un’autididatta.

Sposò l’avvocato La Messine nel 1852 ma rimase vedova poco dopo nel 1867 e l’anno seguente si coniugò quindi con l’avvocato Antoine Edmond Adam, dapprima deputato della sinistra, nonché fondatore del Credito fondiario, prefetto di polizia fino al 1870 e infine senatore a vita.

Cittadina parigina visse con fiero orgoglio nazionalista e riformista le vicissitudini della città di Parigi di quegli anni, in preda alla guerra franco-prussiana che si risolse in una débâcle totale per la Francia, dove proprio a Versailles fu proclamata la nascita dell’Impero tedesco che offuscò la posizione egemone che fino a quel momento la Francia aveva sempre avuto in Europa.

Juliette Adam, convinta repubblicana, porta avanti il suo credo politico contro Napoleone III ma è altrettanto decisa a restituire alla sua nazione la grandeur e la potenza. Estremamente nazionalista arriva a pensare addirittura ad una possibile alleanza con la Russia che aveva nel frattempo contravvenuto agli accordi del Congresso di Parigi che metteva fine alla Guerra di Crimea, e aveva agitato la politica e la diplomazia inglese, per questo Juliette é continuamente convinta della necessità di portare avanti l’offensiva militare a favore di quell’esperienza politica che porterà alla Terza Repubblica, conquistandosi così l’appellattivo di “la Grande Française”.
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D’altronde gli esponenti che rappresentarono questa nuova esperienza politica e l’estremo sforzo di non soccombere alla forza prussiana erano per la maggior parte quegli stessi personaggi che, con letterati del calibro di George Sand, Flaubert, Hugo e de Maupassant, animavano il suo salotto, diventato un punto di riferimento repubblicano. Così divenne ministro degli interni della Repubblica francesce del 1870 Gambetta, suo fidato e grande amico, così come il ministro dell’interno Adolphe Thiers.
Dopo però il 1877 e la definitiva stabilizzazione della repubblica nel paese, i rapporti tra Juliette e Gambetta si diradarono. Sembrò che Juliette mise da parte il suo credo politico e si concentrò sulla letteratura, fondando la rivista la Nouvelle Revue, ma in realtà continuò a coltivarlo, scrivendo articoli e trattando temi di rivalsa revanscista, contro Bismarck e in generale di politica estera, anche su testate estere e molti articoli infatti erano suoi sotto lo pseudonimo di Paul Vasili. Nel suo giornale ebbero l’esordio autori come Paul Bourget e Mirbeau e incoraggiò scrittori agli esordi del calibro di Alexandre Dumas, figlio, Pierre Loi e Léon Daudet. La rivista fu poi venduta otto anni dopo, nel pieno della sua importanza e notorietà, nel 1899.

Nel 1855 scrive l’esperienza della sua triste infanzia nel "Le roman de mon enfance et de ma jeunesse" in cui tratta della sua esperienza conflittuale con i genitori. A quest’opera farà seguito quella del padre con "Paradoxes d’ un docteur allemand " nel 1860 in cui egli stesso sembra invece avere un atteggiamento di apertura e simpatia verso le tematiche femministe.
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Juliette era anche molto amica di Geroge Sand e di Marie d’Agoult ovvero Daniel Stern e questa amicizia sarà l'occasione per lei per esprimersi nella sua prima opera di carattere femminista, infatti si sentirà di difenderle dagli attacchi di Prouhdon scrivendo appunto l’opera "Idees antiproudhoniennes sur l’amour, la femmes et le mariage" nel 1858, toccando temi che riprenderà in modo più ampio e specifico nelle sue opere successive. Nelle sue idee antiprouhdoniane sostiene che: "Il Signor Prouhdon sta cercando di stabilire che la subordinazione della donna è basata su un fatto naturale e sta cercando di stabilire un ordine che mantenga questa subordinazione e una giustizia che la sanzioni. Vuole perpetuare un regno coatto legittimandolo: questo è il suo crimine. Questo crimine è imperdonabile".[1]

Per Juliette le donne devono emanciparsi, essere elemento attivo della società, non più in balìa di un sistema che le ingabbia e condiziona e i rimedi sono solo due: 
"Alle donne va data un' educazione solida e, ..., un'educazione vocazionale. Esse devono diventare  produttive. Il lavoro da solo ha emancipato gli uomini, il lavoro da solo può emancipare le donne".[2]

E ancora argomenta: "Non mi accusate di non comprendere il ruolo delle donne nella famiglia, come fa il Signor   Prouhdon,  io penso che le donne debbano applicarsi ad essere mogli e madri; ma affermo che la  vita familiare non è sufficiente all'attività fisica, morale e intellettuale della donna. Il ruolo della chioccia è, senza dubbio, molto rispettabile, ma non è adatto a tutte".[3]

Nel 1860 scriverà  poi "Le Mandarin", dove riprenderà appunto i temi toccati nell'opera in difesa di George Sand e Daniel Stern, tratterà infatti apertamente di tematiche femministe riguardanti la condizione di inferiorità in cui la donna francese era mantenuta in una società contraddistinta piuttosto dall’ineguaglianza di genere soprattutto in ambiti importanti come le condizioni di divorzio o l’accessibilità a professioni qualificate o ancora alle questioni di pubblico interesse. Temi che riprenderà ancora una volta nel 1868 anche nell'opera "L’education de Laure".

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Juliette Adam nel 1904.
Credits: Wikipedia
Il suo romanzo più famoso sarà comunque "Païenne" del 1883 in cui tratta tematiche di ispirazione laica e le sue memorie "Mes premières armes litteraires et politiques" e "Mes sentiments et nos idées avant 1870" pubblicate rispettivamente nel 1904 e nel 1905.
Dalla sua crisi religiosa, che scaturirà nella conversione al cattolicesimo nel 1905, nascerà il libro "Chretienne" del 1913.
Si ritirerà infine nella località di les Bruyères nel 1858 dove farà costruire una villa e nel 1888 acquisterà i terreni dell’Abbazia a Gif sur Yvette dove abiterà fino alla sua morte che avverrà nel 1936, il 23 agosto ma non prima di poter vedere riconosciuta la sua intera produzione letteraria con il premio che le riserverà l’Accademia francese nel 1927.


Traduzione di Silvia Palandri

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Opere:

"Idées antiproudhoniennes sur l'amour, la femme et le mariage", 1858;

"Le Mandarin", 1860;

"Mon Village",1860;

"Récits de une paysanne", 1863;

"L’education de Laure", 1868;

"Jean et Pascal", 1876 (novelle);

"Laide", 1878;

"Grecque", 1879;

"Païenne", 1883;

Mémoires (7volumi), 1902-1910:

I. Le Roman de mon enfance et de ma jeunesse, 1902 ;
II. Mes premières armes littéraires et politiques (1855-1864), 1904 ;
III. Mes sentiments et nos idées avant 1870 (1865-1870), 1905 ;
IV. Mes illusions et nos souffrances pendant le siège de Paris, 1906 ;
V. Mes angoisses et nos luttes (1871-1873), 1907 ;
VI. Nos amitiés politiques avant l'abandon de la Revanche (1873-1877), 1908 ;
VII. Après l'abandon de la Revanche (1877-1880), 1910.

"Impressions françaises en Russie", Paris, Hachette, 1912;

"Chrétienne", 1913;

"L’Angleterre en Égypte", 1922.


Note:

[1] BELL G. Susan, OFFEN M. Karen, "Women, the Family, and Freedom, the debate in documents, vol. I: 1750-1880", Stanford, Stanford university Press, 1983, pag. 33
[2] Ivi, pag. 333.
[3] Idem.

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